Chambers: recensione della nuova serie tv horror targata Netflix

Netflix amplia il versante horror delle sue serie TV con Chambers, che include fra i protagonisti Uma Thurman

Chambers recensione. Dopo l’ottimo risultato di Hill House lo scorso ottobre, Netflix continua a espandere il versante horror delle sue serie TV originali. Chambers, rilasciato sulla piattaforma a fine aprile, è l’ultimo tassello aggiunto in questo versante. La serie, ideata e prodotta da Leah Rachel, si muove sul terreno del sovrannaturale e dello psicologico, mescolando sdoppiamento d’identità e spiritualità fuori dal comune. Protagonista è l’adolescente Sasha che, a seguito di una crisi cardiaca, è riuscita a sopravvivere grazie a un trapianto di cuore. La donatrice è una ragazza, Becky, morta fulminata nella sua vasca da bagno. Con il nuovo cuore Sasha ha strane visione e vive inquietanti esperienze. Avvicinandosi anche alla famiglia di Becky, la ragazza inizia a indagare sulla morte della sua donatrice, dovuta in realtà non a un semplice incidente.

Con premesse molto intriganti, ambientazioni interessanti da esplorare e la partecipazione di attori talentuosi come Uma Thurman e Tony Goldwyn, Chambers ingrana la marcia con ottime carte in tavola. Tuttavia, episodio per episodio, la serie comincia a smarrire troppo spesso la strada. Alcune parentesi narrative, anche notevoli, vengono abbandonate all’improvviso, mentre eventi clou sono spesso liquidati velocemente, soprattutto negli ultimi episodi. La componente horror è ben rappresentata da diverse scene decisamente inquietanti, ma anche queste spesso si inseriscono senza soluzione di continuità con il resto. Di seguito, leggete nella nostra recensione le motivazioni per cui Chambers è una serie TV dalle ottime premesse sfruttate erroneamente.

Indice

Chambers recensione

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Arizona. Sasha (Sivan Alyra Rose), a soli 17 anni, subisce un trapianto di cuore, in seguito a un grave episodio cardiaco. L’intervento ha successo e Sasha ritorna alla normalità, fino a quando non incontra Ben LeFevre (Tony Goldwyn), padre della ragazza che le ha donato il cuore, Becky, morta fulminata nella sua vasca da bagno. Sasha acconsente a conoscere il resto della famiglia della defunta: Elliott, il complicato fratello di Becky, e Nancy (Uma Thurman), madre dilaniata dal dolore della perdita.

Le differenze fra la famiglia di Sasha e Becky sono molte. La prima ha origini native americane e vive in una modesta casa con suo zio, Frank, la cui attività lavorativa non procede splendidamente. La seconda, invece, proveniva da una famiglia ricca e benestante, membro attivo di una stravagante comunità spirituale, la Annex Foundation. I LeFevre cominciano a dimostrare un forte interessamento verso Sasha: le propongono una borsa di studio in una scuola prestigiosa, le donano molti regali e la invitano a eventi in ricordo di Becky o legati alla Annex. Sasha, sentendosi in debito verso di loro, accetta inizialmente tutte queste attenzioni.

Ben presto però Sasha inizia a sentire che c’è qualcosa che non va in lei: si comporta come se non fosse padrona delle sue azioni e, addirittura, percepisce la presenza di Becky dentro di lei. In più lo strano comportamento dei LeFevre la insospettisce riguardo all’incidente che ha provocato la morte di Becky. Gli interrogativi sono tanti: chi era veramente Becky? La sua morte è stata veramente causata da un tragico incidente? C’è veramente Becky dentro Sasha?

Chambers: le ottime premesse di un horror psicologico

Nei primi episodi Chambers si gioca subito bene le sue ottime premesse, attirando immediatamente l’attenzione dello spettatore. Innanzitutto l’ambientazione scelta è decisamente affascinante e interessante: siamo in una piccola cittadina nel deserto dell’Arizona, direttamente collegata a una vera e propria riserva di indiani d’America. La vicina Crystal Valley, dove abitano i LeFevre, è invece totalmente diversa: è abitata da ricchi bianchi e pullula di case moderne e bellissime. Il contrasto sociale è subito evidente ma è approfondito sul piano religioso e mistico. In questo modo viene reso più accattivante: da una parte abbiamo filosofie e credenze New Age, dall’altra misticismi e riti più antichi e legati ai culti dei nativi americani.

In questo contesto si inserisce l’idea di partenza della serie tv, che non è di certo originale ma è sempre in grado di affascinare. Come visto in altri prodotti horror, abbiamo lo spirito di un donatore di organi che invade il corpo e la mente dell’ospite che lo ha accolto. Uno spunto narrativo decisamente inquietante, che permette di approfondire il versante psicologico e la questione dello sdoppiamento d’identità. Bisogna ammettere che in diverse situazioni Chambers risulta inquietante e disturbante proprio nello sviluppare questo aspetto: il modo in cui spesso Becky ha il sopravvento su Sasha è effettivamente d’impatto.

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Il personaggio di Sasha, dunque, è il più interessante e il lavoro attoriale svolto da Sivan Alyra Rose è da elogiare. La giovane interprete, infatti, fa trasparire perfettamente il terrore e il senso di smarrimento della protagonista, dovuto all’invasione di una presenza estranea dentro di lei. I tremori e la paura di Sasha sono così forti da gelare lo spettatore. Notevole anche l’interpretazione di Uma Thurman, un’attrice che si dimostra sempre valida e capace. Nel dare vita a Nancy, madre distrutta dal dolore della perdita della figlia, svolge un ottimo lavoro sulla psicologia del personaggio, facendo emergere sia il suo vuoto interiore sia un lato più inquietante.

Chambers: gli errori nello sviluppo

Le ottime premesse di cui abbiamo parlato, tuttavia, sono rovinate da diversi elementi, che minano un buon sviluppo della serie TV. Gli errori sono presenti soprattutto nella gestione del materiale narrativo. Per prima cosa va segnalato il pessimo utilizzo di alcuni personaggi-chiave per lo sviluppo della storia: l’importanza di questi è, infatti, a intermittenza, cioè a volte sembra che ci si dimentichi della loro presenza, per poi rimediare frettolosamente all’errore in seguito. Questo discorso vale soprattutto per diversi personaggi appartenenti alla fondazione Annex.

Per quanto riguarda le sottotrame, invece, anche queste non sono gestite in modo corretto. Quelle più interessanti (ad esempio la gravidanza isterica di Nancy) sono in parte approfondite, ma poi non vengono più riprese, venendo così trattate come dei riempitivi. Le altre, poi, sono inutili e inserite solo per allungare il brodo negli episodi centrali. Arrivati, infine, alla rivelazione finale si percepisce un po’ di delusione sul versante sovrannaturale, sulle troppe porte lasciate aperte e sulla gestione dell’intero reparto narrativo, che include sequenze clou liquidate velocemente e scene horror inserite senza soluzione di continuità.

Chambers recensione: considerazioni finali

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Chambers è, quindi, una serie TV horror di stampo sovrannaturale e psicologico, che ha i suoi punti di forza nelle sue interessanti premesse. Queste sono l’idea horror di partenza, l’ambientazione, i contrasti sociali e religiosi e le interpretazioni di Sivan Alyra Rose, Uma Thurman, e anche Tony Goldwyn. Questi ottimi elementi, tuttavia, sono sprecati in una cattiva gestione della narrazione, tra sottotrame mal gestite e personaggi-chiave non sempre approfonditi. Un vero peccato, perché Netflix aveva dimostrato di saper lanciare prodotti horror affascinanti e sorprendenti, come Hill House. Non ci sono ancora notizie su una seconda stagione. Quello che ci possiamo augurare è un trattamento più sapiente della narrazione e un’ulteriore esplorazione del versante horror della vicenda.

Chambers

Voto - 5.5

5.5

Lati positivi

  • L'idea di partenza
  • L'ambientazione
  • Le interpretazioni di Sivan Alyra Rose e Uma Thurman

Lati negativi

  • La gestione di personaggi-chiave
  • Le sottotrame

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