Suburra: potrebbe arrivare uno spin-off tutto al femminile
Gli autori Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli parlano della possibilità
Il 30 ottobre scorso è arrivata su Netflix la terza e ultima stagione di Suburra, la popolare serie ambientata a Roma con Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Filippo Nigro e Claudia Gerini. Neanche il tempo di metabolizzare il finale che arriva subito una notizia davvero inattesa e interessante. A quanto sembra sarebbe già nei piani e potrebbe arrivare presto uno spin-off di Suburra – La serie tutto al femminile. Ad alimentare queste voci sono proprio gli autori della serie Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli. Abbate e Bettelli hanno sottolineato come ci sia ancora molto da dire sui personaggi della serie e sul mondo della criminalità della Capitale. In particolare i due hanno dichiarato l’intento di realizzare qualcosa stile Better Call Saul; in altre parole, uno spin-off che ha toccato vette ancora più alte della serie originale. Vediamo qui di seguito la dichiarazione in questione.
Ci piacerebbe lavorare ad uno spin-off. Suburra è ricca di personaggi e storia da raccontare che potrebbero essere perfette per una nuova serie. Ci piacerebbe fare qualcosa alla Better Call Saul che ha raggiunto livelli anche superiori a quelli della serie madre.
In arrivo uno spin-off di Suburra?
Inutile dire che le attese dei fan di Suburra per questo possibile spin-off sono già alle stelle. Alcune voci parlano di uno spin-off tutto al femminile, che si potrebbe sviluppare attorno alle figure di Angelica e Nadia. Angelica Sale è la moglie di Spadino che in Suburra ha il volto di Carlotta Antonelli; Nadia Gravone è invece la compagna di Aureliano Adami, interpretata da Federica Sabatini. Le vicende approfondite all’interno di questo spin-off potrebbero svolgersi a Roma in un arco temporale che si colloca tra il 2011 e il 2013. Potremmo inoltre ritrovare il personaggio di Cinaglia (Filippo Nigro) ostacolato nella sua carriera da Filippo Malgradi, l’onorevole che nel film del 2015 di Stefano Sollima ha il volto di Piefrancesco Favino.