L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual: la recensione del film horror con Al Pacino

Al cinema l'horror ispirato all'esorcismo più documentato della storia: la nostra recensione di L'esorcismo di Emma Schmidt di David Midell

Dopo il debutto di Russell Crowe nell’horror sovrannaturale con L’esorcista del Papa di Julius Avery (2023) e ancora con L’esorcismo – Ultimo atto di Joshua John Miller (2024), è la volta di un altro premio Oscar di confrontarsi col sottogenere esorcistico. Stiamo parlando di Al Pacino, protagonista insieme a Dan Stevens, Ashley Greene ed Abigail Cowen di L’esorcismo di Emma Schmidt, per la regia di David Midell e al cinema dal 29 maggio con Midnight Factory. L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual è tratto da una storia vera, la storia vera per eccellenza, verrebbe da dire, quella che sembra abbia ispirato addirittura William Friedkin nella realizzazione de L’Esorcista, capostipite e monumento al genere per eccellenza.

La storia in questione è quella di Emma Schmidt – conosciuta anche con lo pseudonimo di Anna Ecklund – e dell’esorcismo più documentato della storia, avvenuto nel 1928 ad Earling, in Iowa. David Midell, che firma la sceneggiatura insieme a Enrico Natale, sceglie di raccontare la storia di Emma Schmidt con un film asciutto, dall’approccio crudo e quasi documentaristico – eccezion fatta per le fasi finali – impostando riflessioni sul dualismo e il differente rapporto con la Fede incarnato dalle figure di Padre Teophilus Riesinger (Al Pacino) e Padre Joseph Steiger (Dan Stevens). Una premessa interessante, tradotta in un prologo eccellente, un approccio realistico alla materia e un impianto tematico che si inserisce in pieno nel canone dell’horror esorcistico che danno vita a un film che, sotto certi aspetti convince e funziona, per altri è un’operazione riuscita a metà.

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Cinemachineshop, Andrew Stevens Entertainment, Redbird Entertainment

Indice:

La trama – L’esorcismo di Emma Schmidt recensione

Dopo anni di comportamenti inquietanti la giovane Emma (Abigail Cowen) viene sottoposta a una lunga serie di esorcismi condotti da Padre Riesinger e Padre Steiger. Il primo, tormentato da dubbi che minano la sua Fede, e il secondo, che deve fare i conti con un segreto del suo passato che ha segnato dolorosamente la sua vita, si ritrovano a dover unire le forze per liberare Emma da un demone potentissimo. Nel tentativo di salvare la ragazza i due preti dovranno confrontarsi anche coi propri demoni personali, i loro dubbi e le loro paure in una lotta contro il Male che li metterà alla prova in ogni modo possibile.

Un approccio documentaristico che convince – L’esorcismo di Emma Schmidt recensione

L’esorcismo di Emma Schmidt ruota tutto attorno all’insieme di rituali (cinque, come i capitoli che scandiscono il film) portati avanti da Padre Riesinger e Padre Steiger nel convento in cui la Madre Superiora interpretata Patricia Heaton accetta di ospitare la giovane posseduta. L’unità di tempo e luogo è massima, tutto si svolge all’interno delle mura del convento e nell’arco di una manciata di giorni, con un ritmo piuttosto serrato a sostenere la narrazione. Midell documenta le fasi dell’esorcismo con dovizia di particolari, insistendo sulle fasi codificate della ritualità e dell’iterazione, raccontando la progressione della possessione e gli effetti che ha sul corpo e sulla psiche, sempre più martoriate di Emma.

Interessante il crescendo, tanto della tensione quanto di una situazione che si fa via via più disperata e sempre più urgente, così come efficace è la scelta di dar spazio alle reazioni realistiche e credibili di coloro che hanno condotto – e partecipato, come nel caso delle suore – all’esorcismo. Lo stile si avvicina a quello documentaristico, con un ampio (per non dire esclusivo) utilizzo della camera a mano, una fotografia quanto più naturale possibile e un montaggio lineare. Una scelta coerente portata avanti dall’inizio e abbandonata solo in un finale che che cede il passo a soluzioni “di finzione” che stonano un po’ con le premesse impostate sino a quel momento.

Un film che non riesce a distinguersi e fare la differenza – L’esorcismo di Emma Schmidt recensione

E se da un punto di vista tecnico e stilistico L’esorcismo di Emma Schmidt funziona, anche per il suo essere un horror “anomalo” dove la paura è veicolata attraverso le atmosfere e l’orrore è percepito più che esibito, quel che manca è il giusto approfondimento dei personaggi. Ci viene spiegato ben poco del passato di Emma e ancor meno andiamo in profondità con le figura del Padre Riesinger di Al Pacino e del Padre Steiger di Dan Stevens. La crisi di Fede che affligge Padre Riesenger rimane in superficie e – peccato ancor maggiore, dato il potenziale di un personaggio davvero complesso – i tormenti che affliggono Padre Steiger sono appena accennati e mai analizzati.

Al Pacino e Dan Stevens compensano col talento, artefici entrambi di ottime prove, ma al riuscitissimo prologo che schiera in campo un conflitto e una distanza tra i due non segue uno sviluppo altrettanto valido. L’esorcismo di Emma Schmidt finisce quindi per aggiungere poco a questo sottogenere dell’horror o, quantomeno, non abbastanza, senza riuscire a distinguersi del tutto. Al cinema dal 29 maggio con Midnight Factory, trovate qui il trailer.

l'esorcismo di emma schmidt recensione

Cinemachineshop, Andrew Stevens Entertainment, Redbird Entertainment

 

 

L'esorcismo di Emma Schmidt

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • L'approccio documentaristico e improntato al realismo
  • Le prove di Al Pacino e Dan Stevens

Lati negativi

  • Manca il giusto approfondimento tematico e dei personaggi

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