Watcher: recensione del thriller psicologico al femminile di Chloe Okuno

Un serial killer a piede libero, una donna vittima di stalking: questo e molto altro nel thriller psicologico Watcher

In questo articolo vi proponiamo la nostra recensione di Watcher, thriller psicologico scritto e diretto da Chloe Okuno, talentuosa regista alle prese con il suo primo lungometraggio. Una storia che si muove tra incubo e realtà. Una donna vittima di stalking e morbose paranoie che la porteranno a perdere lucidità sulla realtà quotidiana dei fatti. Non una storia originale sotto questo punto di vista, essendo già stata trattata da altri maestri del cinema in passato. Dobbiamo dire però, senza mezzi termini, che a fine visione il film ci ha convinto sotto numerosi aspetti e, sinceramente, non ce lo aspettavamo.

Nel cast tra i pochi attori presenti domina sicuramente la scena la protagonista Maika Monroe, che gli amanti dell’horror conoscono per la sua interpretazione nel bellissimo It Follows. Al suo fianco (per modo di dire) c’è invece Karl Glusman nei panni di un marito indaffaratissimo con il suo nuovo lavoro. Una storia ambientata tra le quattro mura domestiche e le vie di una Bucarest buia e fredda. Se siete curiosi di conoscere il nostro pensiero sul film di Chloe Okuno non vi resta allora che mettervi comodi e proseguire con la lettura della recensione di Watcher (qui il trailer).

Indice:

La trama – Watcher recensione

Julia (Maika Monroe, It Follows) si è da poco trasferita in Romania a Bucarest per seguire suo marito con il suo nuovo lavoro, un impiego che lo tiene impegnato praticamente tutto il giorno. Per questo motivo si ritrova, un po’ annoiata e un po’ incuriosita, a passare gran parte del tempo da sola in una città nuova circondata da persone che parlano una lingua che lei deve ancora imparare. La solitudine e apparente inospitalità della nuova città sono però l’ultimo dei problemi di Julia, che ha l’impressione di essere spiata continuamente da uno stalker. Una figura misteriosa la scruta dalla finestra del palazzo di fronte. O, almeno, questo è quello che lei crede.

Watcher recensione

Watcher. Image Nation Abu Dhabi AGC International Spooky Pictures

Non solo, quando va in giro ha l’impressione che qualcuno la segua continuamente: dalla strada al cinema fin dentro al supermercato. Che si tratti di semplice suggestione o altro poco conta, Julia inizia ad avere paura. Come se non bastasse in città c’è a piede libero un serial killer che uccide le sue vittime, essenzialmente donne, decapitandole nei loro appartamenti. L’ultima vittima è stata ritrovata proprio nel quartiere dove vive la giovane coppia, ad un passo dalla loro casa. In preda al panico e alla paranoia Julia si ritrova a combattere da sola le sue peggiori paure ed inizia così a cercare di vederci chiaro.

Analisi – Watcher recensione

Stalking, paranoia, solitudine, paura. Watcher non è di certo il primo film ad affrontare determinate tematiche. Così come non sono nuove neanche le situazioni raccontate: una donna che combatte con le sue paure da sola, screditata da tutti quelli che la circondano, a partire proprio dal marito. Julia ha la netta sensazione di essere continuamente spiata dal vicino della finestra di fronte. Un evidente rimando a La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock ma a ruoli invertiti perché nella storia di Chloe Okuno è la protagonista ad essere spiata.

Tutta la tensione della pellicola gioca sul fatto che questa “iniziale lontananza” possa ridursi fino a portare i due ad incontrarsi faccia a faccia. La penosa attesa di un’eventuale resa dei conti è la molla che regge la suspense del film. Cosa che effettivamente, alla fine, accadeva davvero nel film diretto dal maestro del brivido, senza non poca apprensione in quell’ormai famosissima scena finale con un incontro-scontro. Rimanendo sempre sul cinema di Alfred Hitchcock potremo citare almeno altri due lavori che potrebbero aver ispirato Chloe Okuno nella stesura della trama: Il Sospetto e L’ombra del dubbio.

