Maschile singolare: recensione del film con Giancarlo Commare e Gianmarco Saurino

Una storia di rinascita e crescita da cui c'è molto da imparare

Non è affatto semplice trovare la propria strada e soprattutto sapersi reinventare. Lo sa bene Antonio il protagonista di Maschile singolare, film disponibile da questa settimana su Amazon Prime Video, di cui vi proponiamo la nostra recensione. Quanto è difficile dover uscire dalla propria comfort zone? Da quelle situazioni che ci fanno sentire in apparenza a nostro agio ma che in realtà ci intrappolano solo? Spesso ci si trova bene in esse ma accade solo perché è l’unico modo in cui si è sempre fatto qualcosa e si pensa quindi che sia quello giusto. Basta però poco poi per rimettere tutto in discussione. Ci si trova di fronte alla consapevolezza di non conoscersi davvero e quindi bisogna imparare a farlo.

Il film Maschile singolare racconta questo e lo fa in maniera intelligente senza omettere una vena ironica. Una produzione tutta italiana che rimescola un po’ le carte in tavola nel panorama del cinema nostrano. Nella sua semplicità ci offre qualcosa di nuovo e allo stesso tempo ci permette di riflettere in maniera profonda, così come un film dovrebbe fare. Tra i protagonisti della storia ci sono Giancarlo Commare, giovane attore conosciuto per il suo ruolo di Edoardo nella serie Skam Italia. Accanto a lui anche Gianmarco Saurino, la comica Michela Giraud e  il giovane Eduardo Valdarnini. Analizziamolo meglio nella nostra recensione.

Indice

Trama – Maschile singolare, la recensione

Antonio è un ragazzo alla soglia dei trent’anni sposato con Lorenzo. Nonostante sia un architetto, Antonio si occupa di gestire la casa e non ha un lavoro. Tutto sembra procedere bene nel suo matrimonio, ma le cose non sono così per entrambi. Lorenzo infatti da diverso tempo sente che qualcosa nel loro matrimonio non funziona come dovrebbe. Così un giorno ne parla con Antonio e semplicemente lo mette di fronte alla sua volontà di lasciarlo e farsi una nuova vita. Inizialmente Antonio è distrutto dalla notizia, e quasi per ripicca nei confronti di Lorenzo, decide di prendere in affitto una stanza in un appartamento sperando che Lorenzo cambi idea comprendendo di voler rimanere con lui. 

Nell’appartamento affittato, Antonio conosce Denis, un eccentrico giovane romano, che lo spingerà  a rimettersi in discussione e a trovare la sua strada. Il primo passo è trovargli un lavoro in modo che riesca a pagare l’affitto della stanza. A Luca, amico di Denis, serve un apprendista nel suo forno, così Antonio comincia ad approfondire la sua passione per i dolci e la cucina. Il periodo vissuto con Denis sarà centrale per la vita di Antonio che comincerà a vivere in maniera diversa e a comprendere di essere l’artefice del proprio destino.

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Maschile singolare. Rufus Film, MP Film

La stampella

Una delle grandi difficoltà che Antonio deve affrontare nella sua vita è quello della sua identità. Fin dall’inizio di Maschile singolare, di cui state leggendo la recensione, si comprende come Antonio sia all’interno del matrimonio la persona più accondiscendente. Quello che per amore decide di rinunciare al proprio lavoro per occuparsi della casa e della famiglia. La sua più grande sfida, nel corso del film, sarà infatti cercare di scrollarsi di dosso, come dice Denis, il ruolo di stampella. Il film in questo riesce benissimo a rappresentare le difficoltà che Antonio sperimenta. Non è affatto facile rimettere in discussione la propria vita dopo un periodo di certezze. E prima di trovare la sua strada comprenderà come sia necessario rischiare, buttarsi e fare il passo più lungo della gamba. In fondo per volare si deve correre rischio di cadere.

