West Side Story: recensione del musical di Steven Spielberg candidato agli Oscar 2022

West Side Story, il musical del 2021 diretto da Steven Spielberg disponibile ora su Disney+

Era il 19 agosto del 1957 quando al National Theatre di Washington andò in scena per la prima volta in assoluto il musical West Side Story. Sessantaquattro anni dopo Steven Spielberg sceglie un gruppo di giovani attori, cantanti e ballerini e dirige un film musical, di cui noi vi proponiamo la recensione, candidato agli Oscar in ben sette categorie, tra cui Miglior film, Miglior regista, Miglior attrice non protagonista e Miglior sonoro. Il musical originale fu un’opera scritta da Stephen Sondheim (parole) e Leonard Bernstein (musiche). Liberamente tratto dalla tragedia di Romeo e Giulietta scritta da William Shakespeare, l’opera è ambientata a New York negli anni Cinquanta e racconta la rivalità tra due bande di adolescenti. Tra le due emergono Tony e Maria, che si incontrano e si innamorano mentre tutto intorno a loro crolla in uno scontro senza ripari. Il film è disponibile su Disney+ dallo scorso 3 marzo. Se siete curiosi di conoscere le nostre opinioni, proseguite nella lettura della nostra recensione di West Side Story.

Indice

L’intramontabile tragica storia di Romeo e Giulietta – West Side Story recensione

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West Side Story. Amblin Entertainment, 20th Century Studios

Sulla base dell’omonimo musical, la pellicola West Side Story è il secondo adattamento, dopo il film del 1961 di Robert Wise e Jerome Robbins. Siamo nel 1950, nell’Upper Side di New York. In questo ambiente ci sono due bande irrimediabilmente rivali tra di loro. Sono i Jets – immigrati europei di seconda generazione – e gli Shark – immigrati portoricani. I Jets rivendicano il loro posto all’interno del territorio newyorkese, sfruttando il ballo che si terrà di lì a poco nella palestra della scuola. Proprio in questo ambiente teso e sempre pronto all’attacco, si conoscono Tony – il fondatore del gruppo dei Jets, insieme all’amico Riff – e Maria, la sorella del fondatore del gruppo degli Shark, Bernardo. Tra i due non c’è possibilità di tornare indietro, perché si innamorano al primo sguardo. La loro storia d’amore però deve fare i conti con l’odio che logora da tempo le due comunità, fino a un tragico finale che avrà il colore rosso del sangue versato e non dell’amore donato.

Dopo il primo adattamento cinematografico, che agli Oscar trionfò in ben dieci categorie, Spielberg prova a riportare in scena quel classico molto amato del 1957, in quella che rappresenta per lui la prima impresa nel mondo del cinema in musica. La storia di West Side Story è ben conosciuta a chiunque sappia – anche solo attraverso voci sentite in giro – chi fossero Romeo e Giulietta. Perché proprio come il classico di Shakespeare ambientato nella Verona del Rinascimento, qui si passa a una tragica storia d’amore nella New York degli anni Cinquanta. Ambientazione diversa, periodo storico diverso, ma stessa tragica storia d’amore di due ragazzi che non riescono a coronare il loro sogno a causa dell’odio che divampa feroce tra due bande che sono così diverse tra loro culturalmente, eppure così vicine musicalmente e nel loro obiettivo comune: quello di affermare il proprio predominio su un territorio che ritengono di loro proprietà per diritto.

I personaggi – West Side Story recensione

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West Side Story. Amblin Entertainment, 20th Century Studios

 Ansel Elgort è Tony, capo della banda dei Jets, un ex piantagrane che – dopo aver passato un anno in galera – ha deciso di essere una persona migliore e allontanarsi definitivamente dalla criminalità. Tony è un personaggio positivo all’interno della pellicola, che così come il Romeo di Shakespeare spera che – grazie al suo amore per la bella e pura Maria/Giulietta – di riuscire a riappacificare due bande tra di loro in conflitto da troppo tempo. In merito al suo personaggio, Ansel Elgort è apparso molto più sottotono rispetto a ciò che doveva essere. A ingannarlo è stato il viso da “bravo ragazzo”, che allontana lo spettatore dalla realtà che sta vivendo mentre vede la pellicola. Ciò che sorge spontaneo pensare, mentre si vede Ansel Elgort interpretare Tony è: davvero questo viso d’angelo è stato in carcere e ha sfiorato l’omicidio?

