La recensione di L’uomo sul treno – The commuter

L’uomo sul treno – The commuter è il nuovo elettrizzante thriller di Jaume Collet Serra (Non-Stop). Mentre ritorna a casa Michael (Liam Neeson) incontra sul  treno una donna che lo sfida a trovare un passeggero misterioso per recuperare un oggetto non meglio specificato dalla sua borsa. Michael accetta la sfida innescando a sua insaputa una micidiale catena di eventi che mettono in pericolo l’incolumità dei viaggiatori e della sua stessa famiglia…

Con questi presupposti, The commuter promette di non annoiare lo spettatore. Non vi resta allora che mettervi comodi e leggere cosa ne pensiamo noi di Film Post

L’uomo sul treno – The commuter  Recensione

Liam Neeson interpreta Michael, sessantenne padre di famiglia, ex poliziotto che lavora in una compagnia assicurativa a Chicago. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, arriva il suo inaspettato licenziamento; di ritorno sul treno verso casa viene avvicinato da un’ammaliante e sedicente psicologa che gli propone una sorta di gioco: trovare sul treno una persona dall’identità sconosciuta, per recuperare un misterioso oggetto. Non si tratta di un pendolare ma di un passeggero occasionale che scenderà sicuramente a fine corsa. La ricompensa è di 100 mila dollari.

Michael, abbagliato dalla generosa ricompensa, irresponsabilmente accetta la sfida innescando, a sua insaputa, una reazione a catena che metterà in serio pericolo la vita dei passeggeri e della sua stessa famiglia. Chi è la persona da rintracciare sul treno e perché? Chi c’è dietro a tutto questo? Michael è solo una pedina di un gioco più grande di lui?

L'uomo sul treno recensione

Analisi del film

La suspence che aumenta di pari passo con il minutaggio del film, le scene che si svolgono in un unico luogo nel giro di una manciata di ore, ricordano l’Hitchcock di La finestra sul cortile e Nodo alla gola. La frenesia dell’azione e la corsa contro il tempo prima dell’ultima fermata del treno ricordano quanto già visto in Speed. Numerose le analogie anche con Assassinio sull’Orient Express, non solo per l’ambientazione ma anche per la caratterizzazione dei vari sospettati, i falsi indizi e i colpi di scena.

L'uomo sul treno recensioneL’uomo sul treno tratta questioni morali già affrontate, sebbene in un contesto totalmente differente, nell’ultimo lavoro di Paolo Genovese, The Place, dove viene offerta una ricompensa per completare un incarico che potrebbe nuocere alla salute di altri. Anche nel film di Jaume Collet Serra, Michael (Liam Neeson) per 100 mila dollari accetta di partecipare ad una sfida misteriosa e funesta. In questo senso il film è anche un viaggio introspettivo del protagonista costretto a fronteggiare il rimorso per l’avventata decisione.

Perchè vedere L’uomo sul treno

Anche questa volta Jaume Collet dirige un film divertente e molto scorrevole. Accettando l’incarico, Michael precipita in una frenetica e adrenalinica corsa contro il tempo. Ad ogni stazione salgono e scendono passeggeri: molti sono pendolari compagni di tutti i giorni, altri sono facce sconosciute. Dalla confusione di un treno affollato emergono indizi e sospettati. Michael è tenuto strettamente sott’occhio; qualcuno conosce e anticipa ogni sua mossa (nessuna citazione orwelliana). Mentre la posta in gioco e la tensione aumentano esponenzialmente, L’uomo sul treno evolve da un thriller-giallo ad un action adrenalinico. Non mancheranno colpi di scena.

L'uomo sul treno recensione

Anguste riprese claustrofobiche con camera a spalla intensificano l’anima frenetica del film e rendono verosimile che la scena si svolga su un treno a tutta velocità anziché in un comune set cinematografico. Ben rappresentata la varietà e diversità delle persone che “popolano” un normale treno di pendolari, anche se molti personaggi secondari, per essere ben differenziati tra loro e creare sospetto, sono caratterizzati in maniera quasi caricaturale.

Il punto di vista del pubblico è quello di Michael. Conosciamo i fatti nello stesso momento in cui li scopre il nostro Liam Neeson; la telecamera non lo abbandona mai, abbiamo la sua stessa visione e persino gli stessi indizi per risolvere il caso (e se siete degli ottimi osservatori capirete anche quali); è come se lo seguissimo passo passo nei vagoni del treno. Questo espediente, unito al fatto che Michael è un uomo come tanti, ci aiuta ad entrare in empatia con il personaggio, con un Liam Neeson assolutamente adatto a questo genere di ruolo.

Non tutto è oro quel che luccica

La sceneggiatura sicuramente brillante ed originale dà il meglio di sé ad inizio film; nella seconda parte la trama perde essenzialità ed originalità, diventa arzigogolata e per alcuni aspetti forzata, forse anche poco logica; la vicenda si fa complessa e meno verosimile. Peccato!

Discutibile la scelta registica di fondere in un unico film il genere giallo con l’action puro: The commuter parte come un classico poliziesco denso di mistero e investigazione per lasciare poi sempre più spazio all’azione, che prevale soprattutto nel finale. Questa commistione di generi tradisce lo spirito iniziale della pellicola creando confusione, senza sviluppare e caratterizzare bene né l’elemento action né quello investigativo. Fortunatamente limitato l’utilizzo della computer grafica, che nelle poche scene in cui viene utilizzata è decisamente troppo vistosa.

Leggi anche: Assassinio sull’Orient Express (2017)  Operation Chromite (Liam Neeson)

Conclusioni

L’uomo sul treno – The commuter non è sicuramente il film del secolo e neanche dell’anno, ma è  divertente, misterioso e coinvolgente. Per 104 minuti mantiene un ritmo forsennato con una bella dose di tensione. Di sicuro non vi annoierete. Consigliato se siete amanti dei thriller.

Vi lasciamo al trailer italiano del film. Buona visione.

Rating - 7

7

The Good

  • Ritmo e suspence
  • Mistero e investigazione
  • Ambientazione
  • Liam Neeson

The Bad

  • Mistura di generi non ben riuscita
  • Sviluppo complesso della trama
  • CG troppo evidente

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