The Whale: recensione del nuovo film di Darren Aronofsky – Venezia 79

Aronofsky torna a raccontare un personaggio in decadenza ed in cerca di riscatto, ripescando ancora una volta un attore dimenticato dandogli la possibilità di dimostrare ancora il suo valore

Passati 5 anni dalla sua ultima incursione alla mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Darren Aronfosky torna in concorso presentando The Whale, di cui vi proponiamo la recensione. Gli ultimi due lavori del regista, Noah e Madre!, si distaccavano alquanto dal tipo di storie a cui ci aveva abituato. Personaggi in declino, sull’orlo del baratro eppure in cerca di una forma di riscatto. Esemplare è The Wrestler (forse il suo lavoro più riuscito) con un Mickey Rourke che dopo anni nell’ombra tornò interpretando un personaggio quasi biografico e dimostrò di cosa era capace, per poi scomparire di nuovo. Con The Whale la situazione è piuttosto simile; abbiamo un uomo in crisi, vicino alla morte e che prima di andarsene cerca di aggiustare le cose nella propria vita.

La scelta di Brendan Fraser come protagonista non è infatti casuale e ricorda appunto quella del wrestler. Dopo essere diventato l’eroe d’infanzia di un’intera generazione con film come La Mummia o Looney Tunes: Back in Action, in seguito a svariati problemi personali, è scomparso dalle scene per anni. Ha perso il suo ruolo di icona di Hollywood diventando quasi irriconoscibile, per poi venir ripescato dal nulla proprio da Darren Aronofsky. Ancora, come in The Wrestler, il film è incentrato completamente sul personaggio interpretato da Fraser e ci sentiamo di dire che Aronofsky ha di nuovo dato possibilità di riscatto ad un attore di cui abbiamo sofferto la mancanza.

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The Whale, Protozoa Pictures

Indice

Trama: problemi di cuore – The Whale recensione

Charlie è un professore universitario che corregge le tesine degli alunni attraverso delle lezioni online, in cui però ha sempre la telecamera spenta. In seguito alla morte di una persona cara, Charlie è stato incapace di elaborare il trauma sfogando tutta la sua sofferenza sul cibo e arrivando a pesare circa 220kg. Nonostante le continue richieste degli alunni di sostituire lo schermo nero con un volto, l’uomo sembra sereno riguardo il suo lavoro e continua a condurre la sua vita finché riesce. È infatti consapevole del suo problema e dei rischi che corre continuando a mangiare, ma sembra lo stesso non interessarsene. Durante una giornata come le altre, il professore però rischia l’infarto e ormai ad un passo dalla morte viene salvato da un ragazzo missionario che passava lì per caso. Poco dopo piomba in casa Liz, la sua infermiera e amica che da anni ormai si prende cura di lui e gli comunica la brutta notizia.

Se non si decide ad andare in ospedale, il suo cuore si fermerà entro il weekend. L’uomo si ostina a perpetuare l’errore e rifiuta ogni tipo di cura medica, ma messo faccia a faccia con la morte decide che è arrivato il momento di sistemare quel poco possibile nella sua vita. Anni fa Charlie abbandonò sua figlia di 8 anni per fuggire con un uomo e prima di morire vorrebbe provare a riallacciare i rapporti. Nonostante la positività e la buona volontà del padre, Ellie resta una ragazza in piena adolescenza costretta a convivere con il trauma dell’abbandono e dinanzi ad una figura così rivoltante tutto ciò che riesce a provare è soltanto disgusto.

Spazi stretti e persone ingombranti – The Whale recensione

Nella prima scena del film Charlie ha un attacco cardiaco e scopre che se non si sottopone alle dovute cure, entro il fine settimana il suo cuore smetterà di funzionare. Tutto inizia di lunedì e man mano che si procede, dei titoli blu scandiscono lo scorrere dei giorni aumentando sempre più la tensione e la sofferenza del protagonista che imperterrito non si muove da casa. The Whale è infatti ambientato interamente nell’appartamento del protagonista ed ha una forte impostazione teatrale fatta di entrate ed uscite di scena che aumentano il dinamismo, necessario vista la monotonia dell’ambientazione. Non a caso il film è tratto da un’opera teatrale di Samuel D. Hunter che Aronfosky è stato in grado di trasporre al meglio (almeno da un punto di vista registico) riuscendo ad evitare la noia e la pesantezza.

Nonostante la tragicità della storia, The Whale è molto ironico e le battute dei personaggi meticolosamente piazzate nei momenti giusti alleggeriscono il tono altresì eccessivamente drammatico. Il regista non si sottrae comunque dal mostrare il protagonista come un essere piuttosto disgustoso (almeno fisicamente) ricoprendo Brendan Fraser con chili di trucco e facendo leva sulla voracità del suo mangiare. Vedere Charlie in preda a crisi isteriche la cui unica conseguenza è l’ingozzarsi di cibo è piuttosto inquietante ed ogni qual volta si avvicina la mano al petto, un colpo al cuore arriva anche allo spettatore. La claustrofobia è amplificata dalla scelta di un formato in 4:3 che rende gli spazi ancora più piccoli ed il personaggio ancora più ingombrante. Arronofsky è stato quindi brillante nel trasporre The Whale che poteva risultare tranquillamente indigesto visti i temi trattati e i limiti dettati dall’impostazione teatrale.

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The Whale, Protozoa Pictures

Il peso della sincerità – The Whale recensione

Come già accennato in questa recensione, The Whale fa dell’interpretazione di Brendan Fraser il suo punto forte. Charlie appare come un mostro ma è una persona estremamente umana, forse ai limiti dell’umanità nel suo essere paradossalmente ottimista e sempre positivo. Ciò a cui tiene di più è la sincerità e nel correggere le testi dei suoi alunni non smette mai di ripetere l’importanza di un testo sincero. C’è una tesi in particolare che lo colpisce, riguarda Moby Dick e la tristezza provata da un alunno nel leggere le noiose descrizioni di balene che l’autore usa per non parlare della propria tristezza. Pur predicando la sincerità Charlie è il primo a non esserlo con sé stesso, con sua figlia e con la sua unica amica, che si convincono sempre più della cattiveria delle persone. Forse le persone non vogliono essere salvate e non hanno bisogno di aiuto, o forse semplicemente non hanno il coraggio di ammetterlo.

Sadie Sink, che interpreta la figlia di Charlie (alle prese con un ruolo molto simile a quello di Max in Stranger Things), afferma di odiare tutti eppure dinanzi ad una persona in difficoltà non può fare a meno di aiutarla. Nessuno ha voglia di rivelare al mondo le proprie debolezze, ma è la nostra stessa debolezza, che se condivisa, può rappresentare un’ancora di salvezza. The Whale è un film estremamente dolce e tragico ed è difficile non commuoversi dinanzi ad un personaggio così tenero e tormentato, vittima di sé stesso e degli stessi errori che tenta di non far commettere ad altri. L’interpretazione di Brendan Fraser è fenomenale e nonostante il tutto non risulti mai melenso, è fin troppo evidente il tentativo di Arronofsky di strapparci le lacrime dalla faccia. Ma detto sinceramente, non ci importa.

The Whale

Voto - 7

7

Lati positivi

  • La regia di Aronofsky
  • La spettacolare interpretazione di Brendan Fraser

Lati negativi

  • Il film sembra volere strappare le lacrime agli spettatore

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