Sense8: cronache di una cancellazione buona e giusta

E’ passata qualche settimana da quando i produttori di casa Netflix hanno deciso di far saltare Sense8, cancellandola definitivamente. Analizziamo oggi, a mente lucida e sangue freddo, perché non bisogna farne un dramma.

La cancellazione di Sense8 ha indubbiamente destato scalpore tra i fan che, tra petizioni di discutibile valore e tumultuosi hashtag spaccamaroni, hanno negli scorsi giorni tempestato il web e la pagina ufficiale su Facebook. Adesso che le acque sono più calme, cerchiamo di capire il perché di questa cancellazione; e perché fondamentalmente essa sia giusta; partendo dal presupposto che il mio vuol essere un discorso lontano dalla mera valutazione qualitativa della suddetta serie, avendola oltretutto apprezzata molto.

cancellazione sense8Vidi la prima stagione di Sense8 le prime settimane dallo sbarco della piattaforma Netflix in Italia: sfruttai il primo abbonamento gratuito, nel periodo di un mio personale blocco seriale. Pensate che l’ultima serie vista prima di allora era Daredevil, che peraltro avevo abbandonato dopo appena 4 episodi. E non perché non fosse meritevole. Fui subito attratto dalla trama e dalla nomea delle autrici, e decisi di dargli una possibilità. E fui ripagato immensamente, perché Sense8 mi aiutò a riscoprire un amore che avevo ormai perso. E, consequenzialmente, a recuperare poi Daredevil. Ma fu anche tra i principali motivi per cui decisi, già da allora, di continuare a supportare Netflix. Questa pantomima per farvi capire che non voglio giustificare la sua cancellazione semplicemente perché non mi è piaciuta. Ho divorato la seconda stagione alla sua uscita, e, pur reputandola inferiore e non di poco rispetto alla prima (ma è una cosa che avevo messo in conto, care Wachowski) sono rimasto deluso quanto voi alla notizia della sua cancellazione. Ma anche questa era una cosa che avevo messo in conto. E per la quale non mi sento di criticare Netflix.

Analizziamo le critiche più espresse sul web, a partire dalla più gettonata:
Perché Netflix ha rinnovato 13, e non Sense8 il cui finale è terribilmente aperto?

A parte il fatto che inviterei queste persone a guardare The Hour e solo dopo a venirmi a fare la morale sui finali aperti/cliffhanger destituiti della cancellazione, state per giunta riuscendo a farmi difendere 13, che avevo criticato aspramente. Questo paragone è già in errore per due semplici motivi:

  • A) 13 ha un finale chiuso? No, avete visto la serie col culo, senza mezzi termini. Il finale di 13 è infatti parecchio aperto; che si potesse fare diversamente, chiudendo lì la vicenda, è indubbio. Ma una volta che si decide per quel finale, la seconda stagione era ormai palesemente dichiarata.
  • B) come se una serie prodotta dai miei zii con due arrosticini e con attori stipendiati a manicaretti, girata sì e no in quattro location, potesse essere paragonata a una produzione Wachowski dal costo stimato di 9 milioni di dollari ad episodio e girata in settordicimila location/paesi/stati.

Non si tratta di rispetto per il fan ma di semplice salvaguardia di una società. Se Netflix o qualsivoglia distributore/emittente televisivo si mettesse a rinnovare a caso delle produzioni semplicemente perché ci sono dei fan a guardarla, probabilmente oggi non avremmo più nessuna serie tv in arrivo. Perché tutte queste aziende sarebbero già belle che fallite. Senza tenere in considerazione che siamo nell’ambito di dinamiche contrattuali che non conosciamo e probabilmente mai conosceremo.

sense8A questo proposito interessante è l’intervista di uno dei produttori, Roberto Malerba, che ancora prima della cancellazione, a riguardo di una possibile terza stagione dichiarava: “dipenderà dal budget a disposizione in rapporto al progetto che presenterà la regista e ideatrice per i nuovi potenziali episodi”.

