Caso Weinstein: risarcimento di 17 milioni di dollari per le vittime

Il tribunale ha approvato la somma che il produttore dovrà versare alle vittime

Sono passati quasi tre anni da quando la Weinstein Co. ha dichiarato bancarotta, a seguito della valanga di accuse di stupro e molestie sessuali al produttore Harvey Weinstein. Dopo la condanna all’uomo dello scorso marzo a 23 anni di prigione; ieri la giudice Mary Walrath ha approvato un piano di risarcimento dalla società di Weinstein nel quale è previsto un fondo di 17,1 milioni di dollari per le vittime.

Il piano di liquidazione della società prevede che 17 milioni di dollari vengano utilizzati per risarcire le donne che avevano subito molestie sessuali da parte di Weinstein. Altri 9,7 milioni di dollari (8 milioni di euro) copriranno le spese legali del processo, senza rimborsi per le spese della difesa. Mentre 8,4 milioni di dollari (quasi 7 milioni di euro) finiranno in un fondo che sarà destinato ai risarcimenti per reati diversi da quelli di molestie sessuali.

La condanna al carcere e il risarcimento nel caso Weinstein

La maggior parte delle attività della Weinstein’s Co. fa parte ora di Lantern Capital, una società di private equity con sede a Dallas, acquistata per 289 milioni di dollari. La maggior parte dei fondi sono stati usati per pagare i creditori. Dopo la condanna a 23 anni di carcere, nel marzo del 2020; l’ottobre successivo Weinstein era stato incriminato per altri sei capi d’imputazione legati a episodi di violenza sessuale denunciati da due donne per fatti risalenti a un periodo compreso tra il 2004 e il 2010.

La condanna è stata celebrata come una grande vittoria da #MeToo. Il movimento nato dall’ondata di rivelazioni e accuse contro Weinstein scatenata dagli articoli del New York Times e del settimanale New Yorker; pubblicati a ottobre del 2017, nei quali si riferivano nel dettaglio numerose testimonianze contro Weinstein. «Ho pianto di commozione», ha detto l’attrice Mira Sorvino. Ashley Judd, Rose McGowan e le altre “Silence Breakers” hanno ripetuto più volte «nessuna pena detentiva potrà riparare tante vite distrutte e carriere rovinate».

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