Un altro aspetto strettamente collegato al trovare la propria strada, è quello legato all’imposizione della società sulla vita delle persone. Vige l’idea che raggiunta una certa età si debba avere tutto dalla vita e si debba essere felici. In particolare che per essere completi si debba avere un lavoro che procuri buone entrate e soprattutto che si debba  vivere con qualcuno per sentirsi completi. Anche su questo Antonio nel corso del film arriverà a comprendere che allontanarsi dal marito è stato indubbiamente positivo. Questo gli ha concesso di cercare se stesso e di farsi le sue regole. Non importa quanto esse siano diverse da ciò che la società richiede. Molto realistico il fatto che Antonio non comprenda subito ciò che vuole fare. Capire cosa ci fa stare bene non è qualcosa di automatico, ma qualcosa su cui si deve lavorare con costanza e determinazione.

Considerazioni tecniche – Maschile Singolare, la recensione

Da un punto di vista tecnico, Maschile Singolare, di cui vi stiamo parlando nella nostra recensione, è un film ben strutturato. La regia è doppia ad opera di Alessandro Guida e Matteo Pilati, e riesce a veicolare in maniera convincente la storia. Buona la fotografia, complici i panorami romani ricchi di storia e fascino, di cui vengono regalate panoramiche. Buona l’ambientazione anche nei luoghi interni che sono prevalentemente moderni, accesi e aperti, aspetti che sottolineano un clima di modernità e equilibrio. La storia è ben supportata da una sceneggiatura che sembra ben scritta e ha un’evoluzione naturale, eccetto qualche alto e basso. Un colpo di scena coglierà di sorpresa i protagonisti e anche gli spettatori, ma non risulta  fuori luogo. I personaggi sono ben caratterizzati, in primis Antonio con le sue difficoltà e il suo bisogno di rinascita. Promettente quello di Luca, che rimane volutamente poco esplorato.

Non si può non apprezzare Denis con la sua personalità, ben resa sullo schermo da Valdarnini, mentre Cristina rimane nell’ombra più come spalla comica, che come effettivo personaggio con cui Antonio divide la scena. Chiaramente buona la caratterizzazione dei personaggi così come la resa attoriale, su tutti spiccano Commare e Saurino, che tratteggiano i loro personaggi senza mai risultare fuori posto. I dialoghi sono nella media ma alcune scene veicolano messaggi importanti e spingono a riflettere sulla condizione dei giovani d’oggi e sul loro approccio all’amore e alle relazioni. Tra i difetti possiamo segnalare qualche atteggiamento di Antonio che lo spinge fuori dalla parte e il mancato approfondimento di alcuni personaggi a cui poteva essere dedicato più spazio. Buona anche la colonna sonora che arricchisce di significato alcune scene centrali e le carica di tensione emotiva, aggiungendo un elemento in più che le rende maggiormente apprezzabili

Maschile singolare recensione 4
Maschile singolare. Rufus Film, MP Film

Conclusione

Giunti al termine della recensione di Maschile Singolare, ci sentiamo di promuovere il film con più di una piena sufficienza. Come già detto è una pellicola nuova che porta una ventata di freschezza e modernità nel cinema italiano. Buone le performance dei protagonisti che riescono a rendere bene le difficoltà dei giovani loro coetanei e a caratterizzare i loro personaggi. Il film offre diversi e interessanti spunti di riflessione sulla vita, sull’amore e soprattutto sull’amor proprio e l’indipendenza. Maschile singolare non è solo un espressione per analizzare un nome o un articolo, è un approccio alla vita. Essere un uomo e single, non significa essere manchevoli di qualcosa, quel singolare non indica la necessità di diventare plurale.

Vuole far capire come sia importante riconoscersi da soli, come se stessi con i propri pregi e difetti, imparare ad amarsi in prima persona e poi imparare ad amare gli altri. Fa capire anche che non c’è nessun obbligo di trasformarlo in plurale e che le carte sono in mano a noi. Solo se si è pronti e disposti a mettersi in gioco così si può creare un plurale e trovare quella completezza tanto agognata.

 

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Maschile singolare

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Interessanti le tematiche trattate
  • Buone le interpretazioni degli attori protagonisti

Lati negativi

  • Poco spazio dedicato ad alcuni personaggi che sarebbe stato interessante approfondire
  • Alcuni alti e bassi nell’evoluzione del protagonista

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