Matrix 4: Lana Wachowski spiega perché ha riportato in vita Neo e Trinity

Ospite del Festival Internazionale della Letteratura di Berlino, la regista ha parlato ovviamente del suo ultimo progetto

Lana Wachowski, regista di Matrix 4, è stata ospite del Festival Internazionale della Letteratura di Berlino e per l’occasione ha rivelato i motivi che l’hanno portata a resuscitare Neo e Trinity. Una riproposta che legittima il sottotitolo Resurrections, e che discutendo del processo e delle motivazioni che l’hanno portata ad accettare questo Matrix 4, la regista e co-sceneggiatrice ha spiegato. Rivelando una storia incredibile e carica di emozioni:

Mio padre è morto, dopo poco è morto anche un mio amico e subito dopo mia madre. Non sapevo davvero come elaborare quel tipo di dolore. Non l’avevo sperimentato così da vicino. Sai che le loro vite stanno per finire, eppure è stato davvero difficile. Il mio cervello è sempre intervenuto con l’immaginazione per aiutarmi e una notte stavo piangendo, non riuscivo a dormire, e il mio cervello ha fatto esplodere tutta questa storia. 

Matrix 4: Lana Wachowski spiega perché ha riportato in vita Neo e Trinity

Come ha svelato anche la sorella Lilly Wachowski che, a differenza di Lana, ha deciso di non occuparsi di Matrix Resurrections (QUI, il trailer), il progetto ha preso forma nel periodo in cui i loro genitori sono deceduti a distanza di pochi giorni l’uno dall’altra. La regista ha continuato:

Non potevo avere indietro mia madre e mio padre, ma all’improvviso ho avuto Neo e Trinity, probabilmente i due personaggi più importanti della mia vita. È stato immediatamente confortante avere di nuovo in vita questi due personaggi, e in un modo semplicissimo anche. Puoi guardare a questa cosa e pensare: “Ok, queste due persone sono morte e ok, riportarle in vita non mi fa stare bene”. Ma lo fa. È semplice, è quello che fa l’arte ed è quello che fanno le storie: ci confortano.

Andando avanti con l’intervista, la regista ha spiegato anche i motivi per i quali sua sorella Lilly non ha preso parte alla regia.

Le ho chiesto voleva partecipare, ma lei ha deciso elaborare il dolore in un altro modo. Stava frequentando una scuola d’arte, stava intraprendendo un percorso diverso e non voleva camminare sulla mia stessa strada per superare quel momento. Ma poi tutto si è evoluto, ho raccontato a mia moglie la storia e mi ha detto “Devi assolutamente farlo”. Devo dire che all’inizio ho pensato “Matrix… non posso tornare alla saga”. Poi ne ho parlato anche con i miei amici e mi hanno dato la base di quel processo decisionale che mi ha portato a dire “Va bene, facciamolo”. Loro sono la vera ragione del ritorno alla saga.

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