I rimandi al cinema di Polanski – Watcher recensione

Ma la domanda che ci poniamo già verso metà storia è se ci sia qualcosa di vero o se stia tutto nella mente di Julia. Parliamo in effetti di una donna vulnerabile, trapiantata in una nuova città dove passa gran parte del tempo da sola senza riuscire a comunicare con altri per via di una incolmabile barriera linguistica. In tal senso ha fatto scuola un tale Roman Polanski che in due dei suoi film di maggior successo, come Rosemary’s Baby e soprattutto il claustrofobico Repulsione con Catherine Deneuve, indagava la psiche delle sue protagoniste tormentate da paure, ossessioni e paranoie.

Watcher recensione

Watcher. Image Nation Abu Dhabi AGC International Spooky Pictures

E ci mettiamo, per completare la trilogia dell’appartamento anche L’inquilino del terzo piano. In tal senso è difficile non vedere una certa analogia con i lavori di Polanski quando si ha a che fare con un thriller psicologico come Watcher. Ma mentre Polanski rimane più sul concettuale e metaforico differenziandosi poi completamente nel significato più profondo del film, Watcher ha poi dei risvolti ben più concreti. Parliamo effettivamente di film simili per il piano emotivo su cui si muovono ma completamente diversi per i risvolti finali.

Aspetti tecnici

È grazie alla regia e alla convincente scrittura di Chloe Okuno che lo spettatore si immedesima in Julia vivendo lo stesso delirio paranoico della protagonista. Abbiamo sempre e solo il suo punto di vista, non sappiamo cosa succede agli altri personaggi quando non sono con lei. I dialoghi in lingua non sono stati volutamente sottotitolati per lasciarci vivere quel senso di estraniazione che sta attraversando Julia. Assorbiamo le sue insicurezze e paure, non capiamo se siamo vittime delle sue stesse paranoie o se un qualcosa di orribile stia veramente per accadere. L’essenza del film sta tutta qua: penosa attesa, paranoia e suspense. La casa che nell’immaginario collettivo rappresenta luogo di intimità e protezione è in Watcher invece un elemento particolarmente ansiogeno per Julia, costantemente spiata da una misteriosa sagoma dell’appartamento di fronte.

Le belle riprese in grandangolo negli interni alimentano il senso di smarrimento dello spettatore creando l’errata percezione che gli spazi siano più grandi di quello che sono. La casa non assume più il ruolo protettivo e di sicurezza che dovrebbe avere ma diventa un luogo violabile da chiunque, e Julia questo lo sa. Al livello tecnico invece mentre lodiamo sia la regia che la scrittura di Chloe Okuno abbiamo apprezzato decisamente meno la gestione delle luci. Talvolta infatti l’illuminazione in scena, specie negli interni, è troppo diffusa e schiarente, complice probabilmente anche una post-produzione che dà all’immagine un aspetto troppo soft, con una fotografia eccessivamente slavata in termini di cromie.

Le nostre conclusioni

In definitiva Watcher è un thriller psicologico che vi consigliamo di vedere. Ispirato ad altre pietre miliari celebri, ricco di citazioni per cinefili, Watcher è un miscuglio tra dramma e suspense, tra realtà e paranoia. Un film incentrato sugli incubi della mente, sull’attesa, sul sospetto ma anche sulla solitudine. Chloe Okuno ha veramente fatto un ottimo lavoro sia al livello di regia che script. Lo spettatore acquisisce fin dai primi minuti il focus della protagonista Julia immedesimandosi sempre di più con il suo punto di vista. L’intesa tra spettatore e personaggio diventa così intensa da assorbirne quasi i pensieri.

Perché alla fine proprio come Julia, ce lo chiediamo anche noi se si tratti solo di paranoie e paure infondate. Un film che fa della suggestione emotiva il suo fulcro, scoperchiando pian piano qualsiasi idea di sicurezza e rassicurazione. Julia è sempre più sola ed incompresa, vulnerabile e fragile; una donna trapiantata in una città fredda senza conoscenze ed amici e senza neanche un lavoro. In generale non una storia nuova in termini di sceneggiatura ma comunque un film che vi consigliamo di vedere al cinema dal 7 settembre.

Watcher

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • I meccanismi di creazione della tensione
  • La regia di Chloe Okuno

Lati negativi

  • Poca originalità
  • A tratti ripetitivo

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