Gli uomini d’oro: recensione del film di Vincenzo Alfieri

Vincenzo Alfieri porta sul grande schermo un noir metropolitano ispirato ad una storia vera

Gli uomini d’oro, diretto e montato da Vincenzo Alfieri, viene distribuito nelle sale cinematografiche italiane da 01 Distribution a partire dal 7 novembre 2019. Il regista, alla sua seconda pellicola dopo “I peggiori” del 2017, porta sullo schermo un noir metropolitano ispirato ad un fatto di cronaca nell’Italia degli anni ’90. Attraverso tre punte di diamante del cinema italiano come Giampaolo Morelli, Fabio De Luigi ed Edoardo Leo, il cineasta intrattiene il pubblico in sala con 110 minuti dal ritmo serrato e mai scontato. Un film italiano che, come vedremo nella nostra recensione de “Gli uomini d’oro”, non rapisce solo il pubblico, ma dimostra anche le capacità del giovane regista italiano; il quale riesce ad unire impeccabilmente, nello stesso film, il genere “heist movie” con il noir, la commedia e il dramma. Un lungometraggio che ci ricorda come non esista solo il bagliore accecante e il luccichio di Hollywood, ma anche il cinema italiano.  

Indice

Gli uomini d’oro recensione – Trama

Siamo nell’Italia settentrionale degli anni ’90. Più precisamente a Torino, nel 1996. Luigi Meroni, “il playboy” interpretato da Giampaolo Morelli, è un impiegato delle poste addetto alla guida dei furgoni portavalori. Tra un trasporto e l’altro, non fa altro che sognare una possibile pensione anticipata e la possibilità di realizzare il suo sogno: aprire un chiringuito in Costa Rica insieme al suo collega, e amico, Luciano (interpretato da Giuseppe Ragone); lontano dalla triste e nebbiosa Torino, circondato dal sole e dalle belle donne. Stanco del suo lavoro e della sua vita quotidiana, inizierà a radicarsi in lui l’idea di rischiare il suo posto di lavoro (nonché la sua libertà), piuttosto che continuare a vivere una vita ch’egli considera “sopravvivenza” (emblematica sarà la sua frase “meglio vent’anni di galera che vent’anni alle poste”). Nei tragitti al volante del furgone, in compagnia del collega Alvise, inizierà a ragionare su un possibile furto.

Ma Alvise Zago, “il cacciatore” interpretato da un formidabile Fabio De Luigi, è un lavoratore modello. Zago è un uomo che, nonostante i suoi problemi cardiaci, fa suo lo stacanovismo per mantenere sua figlia e sua moglie Bruna (interpretata dall’attrice Susy Laude). Il piano di Luigi Meroni per impadronirsi dei soldi si rivelerà essere però un piano estremamente – ed apparentemente – pulito. Un piano senza uccisioni ed estremamente ben congegnato. Un piano così perfetto che non solo convincerà l’irreprensibile Zago, ma persino l’ex pugile interpretato da Edoardo Leo: “il lupo”. Forti del loro bisogno di riscatto, della possibilità di saldare i debiti e della volontà di cambiare le loro vite per sempre, i quattro protagonisti architetteranno una truffa gigantesca. Tra sfottò calcistici e le classiche battute fra “terroni e polentoni”, si muoveranno mediante stratagemmi sul filo del rasoio.Gli uomini d'oro recensione

Gli uomini d’oro recensione – Meglio vent’anni di galera che vent’anni alle poste

Le tematiche presenti all’interno del film si rivelano interessanti e attuali. Nonostante l’intera storia coincida perfettamente con il filone “heist movie” (del “colpo grosso”), le vite dei personaggi riflettono delle esistenze molto difficili. E lo fanno donando all’intera pellicola una nota drammatica non indifferente. Ognuno dei protagonisti è infatti portatore di un grande dramma personale. Problemi di salute, esistenziali, economici e sentimentali, fanno da sfondo al furto, agli inseguimenti e a tutti i crimini commessi dai protagonisti verso il loro obiettivo.

Ciò che infatti dona coraggio e forza al playboy, al cacciatore e al lupo nel portare avanti l’ambizioso piano, è la possibilità di un riscatto totale. L’idea di potersi lasciare alle spalle spiacevoli condizioni e, seppur con metodi illeciti e criminali, poter sperare in una vita migliore, è ciò che fa da collante fra i tre protagonisti. I quali si mostrano, per indole, lontani tra loro su diversi fronti.

Montaggio e interpretazione dei protagonisti

Gli uomini d’oro è una pellicola ricca d’azione e tensione. Un film velocissimo che, grazie alla regia di Vincenzo Alfieri e al suo ottimo montaggio, scorre inesorabile tenendo il pubblico incollato al grande schermo. Inseguimenti, adrenalina e colpi di scena condiscono maestosamente questo secondo lungometraggio del regista, che coglie in pieno l’occasione per confermare le sue doti di cineasta. La scelta, in fase di montaggio, del non seguire una linearità cronologica (scelta ampiamente apprezzata dal regista Quentin Tarantino) sembra effettivamente premiare l’intera struttura del film.

La pellicola è suddivisa in tre diversi capitoli, ognuno dei quali fa riferimento ad uno dei tre protagonisti e alla singola prospettiva narrante: “Il Playboy, “Il Cacciatore” e “Il Lupo”. Un lavoro certosino di sceneggiatura e montaggio, capace di portare lo spettatore fino alla conclusione del film senza mai stancarlo. Anche la scenografia, di Ettore Guerrieri, è ben riuscita: rispecchia perfettamente l’atmosfera della Torino degli anni ’90.

Conclusioni

Complice la bravura dei tre grandi attori protagonisti, “Gli uomini d’oro” è un film di 110 minuti piacevole e intrigante. Il pubblico non solo viene tenuto col fiato sospeso durante le magnifiche scene d’azione, ma ha persino modo di farsi quattro risate con dialoghi e battute in dialetto. Elementi che contraddistinguono ed esaltano, nel complesso, la sceneggiatura. Il talento di Giampaolo Morelli, Fabio De Luigi ed Edoardo Leo è sicuramente indiscusso e le loro rispettive performance ne “Gli uomini d’oro” lo confermano.

Ma se vi è una sorpresa, in questa pellicola, quella sorpresa è sicuramente Fabio De Luigi. Attraverso la sua interpretazione, il nostro caro attore di commedie, dimostra di sapersela cavare benissimo anche in un ruolo drammatico. Gli uomini d’oro è in definitiva un buon film. Un film di cui forse avevamo bisogno e che, vista l’assenza italiana nel genere, conferma al cinema Italiano la capacità di poter diversificare.

Gli uomini d'oro

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Ritmo incalzante e mai scontato
  • Fabio De Luigi in un ruolo drammatico

Lati negativi

  • Colonne sonore che non rendono completamente giustizia al film
  • Pellicola forse troppo breve nel suo complesso

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