Léa Seydoux torna a parlare de La vita di Adele: “Il regista era matto”

L'attrice francese fa chiarezza sul suo rapporto col controverso film

Nel corso di un’intervista per The Guardian, Lea Seydoux è tornata a parlare de La vita di Adele. L’attrice francese è una delle grandi protagoniste del Festival di Cannes, e tornerà alla kermesse con Crimes of the Future di David Cronenberg e One Fine Morning di Mia Hansen-Love. La vita di Adele si aggiudicò la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2013, tuttavia, l’attrice ha criticato fortemente i metodi lavorativi di Kechiche. Tanto che nel corso degli anni c’è stato un acceso scambio di dichiarazioni e critiche proprio con il regista. Ora, quasi un decennio dopo, quando gli è stato chiesto se un coordinatore dell’intimità avrebbe cambiato le dinamiche sul set, Seydoux ha risposto:

No, sarebbe stato inutile. Era l’intero film, non solo le scene di sesso. Il modo in cui abbiamo girato quel film è stato pazzesco. Il regista è semplicemente matto.

Léa Seydoux torna a parlare de La vita di Adele: “Il regista era matto”

Léa Seydoux La vita di Adele

La vita di Adele. Wild Bunch, France 2 Cinema, RTBF

Alla premiere del film a Cannes nel lontano 2013, la troupe della produzione francese ha rilasciato una dichiarazione sindacale citando l’ambiente di lavoro “anarchico” sotto la direzione di Abdellatif Kechiche. Il regista, a sua volta, ha minacciato un’azione legale contro Seydoux per aver condiviso informazioni “diffamatorie” sul set. Gli attori principali erano irremovibili su quanto fosse stata un’esperienza scomoda girare il film e il regista ha continuato a suscitare polemiche con i suoi film anche negli anni a venire.

In particolare il regista francese di origine tunisina è stato di nuovo in concorso a Cannes nel 2019 con Mektoub, My Love: Intermezzo, seconda parte di un fantomatico trittico che molto probabilmente rimarrà incompleto. Il secondo episodio è tuttora inedito nelle sale, a causa della bancarotta della casa di produzione di Kechiche. A questo si aggiungono le polemiche legate al film stesso (che contiene una scena di sesso orale non simulato) e al regista, accusato di violenza sessuale nel 2018.

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