Probabile che Netflix giustificata dal basso riscontro tirasse da una parte, nel tentativo di ridimensionare il budget messo a disposizione; mentre le produttrici tirassero dall’altra, nel tentavo di aumentarlo ulteriormente (budget che era già raddoppiato dalla prima alla seconda stagione, ndr). Per realizzare la miglior terza stagione possibile, perché, come dichiarato dallo stesso Malerba, sarebbe stata probabilmente l’ultima. Col risultato che la corda s’è infine spezzata. D’altronde le Wachowski non sono mai scese a compromessi fin dai tempi di Matrix; e a questo proposito risulta inutile la richiesta di un eventuale film/episodio conclusivo, come paventato dai più. Rassegnatevi, se pure Netflix proponesse qualcosa del genere, le sorelle Wachowski non accetterebbero mai semplicemente per dignità autoriale.

Un ultimo punto: in molti hanno minacciato o effettivamente compiuto la disdetta dell’abbonamento. Lasciatemi dire che questa mossa non ha completamente senso: in primis perché non è mica cascato il mondo e su Netflix ci stanno serie equamente meritevoli se non più; in secundis perché chi lo fa probabilmente su Netflix seguiva solo Sense8, e che le visualizzazioni crollino ulteriormente a Netflix frega pressapoco una mazza. E se pure si dovesse registrare un crollo vertiginoso degli abbonamenti, cosa impossibile, state tranquilli: Sense8 non verrà comunque rinnovata. Anzi, avrete innescato un circolo vizioso per il quale Netflix si troverà costretta a ridimensionare e/o cancellare altri progetti. Geni del marketing. Quello che si potrebbe fare invece è proprio il contrario: un passaparola che porti a un aumento di abbonamenti e un repentino aumento delle visualizzazioni di Sense8 dalla piattaforma; solo così i dirigenti potrebbero tornare sui propri passi.

Ma mi rendo perfettamente conto dell’inattuabilità della cosa: circa mezzo milione di persone ha firmato la petizione; probabilmente più della metà di loro avrà visto la serie piratandola.

9iVSYfzrSense8 è risultato essere, infatti, una tra gli show più piratati del web al calibro, o quasi, di mostri sacri come Game Of Thrones, Westworld, The Walking Dead. Ma se quest’ultimi possono far fronte a una così forte pirateria perché il numero di persone che le guarda è comunque alto, e perché riescono a vendere anche con altro (passaggi televisivi/diritti/merchandising e via dicendo), ciò non si può dire di Sense8. E a questo proposito fa sorridere un post strappa-lacrime di un portale-fansub il cui nome evito di citare. Meno piagnistei perché avete contribuito alla cancellazione della serie. Come se uno dei cesaricidi driblasse le accuse perché in fondo ha dato solo una coltellata. Ma di cosa stiamo parlando?

Articoli correlati

12 commenti

  • Giuseppe Aedan Calì ha detto:

    Più che una lucida analisi, quest’articolo sembra una bomba al vetriolo gratuita e non richiesta, soprattutto verso i fan della serie, verso i quali sembri nutrire un risentimento e un’ostilità non meglio precisate e comprensibili. Più di 500.000 fan ti ringraziano per le tue frasi da haters come “tra petizioni di discutibile valore e tumultuosi hashtag spaccamaroni” o “Meno piagnistei perché avete contribuito alla cancellazione della serie” (vallo a dire a chi ha guardato la serie su Netflix).

    Netflix non ha valutato nessun’alternativa alla conclusione della serie; non si è degnato di aprire un tavolo di confronto con le parti, sorelle Wachowski per prime, non ha valutato la cessione dei diritti a terzi e soprattutto non si è certo spesa per promuovere la serie come si deve, sperando quasi che si promuovesse da sola. Desolato, non funziona così.

    Concludo dissentendo con il tuo giudizio secondo cui la seconda stagione è inferiore della prima: fa figo dire che i seguiti non sono mai all’altezza del primo film o della prima stagione, ma era inevitabile che la seconda season seguisse strade e direzioni diverse – non per questo, la qualità ne viene lesa.

    Se i fan stanno insistendo con tanta energia per un rinnovo o per una degna conclusione, è perché loro (a differenza tua) hanno colto i messaggi alti e profondi che la serie trasmette – ma immagino che un cinico non sia in grado di coglierli.

    • Antonino Russotto ha detto:

      Più che un lucido commento il tuo sembra una bomba al vetriolo gratuita e non richiesta, ma sono un’irrimediabile ottimista e ho fiducia nell’umanità. Quindi ho deciso di risponderti. Andiamo punto per punto.
      1) Ti assicuro che non nutro alcun particolare risentimento o ostilità (che io sappia, ma sembra tu ne sappia più di me) verso i fan della serie. Forse giusto con quelli come te, che travisano completamente il senso dell’articolo soffermandosi su ciò che fa comodo (e sbagliando, per giunta).
      Ho definito la petizione discutibile e discutibile resta, come qualsiasi petizione d’altronde. Salvo rarissimi casi le petizioni non sono mai riuscite a ribaltare le sorti di un qualcosa di già deciso. Ciò non lenisce certo la “moralità” del tentativo, ma resta inutile, e questo è quanto. Ho definito gli hashtag spaccamaroni e spaccamaroni sono stati… Ti invito a fare un giro sulla pagina ufficiale di Netflix a cui rimando, e ti renderai conto tu stesso del disagio sociale generatosi.
      Noto inoltre che fa comodo estrapolare frasi da un contesto del tutto legittimo per darsi una parvenza di non so che, ma mettiamo pure questi puntini sulle i; è lapalissiano che con la frase “Meno piagnistei perché avete contribuito alla cancellazione della serie” mi riferissi a quei portali “produttori di sub” e a quei fans (che fans non sono proprio per questo) che hanno visto la serie illegalmente contribuendo de facto alla sua cancellazione. E che ora hanno pure la faccia tosta di richiedere non so cosa. Non di certo a tutta la fanbase o a chi ha visto la serie su Netflix.
      2) Netflix non ha valutato nessun’alternativa alla conclusione della serie. Vero, ma è anche vero che probabilmente alternative non ce ne fossero. E no, la cessione dei diritti a terzi non la fa si fa con uno schiocco di dita, e lo testimoniano i pochissimi casi in cui questa è avvenuta, per nomi di questo calibro: o alla base c’erano problemi finanziari gravissimi e rischi di fallimento per cui si cerca di far cassa (e mi sembra evidente che Netflix non stia fallendo), oppure passano talmente tanti anni da rendere più semplice un incontro tra le parti. E in ogni caso all’orizzonte non vedo altre aziende dar di mano per appiopparsi una serie tv costosissima e dal discutibile share…
      3) Ovvio che puoi dissentire sul giudizio della stagione. A me è piaciuta più la prima, a te più la seconda. Fine. Ma ti faccio notare che l’articolo parlava di tutt’altro. Pur di criticare comunque ti sei attaccato su una singola frase personalissima, e con la quale non volevo proprio convincere nessuno. Mica ho scritto “la seconda stagione è nettamente più debole della prima”, o roba del genere. Mi è semplicemente piaciuta meno. O devo dar conto a te per il mio gusto personale?
      Fa proprio figo criticare i seguiti, è vero: infatti Interceptor – il guerriero della strata, Il Padrino – Parte II, Il Cavaliere Oscuro, L’impero colpisce ancora, tutta roba indegna e sicuramente non tra i miei film preferiti di sempre.
      4) Con l’ultimo periodo hai proprio dato il meglio di te. Ma tranquillo, non voglio infierire: perché io (a differenza tua) connetto il cervello e non blatero assurdità da minus habens scrivendo di membro o di pancia. Saluti.

  • Ivano ha detto:

    Articolo orribile. Sputi sentenze sulle persone solo perché sono legate cosi tanto a una serie unica che trattava argomenti incredibili come uguaglianza, amicizia, solidarietà e tanto altro. Hai ragione sulla pirateria ma Netfilx deve tutelare i suoi clienti PAGANTI e solo quelli… perche poi… non pagheranno più. Ha perso di credibilità e nel marketing di questa cosa se ne pagano le conseguenze. Ha deluso cosi tante persone, avrebbero dovuto trovare una soluzione o non far finire la serie cosi apertamente. Si, potevano fare questo. Un consiglio a te, non offendere i tuoi eventuali lettori come me, che magari hanno firmato la petizione, perche poi… non ti leggeranno più.

