Black Knight: recensione del nuovo k-drama di Netflix

Il nuovo k-drama di Netflix ha il grande difetto di non riuscire mai a conquistare davvero lo spettatore

Dopo i numerosi k-drama approdati su Netflix negli ultimi due anni, l’onda coreana non ha nessuna intenzione di fermarsi regalando finalmente produzioni differenti rispetto a serie tv statunitensi. È il caso di Black Knight (qui il trailer), la nuova serie coreana che miscela il distopico con l’ambientalismo. Un incipit – tratto dal manga di Lee Yoon-gyun, Delivery Knight – che sulla carta è classico, ma che sarebbe potuto rivelarsi interessante se la serie avesse preso una piega più originale piuttosto che segue una narrazione molto (troppo) classica.

Indice

Trama – Black Knight, la recensione

Siamo nel 2071, dopo che sulla Terra si è abbattuto un meteorite che ha ridotto tutto in uno sconfinato deserto e reso l’aria irrespirabile, troppo tossica per essere inalata senza l’ausilio di maschere antigas. Come sempre nelle produzioni coreane è forte lo squilibrio sociale tra poveri e ricchi, in un’eterna lotta di classe che in Black Kngith si traduce in situazioni di vita al limite e pochi benefici per ben poche persone. Infatti la popolazione, oramai ridotta all’1%, è suddivisa in tre categorie riconoscibili tramite dei qr code tatuati sulla mano a cui sono riservati degli stabilimenti dove vivere e la possibilità di ordinare cibo e ossigeno.

Black Knight.

Black Knight. Project 318.

Servizi primari che, al contrario, non sono concessi ai rifugiati, ossia a tutta quella fetta di popolazione senza il codice. Per questo motivo il lavoro di corriere è così importante e ambito da molti che vorrebbero aggiudicarsi il codice o dai poveri che non riescono a pagare cibo e ossigeno. Ma è anche il lavoro più pericoloso da svolgere viste le numerose rapine di cui i camion con i beni di prima necessità sono vittime. Il nostro protagonista è un corriere ammirato da tutti per le sue capacità nella lotta, ma anche per il suo cuore d’oro.

Una serie di fantascienza impeccabile solamente sulla carta – Black Knight, la recensione

Sulla carta, come accennato, Black Knight ha tutte le carte in regola per essere una serie distopica che si approccia con intelligenza alla fantascienza grazie a elementi molto classici di entrambi i generi, ma anche per via dei trope narrativi utilizzati. 5-8 (questo è il nome del corriere, gli abitanti della nuova Corea sono privati dei loro nomi) è un lottatore abile e un lavoratore instancabile, ma ha anche un animo gentile nascosto da espressioni fredde e spesso scocciate. Passa il suo tempo libero ad aiutare i rifugiati a cui porta ossigeno, acqua, cibo e altri beni di prima necessità, è il primo ad accorrere quando succedono degli incidenti o se a un suo collega serve aiuto contro i banditi.

Black Knight.

Black Knight. Project 318.

5-8 (interpretato da Kim Woo-bin) è il classico uomo imbronciato dal cuore tenero che non può resistere dall’aiutare Sa-wol (Kang Yoo-seok), un giovane ragazzo rifugiato, quando quest’ultimo si trova in difficoltà. Tra i due nasce un rapporto mentore e allievo che si sviluppa tramite tutte le tappe solite. 5-8 lo prende sotto la sua ala, mostrandogli non solamente come sopravvivere, ma anche come passare dall’essere un rifugiato a prepararsi per le selezioni per diventare un tanto agognato corriere. Inoltre la recitazione dei due protagonisti è l’unico elemento che sorregge l’intera serie.

Una storia bloccata nei suoi stessi tropi narrativi – Black Knight, la recensione

Black Knight ha il grande difetto di non riuscire mai ad uscire dai binari e finisce per raccontare una storia che non decolla mai veramente.
Dall’inizio alla fine, la serie segue una struttura nota a tutti in ogni particolare, senza molta creatività e senza nessun guizzo narrativo degno di nota. Il risultato è una serie piatta possibile da ricostruire passo passo senza troppa fatica e senza sbagliare di molto. Gli elementi e i tropi narrativi non sono solamente classici, ma sono visti e rivisti in ogni salsa di ogni nazionalità facendo così perdere l’attrattiva verso una serie che non ha nulla da raccontare fino dall’inizio.

Black Knight.

Black Knight. Project 318.

In conclusione – Black Knight, la recensione

Sia a livello di scrittura che visivo, Black Knight è decisamente acerba e viene comandata dai troppo: troppo banale nella storia e troppo eccessiva per alcuni effetti visivi. Il difetto più grande però, quello che rovina una visione che poteva essere comunque piacevole e senza troppe pretese, è il modo in cui tratta lo spettatore che non viene solo condotto passo dopo passo nel cuore di una storia che tarda a ingranare, ma non lascia nessun sotto testo, nessuna teoria o caratteristica che, se lasciata in penombra, sarebbe risultata interessante.

La serie si prende molto tempo per spiegare qualsiasi cosa, parlando invece che mostrando andando così a rovinare il linguaggio cinematografico. Il bianco e il nero sono netti, i cattivi sono i ricchi che si incontrano in una sala che precipita nel vuoto mentre attorno a loro schermi che osservano la popolazione proiettano i volti delle persone che attendono che il nuovo progetto per una città più pulita sia pronto, al contrario i poveri sono buoni e ingenui a cui sono affidate delle non necessarie linee comiche che rendono il risultato ancora più confuso.

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Black Knight

Voto - 5

5

Lati positivi

  • La prova recitativa dei due protagonisti

Lati negativi

  • La scrittura pigra

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