Dogman – Recensione dell’ultimo film di Matteo Garrone

Dogman, la bella favola nera di Matteo Garrone

Dopo Il Racconto dei Racconti Garrone torna in sala con il nuovo promettentissimo Dogman, film ispirato alla storia vera del “canaro” della Magliana. Come già ribadito dallo stesso regista in diverse interviste il suo lungometraggio è essenzialmente un lavoro di fantasia che trae da alcuni fatti reali lo spunto narrativo. La fiaba nera di Matteo Garrone narra la storia di un toelettatore di cani, Marcello, e delle violenze fisiche e psicologiche che gli vengono impietosamente inflitte da un ex-pugile.

Se siete curiosi non vi resta che leggere la nostra recensione di Dogman.

Dogman recensione dell’ultimo film di Matteo Garrone

Trama

La desolazione da scenario post-apocalittico di uno squallido e isolato quartiere di periferia affacciato sul mare fa da tetro palcoscenico alla violenza di Simoncino, un ex-pugile. La sua vittima prediletta è Marcello, un piccolo uomo buono e debole che cerca solo di volersi far bene dalla gente che lo circonda. Marcello trascorre intere giornate nel suo salone dove svolge la sua professione di toelettatore per cani (Dogman). L’amore per la figlia è la sua gioia più grande. Il suo ambiguo e asfissiante rapporto di sudditanza con Simoncino è destinato a cambiare la sua vita per sempre. Dopo anni di soprusi infatti nasce in lui un forte desiderio di riscatto.

Dogman recensione

Dogman analisi del film in breve

Dogman è la morbosa storia di un uomo semplice che forza la sua natura da buono per ribellarsi alle umiliazioni che subisce impotente ogni giorno. Con Dogman Garrone affronta tematiche attuali e ci porta a riflettere sulle conseguenze che nascono dalle nostre decisioni quotidiane. Avere paura, assecondare, abbassare la testa, può solo far peggiorare la situazione. E così avviene ai personaggi del film, spinti in un tunnel di violenze e soprusi da cui non riescono più a uscire. Tutta la gente del quartiere teme e odia Simoncino, l’ex-pugile autoproclamatosi boss di quartiere. Non avendo alcuna fiducia nella giustizia però nessuno ha il coraggio di ribellarsi e denunciarlo.

Marcello è il classico disgraziato di paese, una persona semplice, di quelle con poco sale in zucca, ma allo stesso tempo di buon cuore. Il suo viso, le sue espressioni e la sua dolcezza quando si rivolge affettuosamente ai cani trasmettono un senso di tenerezza; la telecamera di Garrone ci mostra tutta la fragilità del personaggio nelle riprese in cui viene sovrastato da Simoncino o quando cerca di lavare rabbiosi cani ringhianti.

A me quà nel quartiere me vogliono bene tutti..

Grazie a questa minuziosa e particolare caratterizzazione è difficile non entrare in empatia con il personaggio interpretato da Marcello Forte (scelta azzeccata di Garrone). Ed è proprio su questa empatia tra pubblico e protagonista che si costruisce l’intero film. La violenza su una persona così debole e indifesa  è ancora più disgustosa e indigesta.  In un nauseante e claustrofobico vortice di violenze fisiche e soprattutto psicologiche lo spettatore finisce per desiderare fortemente il riscatto dei deboli sul forte. Tra rabbia, compassione e desiderio di giustizia le emozioni forti sono assicurate.

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Dogman analisi tecnica

Personaggi ripresi attraverso vetri sporchi, primi piani di forte impatto emotivo, inquadrature di sbiaditi muri scalcinati, estese panoramiche sulla desolazione del quartiere, nere silouette che si stagliano contro un cielo plumbeo ed ombre proiettate sui vetri sono la testimonianza di una regia e fotografia veramente di alto livello.

La scenografia del film è la materializzazione delle cupe emozioni trasmesse dalla storia con un cielo coperto e piovoso su una squallida periferia dove l’unico rumore che si percepisce è il cigolio di un’altalena arruginita. La paletta di colori utilizzata varia da uno smorto e deprimente verdognolo negli interni alle calde cromie delle lampadine e della luce che filtra attraverso i vetri fino all’avana e al grigio degli esterni. Una fotografia abbastanza “monocromatica” con colori tendenzialmente desaturati.

Conclusione

Con Dogman Garrone porta nei cinema una bella favola nera dando il suo contributo a quel cinema di livello di cui abbiamo tanto bisogno. Un film che ci sentiamo vivamente di consigliarvi adatto ad un pubblico vasto.

Qua potete vedere il trailer del film. Buona visione.

8 - 8

8

The Good

  • Regia
  • Scenografia
  • Personaggi e recitazione
  • Sceneggiatura
  • Fotografia

The Bad

  • manca un pò di poesia
  • potrebbe sembrare monotematico

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