Autopsy: recensione dell’horror disponibile su Prime Video

L'autopsia di una donna dall'identità misteriosa scatena un vortice di orrore e mistero

Ci siamo addentrati nel vasto catalogo offerto da Prime Video alla ricerca di titoli meno popolari ma che potrebbe valere la pena vedere. In particolare abbiamo dato un’occhiata agli horror, genere talmente vasto che può riservare sempre belle sorprese. Oggi è il turno della recensione di Autopsy, una storia che ha a che fare con l’agghiacciante autopsia di una donna. Il film è ambientato all’interno di un obitorio gestito dal medico legale Tommy Tilden e dal figlio Austin. Tutto ha inizio quando sul tavolo della sala settoria viene portato il misterioso cadavere di una ragazza, rinvenuto in un appartamento dove è avvenuto un efferato pluriomicidio.

Durante l’autopsia iniziano a emergere tutta una serie di strani indizi che dovrebbero avere a che fare con la causa della morte. Anziché svelare qualcosa però il mistero si infittisce sempre di più. Come se non bastasse all’interno dell’obitorio iniziano a verificarsi dei fenomeni al limite con il paranormale. L’horror, uscito nelle sale nel 2016, è il primo lungometraggio diretto dal norvegese André Øvredal.  Nel cast ci sono Emile Hirsch, Brian Cox ed Olwen Kelly. Pochi personaggi per un’ambientazione pressoché unica per u totale di 86 minuti di girato. Se volete conoscere le nostre impressioni su Autopsy proseguite leggendo la nostra recensione.

Indice:

 Trama – Autopsy recensione

Tommy Tilden è il medico legale proprietario di un obitorio dove lavora con suo figlio Austin. L’attività va avanti da anni, tramandata di generazione in generazione. Il figlio, ancora inesperto, aspira a percorrere le orme del padre per poter diventare bravo come lui. La storia prende il via quando una sera come tante lo sceriffo di contea Sheldon Burke trasporta in obitorio il corpo di una misteriosa ragazza. La donna è stata ritrovata semisotterrata in uno scantinato all’interno di una casa dove è avvenuto un feroce pluriomicidio. Qui non ci sono segni di effrazione ma solo tre persone morte senza alcun movente; l’unica cosa che emerge dalle indagini preliminari è che qualcuno ha tentato di fuggire dall’edificio.

Autopsy recensione

Autopsy – 42, IM Global, Impostor Pictures

Lo sceriffo Sheldon, intenzionato a fare luce sulla vicenda, richiede ai Tilden di comunicare i risultati dell’autopsia la sera stessa. Tommy e Austin iniziano così ad analizzare il cadavere all’esterno prima di procedere alle successive fasi con l’eviscerazione. Durante l’indagine autoptica affiorano tutta una serie di misteriosi elementi, che sfuggono alla comprensione anche di un occhio esperto come quello di Tommy Tilden. Le possibili cause di morte della donna si fanno sempre più oscure e inquietanti. Come se non bastasse durante l’autopsia strani fenomeni iniziano a manifestarsi all’interno dell’obitorio. In una lotta tra suggestioni e realtà, Tommy e Austin dovranno cercare di andare avanti per finire il lavoro assegnatogli e scoprire il mistero che si cela dietro la morte della ragazza.

Analisi – Autopsy recensione:

Non bisogna andare lontano nel tempo per trovare un altro horror ambientato in un obitorio, dato che nel 2018 usciva L’esorcismo di Hannah Grace. Autopsy, uscito comunque due anni prima, si differenzia dal primo perché, almeno inizialmente, non sembra essere un vero e proprio horror. Infatti l’indagine dello sceriffo sull’omicidio plurimo e l’autopsia sul cadavere potrebbero far pensare più ad un thriller giallo/poliziesco ad alta tensione. La seconda metà del film smentisce totalmente la prima con l’arrivo in scena dell’elemento paranormale.

La storia diventa un horror a tutti gli effetti. Mano a mano che l’autopsia va avanti il mistero si infittisce sempre di più. Tensione e paura crescono di pari passo con l’avanzare della storia e questo è sicuramente uno degli elementi più riusciti del film. Particolarmente interessante è per l’appunto la costruzione della tensione; nella prima parte, durante l’autopsia, il pubblico si aspetta che possa accadere qualcosa di improvviso da un momento all’altro. I numerosi primi piani sul silente e immobile volto del cadavere, che con occhi e bocca spalancata sembra guardare dritto in faccia lo spettatore, contribuiscono a creare tensione.

L’atmosfera paurosa – Autopsy recensione

Se ci è particolarmente piaciuto il modo in cui il regista norvegese ha costruito la tensione, non possiamo dire la stessa cosa del modo in cui cerca di spaventare lo spettatore. A differenza di un titolo come It comes at night, dove la paura è causato da un elemento invisibile, Autopsy sfrutta quasi esclusivamente il potere visivo dell’immagine per spaventare il  pubblico; stesso espediente utilizzato nei più classici film horror. Vengono meno quindi quei più sofisticati espedienti cinematografici utilizzati invece dall’altra categoria di film horror, quelli che cercano di costruire la paura giocando con la psicologia dello spettatore. Autopsy è una storia ambientata di notte all’interno di un obitorio dove si trovano cadaveri dalle sembianze spaventose: questo è il tipo di paura che ci propone, senza tanti fronzoli. Tutto ruota attorno alle varie fasi dell’autopsia della ragazza misteriosa.

La telecamera insiste con taglienti primi piani sul glaciale volto del cadavere e le inquadrature non ci risparmiano dalla visione di macabri dettagli. Altre volte, invece, per non appesantire troppo l’occhio dello spettatore, l’immagine ci è solo suggerita come quando sentiamo il rumore delle ossa frantumate da una pinza. Da un momento all’altro il pubblico si aspetta che accada qualcosa di spaventoso. La prima parte del film è sicuramente la più interessante: mistero e tensione si miscelano alla perfezione in un climax ascendente. La seconda metà, quella più propriamente horror, sprofonda inesorabilmente nella banalità di un film che spaventa essenzialmente solo con i jumpscares. Autopsy è uno di quegli horror che più va avanti e più delude.

Aspetti tecnici – Autopsy recensione

La fotografia del film non si discosta molto da quella già vista per altri horror. L’ambientazione notturna in un luogo chiuso impone la presenza di luci artificiali e tanta oscurità. Il contrasto netto tra luci e ombre si ripropone anche sul piano cromatico. Infatti, soprattutto nelle scene riguardanti l’autopsia, abbiamo un netto contrasto tra colori caldi (il rosso del sangue) e freddi (il blu dei guanti in lattice) oltre alla contrapposizione tra complementari come verde e rosso. La contrapposizione tra colori, luci ed ombre enfatizza la tensione e il dramma delle scene, soprattutto all’interno della sala settoria.

Più classica invece la scelta delle inquadrature con molte sequenze riprese dal basso verso l’alto, come se il punto di vista dello spettatore fosse quello del cadavere. Il regista André Øvredal sfrutta queste inquadrature claustrofobiche e opprimenti per girare anche nei bui e angusti corridoi dell’obitorio. La sensazione è quella di sentirsi imprigionati, o meglio sepolti, all’interno dell’obitorio che si trova per l’appunto sotto terra. Ma le scelte registiche più azzeccate sono probabilmente gli spaventosi primi piani sul volto del cadavere che sembra potersi animare da un momento all’altro.

Conclusioni – Autopsy recensione

Autopsy è un film horror che parte con delle premesse molto interessanti e un incipit intrigante e misterioso. Una storia che inizialmente assomiglia più a un thriller giallo/poliziesco, ma che poi evolve in un vero e proprio horror. La realtà cede sempre di più il passo al paranormale. Abbiamo trovato interessante l’idea di svolgere gran parte del film attorno alle varie fasi dell’autopsia, che si rivela essere fondamentale per svelare indizi. Autopsy si perde però in banali cliché di genere. Il mistero perde fascino mano a mano che vengono aggiunti nuovi pezzi al puzzle.

Una paura fortemente visiva che punta molto anche su immagini forti e disturbanti, talvolta quasi di gusto splatter. Anche se effettivamente non ci siamo mai annoiati nei circa 86 minuti di girato, siamo rimasti comunque delusi dal modo banale in cui evolve una trama potenzialmente interessante. Non ci aspettavamo chissà quale colpo di scena ma neanche un evoluzione così lineare e scontata. Proprio per questi motivi Autopsy non è un film per tutti. Chi ama essere terrorizzato alla vecchia maniera con immagini paurose e jumpscares rimarrà soddisfatto. Chiudiamo la nostra recensione consigliando la visione del film unicamente agli appassionati del genere.

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Autopsy

Voto - 5.5

5.5

Lati positivi

  • L'atmosfera angosciante
  • L'idea di base
  • Lati negativi

    • La seconda parte del film è banale e inefficace
    • Le modalità scelte per suscitare terrore non sono originali e alla lunga annoiano

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