Il cuore della nuova produzione è Rita Moreno, che nel 1961 aveva interpretato il personaggio di Anita (ruolo dato ad Ariana DeBose nella versione più recente). Rita interpreta la proprietaria vedova del Doc’s Drugstore. L’attrice rappresenta quell’anello di congiunzione tra il passato e il presente, senza scadere nel ridicolo, ma lasciando che la sua interpretazione resti sobria. Se Rita è il cuore del passato di West Side Story, Ariana DeBose è senza dubbio il cuore moderno. Carica di grinta e vitalità, il personaggio di Anita domina la scena, grazie anche a una personalità animalesca come quella di Ariana, che riesce a catturare l’attenzione su di sé, rubando molto spesso la scena anche ai protagonisti della storia. Abbiamo poi Maria, interpretata qui da Rachel Zegler, una ragazza che vive da tempo con suo fratello a New York. Una ragazza di cui sappiamo ben poco, a parte il fatto che ha il forte desiderio di andare al college ed è innamorata di Tony. Purtroppo però Maria non riesce a farsi conoscere nel proprio profondo dallo spettatore, che suo malgrado non riesce a empatizzare con il suo dolore.

Colori e musica nel musical di Steven Spielberg – West Side Story recensione

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West Side Story. Amblin Entertainment, 20th Century Studios

 A definire la storia di Spielberg sono soprattutto i colori utilizzati per la caratterizzazione delle scene. La tavolozza cromatica è inizialmente molto tenue, per poi esplodere in tonalità vivaci durante le prove di ballo delle due bande. I colori caratterizzano particolarmente anche i diversi tipi di personaggi. Abbiamo i Jets, il cui colore è in particolare l’azzurro dei jeans – tipico del mondo americano di quell’epoca – a differenza degli Shark, che esplodono di tinte diverse, con gli abiti sgargianti delle donne e quelli composti degli uomini. Le immagini della pellicola, il più delle volte, si distaccano dal mondo del cinema, per catapultarsi così in quello teatrale, in una pallida imitazione di ciò che avviene su un palco. Le strade diventano finte, il naturalismo scompare e il teatro prende vita in un mondo troppo finto per avere credibilità.

Le musiche e le voci di questa nuova versione della storia di West Side Story sono piuttosto forti. Rachel Zegler ha una potenza canora non indifferente e riesce a essere autonoma e piena della consapevolezza della sua voce mentre canta. Le canzoni che però dovrebbero essere il fulcro della pellicola – quelle in duetto tra Tony e Maria – non riescono a coinvolgere appieno il pubblico. I due attori protagonisti non sembrano vivere pienamente la grande passione che coinvolge i loro due personaggi e che altera il loro tempo e la dimensione in cui vivono, rendendo quell’amore eterno insipido. Le canzoni corali, così come le coreografie – soprattutto quelle i cui protagonisti sono gli Shark – sono invece il punto forte della versione di Spielberg. I personaggi di contorno sono in effetti molto più profondi dei due protagonisti. Non sono solo dei catalizzatori per mettere in scena la storia, entrambe le parti rappresentano invece  – a loro modo – il sogno americano, cercando di capire cosa voglia vivere in America, ma soprattutto vivere l’America negli anni Cinquanta, a costo di perdere la propria vita.

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West Side Story

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Rita Moreno rappresenta quell'anello di congiunzione tra il passato e il presente, senza scadere nel ridicolo, ma lasciando che la sua interpretazione resti sobria
  • Il personaggio di Anita domina la scena, grazie anche a una personalità animalesca come quella di Ariana, che riesce a catturare l’attenzione su di sé
  • Le canzoni corali, così come le coreografie – soprattutto quelle i cui protagonisti sono gli Shark – sono il punto forte della versione di Spielberg

Lati negativi

  • Ansel Elgort è molto più sottotono rispetto a ciò che doveva essere il personaggio positivo di Tony
  • Maria non riesce a farsi conoscere nel proprio profondo dallo spettatore, che suo malgrado non riesce a empatizzare con il suo dolore
  • Le immagini della pellicola, il più delle volte, si distaccano dal mondo del cinema, per catapultarsi così in quello teatrale, in una pallida imitazione di ciò che avviene su un palco
  • Le canzoni che dovrebbero essere il fulcro della pellicola – quelle in duetto tra Tony e Maria – non riescono a coinvolgere appieno il pubblico

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