I figli del fiume giallo: recensione del film di Jia Zhangke

La recensione della drammatica storia d'amore diretta dal regista cinese

I figli del fiume giallo recensione. Film diretto da Jia Zhangke, uscito nel 2018 ed approdato nel nostro paese nel 2019. Una storia che inizia come un classico movie gangster ma che poi cambia totalmente registro per sviluppare una narrazione puramente drammatica e sentimentale. Qiao (Zaho Tao) è una giovane ballerina innamorata di un potente gangster locale, Bin (Liao Fan), proprietario di una bisca. La loro storia d’amore viene bruscamente interrotta a causa di una guerra tra bande che dividerà i destini dei due innamorati per diversi anni.

In un arco temporale che abbraccia circa 17 anni Jia Zhangke porta in scena una storia d’amore drammatica, consumata dal tempo e dagli eventi della vita. Se siete curiosi di conoscere qualcosa in più proseguite leggendo la nostra recensione de I figli del fiume giallo.

I figli del fiume giallo: recensione

Datong, Cina, 2001. Qiao è una giovane ballerina innamorata di Bin, un gangster locale proprietario di una bisca. Una sera, mentre sono in macchina, vengono aggrediti da alcuni ragazzi membri di una banda rivale. Durante la colluttazione, per salvare il suo amato, Qiao prende la pistola e spara un colpo in aria mettendo gli aggressori in fuga. In seguito, dopo essere stati arrestati dalla polizia, la ballerina afferma di essere la proprietaria dell’arma e di aver volutamente aperto il fuoco.

Queste dichiarazioni, che scagionano in parte Bin, costano a Qiao una detenzione nel carcere femminile della durata di cinque anni. Quando viene rilasciata il suo pensiero va subito a Bin che però, a differenza sua, ha completamente voltato pagina e sembra non voler sapere più nulla del suo vecchio amore…

I figli del fiume giallo: analisi in breve del film

Digitale e pellicola si alternano nel raccontarci questa lunga e drammatica storia d’amore che si articola in un periodo di circa 17 anni. Una sceneggiatura che ci racconta molto nei primi minuti di film per poi rallentare nella seconda metà, quella più sentimentale e drammatica. I trailer e la sinossi de I figli del fiume giallo potrebbero far pensare che si tratti di un classico movie gangster orientale, cosa che in realtà non è. Il mondo criminale che fa da sfondo al filone narrativo del film serve più che altro come introduzione e pretesto per raccontare una storia d’amore drammatica tra una ballerina ed un gangster.

Al netto di tutto il turning point cinematografico da cui si snoda poi la storia è un sacrificio d’amore non corrisposto. Lo scenario in cui ci viene raccontato tutto ciò è una Cina in rapido sviluppo tecnologico ed economico, soggetta anche ad importanti cambiamenti climatici. Così come cambia il paesaggio cambiano le persone, ed anche l’amore tra Qiao e Bin.

I figli del fiume giallo recensione

La caratterizzazione dei due protagonisti è sicuramente uno dei punti vincenti della storia. Qiao è una donna forte, estremamente determinata, pronta a sacrificare tutto per amore, compresa se stessa come ci dimostra in una delle scene chiave iniziali. È il prototipo della sognatrice e di chi crede fermamente che alla fine dei conti “omnia vincit amor“. Completamente opposta invece la figura della controparte maschile. Bin, forse anche per il suo ruolo di gangster, è più riflessivo, meno impulsivo, più orgoglioso, meno interessato all’amore, bensì più all’onore ed al comando. Bin è concreto e molto più legato agli aspetti materiali della vita. Apparentemente sembra avere un carattere più forte e deciso, ma forse sotto un certo punto di vista è proprio lui il debole della coppia.

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Il livello tecnico de I figli del fiume giallo è davvero eccellente, cosa che ormai non stupisce più di tanto quando si ha a che fare con il cinema orientale ed in particolar modo con Jia Zhangke. La sua regia è sorretta da una fotografia degna di Hollywood, ricca di bei primi piani, diverse riprese con telecamera a spalla e panoramiche mozzafiato sui paesaggi di una Cina in continua evoluzione, sempre più contaminata dalla mano dell’uomo. L’unica vera e propria scena d’azione del film è girata magistralmente, frenetica, violenta ed adrenalinica al punto giusto.

La prima metà della storia è quella più scorrevole e dove accadono la maggior parte degli eventi. La seconda rallenta molto il ritmo. La trama diventa più morbosa, viene dato maggior risalto alle psicologie dei protagonisti. Il calo del ritmo potrebbe non essere di gradimento per chi si aspettava di vedere più azione e qualche risvolto tipico di un gangster movie. Il film accentua e sviluppa unicamente i toni drammatici e sentimentali della storia anche se non coinvolge mai eccessivamente dal punto di vista emotivo. L’impressione generale che abbiamo avuto è che I figli del fiume giallo sia (volutamente) un film dove lo spettatore rimane abbastanza distaccato, assumendo quel ruolo di osservatore esterno che semplicemente giudica i fatti.

I figli del fiume giallo: conclusioni

Il film diretto da Jia Zhangke è una storia drammatica tra una ballerina e un gangster, ambientata in un arco temporale di circa 17 anni, in una Cina che cambia velocemente. Una trama che parte veloce per poi rallentare e procedere lentamente fino al finale. Un comparto tecnico su livelli eccellenti aiuta a rendere il film più interessante di quello che forse è realmente in sostanza. L’ottima caratterizzazione dei personaggi è uno degli aspetti più riusciti dell’ intero film. Sconsigliamo la visione a chi si aspetta di vedere un movie gangster con una storia drammatica di sottofondo.

Voto finale - 7

7

The Good

  • Personaggi principali
  • Scenografia e fotografia

The Bad

  • Può deludere le aspettative
  • Rallenta eccessivamente nella seconda parte

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