    • Antonino Russotto ha detto:

      Qui non si offende nessuno e non si sputa sentenze su nessuno. Se ho fatto quest’articolo a qualche settimana dalla cancellazione è stato proprio per evitare che fan annebbiati dalla cancellazione venissero qui a travasar di bile, ma evidentemente mi sbagliavo.
      Quest’articolo non parla dei fan, ma delle loro forme di protesta e di critica piuttosto discutibili. In particolare soffermandomi sull’inutilità del paragone 13/Sense8 e sul “Netflix brutto e cattivo” che s’è ormai diffuso. In caso contrario mi indichi pure dove ho scritto “i fan sono dei coglioni”, o robe del genere. Sarò ben lieto di essere smentito.
      E’ vero, serie unica che trattava di argomenti incredibili (peraltro ho scritto di essere fan e di come sia stata importante per me). Ma, ripeto, era questa la tematica dell’articolo?

      Netflix non deve tutelare proprio nulla, se alla base non ci sono i numeri. Anche io ero un cliente pagante, ma se i clienti paganti che guardano la serie sono pochi, che si fa? Non facciamo finta di vivere nel magico mondo del “pago quindi tutto mi è dovuto”.
      Il finale è troppo aperto, è vero, ma per questo devi prendertela con le Wachowski. Netflix ha sempre spacciato (diamogli fiducia) di dar piena libertà creativa ai suoi sceneggiatori. Asserendo che questo sia vero, anche su quel finale aperto Netflix non c’entra nulla. Come ultima cosa ti faccio notare che ogni stagione (STAGIONE) praticamente tutti i network televisivi fanno fuori in media 2-3 serie… Netflix è alla terza cancellazione da quando è nata. Forse i suoi dirigenti non sono poi così incompetenti, o no?

      Concludo dicendo e ripetendo che qui non si offende nessuno (a meno che la critica non sfoci sul personale come ha fatto il tizio sopra). Dispiace se il lettore si è sentito offeso da un articolo che tutto voleva meno che offendere: ma se il livello medio di lettura e analisi è questo, preferisco tranquillamente lasciare tutto ai posteri.
      Grazie del commento, saluti.

      • Giuseppe Aedan Calì ha detto:

        In che modo avrei offeso la tua persona? Io ho criticato il tuo articolo, non il 22enne siciliano che porta il nome di Antonino Russotto.
        Se arriveranno diversi commenti al tuo articolo come questo o il mio, FORSE dovresti porti qualche domanda. E’ come al solito il volgo a non capire la grandezza e profondità dell’autore o l’autore che non ha compreso i motivi che animano il volgo? Pensaci 🙂

      • Antonino Russotto ha detto:

        Precisamente quando mi hai dato del “cinico” sulla base del nulla, con un’accezione volutamente negativa che va oltre il semplice articolo, ma forse sono io ad averci visto della malizia. In tal caso depongo le armi e chiedo venia.

        Per il resto, l’articolo è criticabile, ci mancherebbe altro. Solo avrei voluto che il tenore della discussione fosse diverso. Non so, magari mi si potrebbe tacciare di superficialità, portando alla mano interviste, statistiche, prove. Molto comodo buttarla in caciara soffermandosi su qualche singola frase piuttosto che sull’articolo in sé.

        Comunque sì, storicamente e socialmente è sempre stato il volgo a non comprendere… soprattutto se come nel mio caso remi controcorrente. Ma non mi reputo né grande né profondo: anzi, non mi reputo neanche un “autore”. Ne ho di strada da fare, indubbiamente. Ma le mie convinzioni, quelle, difficilmente verranno scalfite da un paio di commenti. Probabilmente neanche da un centinaio… Apprezzo comunque il tentativo 🙂

  • maria ha detto:

    dal mio personale punto di vista, se vendi qualcosa dovresti almeno assicurarti che sia un prodotto finito e curato in tutti i suoi aspetti..non capisco come i manager non abbiano previsto l’inattuabilità della terza stagione..a quel punto potevano allungare la seconda di un paio di puntate per un finale un po’ più strutturato e definitivo, ma tant’è, scelte loro
    alla base dello scontento di molti però secondo me c’è il fatto che se pago per avere una qualità superiore a quella offerta dalle reti gratuite, ma non mi viene offerto un prodotto finito, il dubbio che questo si possa ripetere rimane e quindi ci si chiede se valga la pena di pagare per poi vedere interrotte sul più bello le cose offerte
    insomma per me è stata una cosa molto come dire..sciatta nei confronti degli spettatori..poi ognuno è liberissimo di pensarla come crede

    ad ogni modo bisogna cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno, Sense8 mi ha lasciato tanti pensieri, tante riflessioni, tante belle emozioni..non importa se non so come andrà a finire (an che se il finale sarebbe stato sicuramente prevedibile secondo me), l’importante è il messaggio che ha trasmesso e di cui bisognerebbe fare tesoro di questi tempi

    • Antonino Russotto ha detto:

      Beh, il problema è che le serie tv non vengono vendute come prodotto finito ma come prodotto a tempo. Si fa un contratto, lo si può rinnovare, ma alla fine dello stesso si valutano pro e contro e si decide se vale la pena continuare. Ma questa non è la politica del solo Netflix, ma di tutti i network, anche di quelli a pagamento. Il problema è che siamo stati abituati fin troppo bene, e dato che questo risulta essere il “primo caso”, quantomeno eclatante, di show tagliato, allora ecco che succede il pandemonio.

      La mia personale interpretazione (ma interpretazione rimane, ovviamente) è che Netflix abbia rinnovato la serie in un primo momento perché il catalogo in termini di produzioni originali stentava ancora a decollare… Era l’inizio del 2015 e tolti House Of Cards e Orange is the new black c’era ben poco altro, chiaro che in un contesto del genere si potesse puntare, credere e investire su un prodotto come Sense8. Da quel momento però c’è stato un boom, e ad oggi gli show sulla piattaforma si sono triplicati se non quadruplicati: di fronte all’evidenza di non poter portare avanti tutto Netflix ha deciso di tagliare. Anche per questo non escludo che da qua al giro di un anno, almeno un altro paio di serie possano essere tagliate… sperando che almeno a quelle possa esser dato un finale degno. Per il resto, una volta che Netflix commissiona la seconda stagione, difficilmente dopo un anno avrebbe potuto mandare una letterina o chiamare le Wachowski al ritmo di “Ehm… ci abbiamo ripensato… forse è meglio fare un finale chiuso perché c’è il rischio che la serie non venga rinnovata”. Nel processo di produzione di una serie tv la sceneggiatura è ovviamente la prima cosa ad essere scritta, ri-scriverla per dare un finale degno avrebbe significato buttare letteralmente alle ortiche il lavoro (e i soldi) di un anno e più di lavorazione. D’altro canto mantenere la stessa sceneggiatura e aggiungere, non so, un episodio in più, sicuramente si sarebbe tradotto in un finale accelerato, confuso e pasticciato… Per quanto mi riguarda, meglio senza finale, a questo punto. Credo che a Netflix si possa imputare “solo” la “svolta quantitativa”, oltre che la campagna pubblicitaria ai limiti del vergognoso (quasi come se ormai si fossero arresi all’evidenza di dover cancellare le serie), e poco altro… Ma il problema principale è stato ed è sempre quello: lo scarso share. Ma ripeto, questa è la mia interpretazione.

      Concordo, comunque, con la tua riflessione finale, nella maniera più assoluta. Il punto forte di Sense8 non è mai stato, a mio modo di vedere, il semplice susseguirsi degli eventi. Se è vero che ci hanno tolto il finale è allo stesso tempo vero che le tematiche toccate e le emozioni suscitate resteranno per sempre. Grazie per il commento!

  • Andrea ha detto:

    “Ma mi rendo perfettamente conto dell’inattuabilità della cosa: circa mezzo milione di persone ha firmato la petizione; probabilmente più della metà di loro avrà visto la serie piratandola.”
    E’ una pura illazione o ci sono delle statistiche? Perche’ nel caso fosse la prima questo e’ effettivamente ‘sputare sentenze a caso’.

  • diego ha detto:

    rileggiti ora
    magari dopo aver visto quel finale che mai si farà

    ed abbi la decenza di cancellarti da solo

  • diego ha detto:

    rileggiti ora
    magari dopo aver visto quel finale che mai si farà

    ed abbi la decenza di cancellarti da solo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *