Dead for a dollar: recensione del nuovo film di Walter Hill – Venezia 79

Dead for a dollar è un miscuglio di tanti elementi mal amalgamati tra loro che nella confusione della messa in scena nasconde qualcosa di inspiegabilmente interessante

Venezia 79 è il festival dei ritorni, dopo Inarritu, Brendan Fraser, Andrew Dominik, si aggiunge alla lista dei nomi che non si vedevano da tanto anche Walter Hill. A sorpresa il regista presenta fuori concorso Dead for a dollar, di cui vi proponiamo la recensione. Non è la prima incursione nel western per il regista, che nel corso degli anni ha saputo spaziare tra tanti generi diversi eppure questo film appare molto diverso da quanto fatto prima. Con un cast d’eccezione composto da Willem Dafoe, Christoph Waltz e Rachel Brosnahan racconta la missione di un cacciatore di taglie alle prese con un fuggitivo tutt’altro che pericoloso.

Nonostante le 2 ore di durata non possiamo dire di esserci annoiati eppure è innegabile che il film non sia del tutto riuscito. Pur essendo un maestro della settima arte, Hill sembra avere le idee poco chiare su cosa fare con questa storia, adattata tra l’altro da una sceneggiatura di Matt Harris pubblicata nel lontano 2002. Tutto è fuori posto, dagli attori che hanno già dimostrato la loro bravura, al regista di cui non c’è bisogno di parlare. Dead for a dollar sembra un pazzo esperimento dal carattere televisivo eppure non ci sentiamo di buttare via tutto quanto.

dead for a dollar recensione

Dead for a dollar, CHAOS a film company, Polaris Pictures, Myriad Pictures

Indice

Trama: un mucchio di uomini in cerca di qualcosa – Dead for a dollar recensione

Siamo nel 1897, nel pericoloso e completamente giallo Messico, dove il cacciatore di taglie Max Borlund (Christoph Waltz) viene assunto da un ricco uomo d’affari per un incarico segreto. La moglie del capo è stata rapita da un disertore dell’esercito che è fuggito verso il confine e chiede 10.000 dollari di riscatto per la vita della povera donna. Accompagnato dal soldato Alonzo Poe, il bounty Hunter dovrà riportarla indietro sana e salva e se possibile accompagnata dal cadavere del rapitore. Sulle tracce del farabutto i due scoprono un’amara verità: la donna non è stata rapita, bensì è fuggita tra le braccia del suo nuovo amante in cerca di libertà da un marito prepotente e oppressivo. 

Nel mentre cercano di capire da che parte stare, Max e Alonzo si imbattono in un vecchio nemico del cacciatore, Joe Cribbens (Willem Dafoe). Joe non sembra cercare vendetta verso l’uomo che lo ha chiuso in gabbia eppure nasconde qualcosa. Nel frattempo l’uomo d’affari è in arrivo verso la città in cui i due sono nascosti, pronto a riprendersi sua moglie ma fa la sfortunata conoscenza del bandito messicano Tiberio Jones. Quest’ultimo è il proprietario delle terre in cui si muovono ed in cambio di un passaggio libero esige un pagamento. Tra viaggi avanti e indietro per il deserto del Messico questo gruppo di uomini finirà per scontrarsi e ciò che ne uscirà non sarà certo piacevole.

The not so Wild West – Dead for a dollar recensione

Come già accennato in questa recensione, Dead for a dollar sembra essere un progetto televisivo più che uno spettacolo cinematografico. A partire dall’atroce fotografia smarmellata in stile Boris, passando per la recitazione caricaturale fino ad arrivare all’assurdità dei dialoghi. Il film è infatti di un didascalismo incredibile, con personaggi che ribadiscono l’ovvio innumerevoli volte e parlano per punchline. Non è chiaro quindi se tutto ciò sia un tentativo di sdoganare il machismo e l’arroganza tipica dei western o sia semplicemente un imbarazzante lavoro di adattamento. L’elemento più interessante del film sta però nella sua natura corale; gli infiniti personaggi si muovono come pedine di una scacchiera all’interno del deserto, stringendo accordi, negoziando la vita ed il denaro tradendosi vicendevolmente.

Non si è mai visto un west così burocratico eppure il tutto appare stranamente interessante. Detto ciò il resto è uno strano miscuglio di elementi mal amalgamati tra loro e dopo tutto questo parlare lo scontro finale non vale l’attesa. La regia è sbadata, quasi da mestierante con un gioco di campo e controcampo da filmino amatoriale. Forse dietro quest’apparente superficialità c’è una profonda indagine del genere e non abbiamo la cultura necessaria per coglierla, o forse è semplicemente un film mal riuscito. Nonostante tutto Dead for a dollar resta un progetto curioso e mal che vada c’è sempre Willem Dafoe nei panni del cattivo a mantenere in piedi la baracca.

dead for a dollar recensione

Dead for a dollar, CHAOS a film company, Polaris Pictures, Myriad Pictures

Voto - 5

5

Lati positivi

  • Il gioco di accordi e tradimenti risulta affascinante
  • Willem Dafoe regala sempre del sano intrattenimento

Lati negativi

  • La fotografia alla Boris
  • La regia delle scene d'azione

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *