5 cm al secondo: recensione del film di Makoto Shinkai

Esploriamo una delle prime opere del maestro giapponese, regista di Your Name.

5 cm al secondo recensione. Reduce dall’enorme successo di Your Name.Nexo Digital si è presa recentemente carico di proseguire la distribuzione dei lavori di Makoto Shinkai. Uscito in Giappone nel 2007, 5 cm al secondo sbarcò in Italia l’anno successivo dove vinse il Lancia Platinum Grand Prize al Future Film Festival. Pur essendo esaltato dalla critica non riuscì però ad arrivare nelle sale italiane dove approderà soltanto ora, dal 13 al 15 Maggio 2019. Un lasso di tempo molto breve che punta principalmente ai fan già vicini all’autore giapponese, partendo anche dalle peculiarità del film stesso che poco si addicono a un pubblico di massa. Proviamo a parlarvi di 5 cm al secondo in questa recensione.

Questo mediometraggio narra della storia dei due protagonisti, Takaki e Akari, suddividendola in tre episodi rappresentanti tre diversi momenti della vita dei personaggi. Durante gli anni ’90 in Giappone i due ragazzi, amici per la pelle, finiscono le elementari e sono costretti ad allontanarsi in quanto, mentre Akari si sposta nella prefettura di Tochigi, Takaki resta a Tokyo. La distanza andrà ad acuirsi ulteriormente con il trasferimento di Takaki, che andrà a vivere nella lontana e soleggiata Kagoshima. I due programmano di vedersi un’ultima volta prima della separazione. Riusciranno a mantenersi in contatto fino all’età adulta? O la distanza si rivelerà insormontabile?

Indice

Mono no aware – 5 cm al secondo recensione5 cm al secondo

Il mono no aware è un concetto tipico dell’estetica giapponese: è il sentimento di serena rassegnazione che scaturisce comprendendo la caducità di tutte le cose. Non è un sentimento di per sé negativo, anzi: è una pacata presa di coscienza dell’oblio che sta dietro la coltre di bellezza e sentimento, ma questa nuova conoscenza non inficia il loro valore. Semplicemente nulla dura per sempre. Takaki lo sa perfettamente e, nella parentesi migliore di tutto il film, lo accetta facendosi cullare dall’estasi momentanea. Il ragazzo guarda in faccia l’oblio e decide di ignorarlo, dando vita ad un attimo esule da ogni malinconia e trovando “le cose che chiamiamo eternità, cuore, anima“.

Quando però l’oblio arriva e richiede un confronto Takaki scopre la sua solitudine. Ha lo sguardo sempre inchiodato verso qualcosa di lontano ed è inadatto ad amare qualcuno che non sia Akari. Similmente al razzo che deve affrontare un lungo e interminabile viaggio circondato dall’oscurità, anche Takaki sta compiendo il suo. Ma, proprio come il missile spaziale, un giorno arriverà alla meta preffisata. L’idea squisitamente romantica e fatalista delle due anime gemelle si incrocia con un forte velo malinconico. Nonostante il destino sembra averli voluti unire, ora lo stesso destino li sta separando in maniera definitiva.

Shinkai immagina dunque una vita sulla soglia dell’esistenzialismo, dove però sussistono dei brevi attimi di gioia nei quali siamo veramente in contatto con le persone. Questi attimi di felicità sono però sempre permeati dal mono no aware e conditi dalla malinconica colonna sonora di Tenmon, fatta di solo pianoforte. L’atmosfera di malinconia impregna tutta la pellicola e la regia è al suo servizio, dando vita ad attimi di grande impegno emotivo. La pecca risiede nei personaggi, troppo poco caratterizzati e visibilmente risalenti a uno Shinkai ancora acerbo.

Il regista autore – 5 cm al secondo recensione5 cm al secondo

Seppur non al livello delle opere più recenti, 5 cm al secondo ha il pregio di avere la firma del proprio autore. Già nei suoi primi lavori Shinkai riuscì a distinguersi, tracciando i proprio lavori con un’impronta personale che li rende unici. Tramite la visione di questa pellicola si riscontrano molti di quei dettami che saranno presenti in Your Name., ne Il giardino delle parole o nel Viaggio verso Agartha. Un’unica grande poetica che muta, ma che rimane indissolubilmente connessa tra un’opera e l’altra. Tutto ciò è fondamentale per un regista che, con incisività crescente, riesce ad apporre sicura riconoscibilità ai suoi lavori.

È facile notare come l’ossatura di questo film verrà ripresa ed ampliata in Your Name, insieme a tanti altri temi emergenti. La relazione fra i due ragazzi è sicuramente complessa data l’enorme distanza che sussiste fra i due. Questa è percepita davvero come pesante e opprimente durante il viaggio in treno, quando una forte bufera mette in ginocchio il sistema ferroviario Giapponese. Shinkai rende il viaggio estenuante anche per lo spettatore, il tempo sembra immobile e la dilatazione tempo-spazio peggiora la già complessa comunicazione. Emerge dunque anche l’incomunicabilità, resa nel film grazie alle vacue e-mail senza destinatario di Takaki.

Ad essere tema ricorrente sono anche treni, che passano da essere semplice contorno in Oltre le nuvole, il luogo promessoci  a vero e proprio protagonista. Si configurano infatti come elemento che dovrebbe accorciare le distanze, invece non fa altro che acuirle separando, fisicamente e metaforicamente, i protagonisti nell’asimmetrico finale. La struttura musicale e lo schema visivo sono incredibilmente coerenti e contribuiscono a portare avanti questa tematica di perenne attesa, rendendo i film del regista giapponese immediatamente identificabile.

Scenery porn – 5 cm al secondo recensione5 cm al secondo recensione

 

I paesaggi di 5 cm al secondo risultano essere veri e propri elementi chiave della pellicola. Scenery porn sta a indicare l’abbondanza di dettagli e di contrasti cromatici che li rende magnifici e, seppur non influenzino direttamente lo sviluppo della trama, la accompagnano e la rafforzano. Chiaramente non hanno la banale funzione di contorno e, oltre a essere una gioia per gli occhi, possiedono anche un forte valore simbolico. Le bisettrici che Shinkai ricava da uccelli, cavi telefonici e dal baluginio del sole ci comunicano la divisione fra Takaki e Akira.

Gli scenari si impongono quindi sulla storia grazie all’eccellente abilità che il regista padroneggia: allacciare matita ed effetti grafici. Questa tecnica, risalente ai trascorsi nell’ambito dei video games, consiste nell’applicare le animazioni in 2D dei personaggi sugli sfondi ritoccati manualmente in post produzione. Per Shinkai è fondamentale mantenere il tocco umano nell’epoca digitale, in modo tale da proteggere l’originalità dell’operato. I cieli sono quadri in movimento: soffici nuvole rose si muovono fra una moltitudine di stelle quando ancora si vedono gli ultimi riflessi arancioni del sole al tramonto.

A sfavore di una resa più naturalistica l’autore giapponese preferisce dunque un’immagine più metaforica, tralasciando i dettami del realismo per beneficiare l’impatto emozionale. Si tratta di una sorta di filtro poetico, attraverso il quale passano le crude immagini per uscirne estremamente metafisiche. La storia è in sé drammatica, ma a mitigarla ci sono i bellissimi cieli stellati e i caldi tramonti che, se da un lato contrastano con il triste isolamento dei personaggi, dall’altro si impongono come pura poesia e bellezza.

Conclusioni

Tramite questa pellicola appare ancora più evidente quanto sia forzato il paragone fra Shinkai e MyazakiStilisticamente la differenza è enorme: mentre quest’ultimo si sofferma sulle fiabe e sul mostrare il mondo tramite lo sguardo di un bambino, Shinkai ha una visione più sofferta e tormentata della vita. È forse più facilmente accostabile Hideaki Anno, pupillo di Myazaki con inflessioni psicoanalitiche. Per quanto si ricerchino somiglianze appare chiaro che lo stile di Makoto Shinkai è unico. 5 cm al secondo è un’opera interessante per comprendere l’evoluzione di un maestro dell’animazione giapponese, osservando i suoi primi incerti passi in temi che gli saranno così tanto cari in futuro.

L’apparato tecnico è di pregevole fattura e incanta lo sguardo, ma l’incedere della trama è piuttosto lento e precario. Se infatti regia e fotografia inducono a un forte partecipazione emotiva tramite eloquenti primi piani e contrasti cromatici, i personaggi sono eccessivamente tipizzati. Il montaggio alternato fra Akira o Kanae e Takaki è d’impatto solo nella sequenza finale e l’alternanza fra monologo interiore e dialogo non sempre risulta essere efficace. Tutto ciò non giova al già lento incedere del film che, date le premesse tutt’altro che di azione, rischia di risultare monotono.

Salvo il primo episodio, Ōkashō, 5 cm al secondo si dimostra narrativamente piuttosto monocorda e rischia di essere percepito come noioso dal grande pubblico. 5 cm al secondo è tutt’altro che noioso. L’estasi rilasciata dal comparto visivo e sonoro è tale da sovrastare la banale delineazione dei personaggi, ma rimane un lavoro piuttosto di nicchia. Shinkai non si è ancora aperto al commerciale, lo farà con Viaggio verso Agartha e proseguirà con Your Name. 5 cm è una tappa fondamentale per la sua maturazione, consigliata però principalmente agli appassionati di genere e a chi intende familiarizzare con  il regista.

5 cm al secondo

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Forte impronta autoriale
  • Colonna sonora
  • Resa dei paesaggi

Lati negativi

  • Caratterizzazione dei personaggi
  • Narrativamente monocorda

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