Midnight Mass: recensione della miniserie Netflix di Mike Flanagan

Un'isola immaginaria fa da sfondo ad una storia gotica di perdono e redenzione

Midnight Mass, di cui vi proponiamo la nostra recensione, è una miniserie horror uscita il 24 settembre su Netflix. Tratta dall’omonimo romanzo di F. Paul Wilson, la serie è stata affidata alla scrittura e alla regia di Mike Flanagan.
Il nome di Flanagan oramai è noto. Soprattutto nel mondo seriale, per il quale ha contribuito a riportare in auge il genere horror non particolarmente trattato nelle serie tv. Dopo la serie antologica The Haunting, Flanagan torna ad indagare il genere horror, sconvolgendolo e donandogli una nuova riscrittura.

Flanagan porta sul piccolo schermo una rivisitazione di una delle creature gotiche più famose. Ma Midnight Mass non è solo questo. È coraggiosa nell’evidenziare la sottile linea che separa la religione dal fervore religioso, il sacro dal profano. In sole sette puntate, lo showrunner riesce a costruire e stravolgere la vita di una piccola comunità. A portare alla luce del sole tutte le ipocrisie, paure e speranze di una città assalita dal male.


Indice

Trama – Midnight Mass, la recensione

Il ritorno di Riley Flynn (interpretato da Zach Gilford) a Crockett Island, una piccola isola che conta solo 127 abitanti, non è l’unico avvenimento che sconvolge la piccola cittadina. Riley, tornato dopo essere stato quattro anni in prigione per aver investito una ragazza mentre guidava in stato d’ebbrezza, trova la sua isola natale invariata. La piccola comunità è sempre stata profondamente devota, il cristianesimo sembra essere il solo legame a unirli e scandire le loro vite. Una vita temprata e messa a dura prova dall’abitare isolati, dove la maggior parte delle persone lavora al porto o con la pesca che sono le maggiori fonti di sostentamento.

La presenza di Riley è scomoda. Profondamente fedele prima dell’incidente, in prigione abbraccia l’ateismo a causa del profondo senso di colpa che lo assale per aver messo fine alla vita di una giovane ragazza. Il suo arrivo coincide con quello di Padre Paul (Hamish Linklater), un giovane prete arrivato a Crockett Island per sostituire l’anziano Monsignore. Il suo carisma, la sua tempra e la sua gentilezza fanno breccia su chiunque. Ma il fervore religioso diventa sempre più pressante quando dei miracoli cominciano a colpire gli abitanti. Mentre la loro vita migliora sensibilmente, una misteriosa presenza si aggira sull’isola indisturbata.

La comunità dell’isola – Midnight Mass, la recensione

Midnight Mass ha tutte le caratteristiche per essere un riadattamento di un libro di Stephen King senza, però, esserlo. Gli appassionati dello scrittore statunitense troveranno in fretta delle similitudini e degli omaggi.
Primo tra tutti è proprio l’ambientazione. La piccola ed immaginaria isola di Crockett Island è lo specchio, in miniatura, della società. Un’ambientazione immobile e trascurata, che potrebbe sembrare abbandonata se non fosse per le persone che la abitano.
In quelle piccole case di legno consumate dalla salsedine vive ogni tipo di personaggio. Dal sindaco e sua moglie, con la loro figlia adolescente costretta sulla sedia a rotelle a seguito di un incidente. La maestra dell’unica scuola presente, tornata dall’America dove era scappata per stare lontano da sua madre. Ai pescatori che vivono sulle coste e sono l’unico collegamento con quello che loro chiamano il continente.

Gli abitanti di Crockett Island vantano un forte senso di comunità che si va presto a perdere quando emarginano chi non viene considerano uno di loro.
È facile essere accettati, ma è altrettanto facile essere respinti. Tutte le persone che non seguono delle rigide etichette cristiane vengono allontanate. È il caso dell’ubriacone dell’isola, ma anche della dottoressa lesbica. Ma, soprattutto, a non essere accettati sono lo sceriffo e suo figlio, entrambi musulmani praticanti.
La regola non scritta a cui sottostare per essere visti di buon occhio è semplice. Bisogna partecipare alla vita cristiana dell’isola. E questo diventa ancor più evidente quando iniziano ad accadere dei miracoli alle persone che frequentano assiduamente la chiesa.

Recensione Midnight Mass

Midnight Mass. Intrepid Pictures.

Il male non viene da lontano – Midnight Mass, la recensione

La facciata così ben costruita dagli abitanti di Crockett Island nasconde la loro vera natura. Mentre una creatura misteriosa inizia a diffondere il panico, la vera essenza del male è rappresentata da qualcos’altro. O meglio, da qualcun altro. Mentre i miracoli continuano ad accadere e la qualità della vita di (quasi) tutti i personaggi migliora sensibilmente, gli scontri si fanno sempre più accesi.


Il fare gruppo diventa un modo per dividere i più forti da quelli che vengono considerati indegni. L’ipocrisia si nasconde dietro la fede religiosa. E l’egoismo fa capolino quando si ha paura di perdere i privilegi acquisiti; privilegi che si pensano essere dati direttamente da Dio e, per questo, sono stati meritati.
Sulla bilancia, quindi, ci sono due forze oscure. Da un lato la creatura, dall’altro gli abitanti stessi. La prima è un’intelligente fusione tra folklore e religione. Ma è dai secondi che bisogna stare davvero attenti.

Redenzione e speranza

Il ritorno di Riley è l’inizio del viaggio verso la sua redenzione. L’ex detenuto è alla disperata ricerca del perdono, un perdono che non riesce a concedersi.
La prigione non è stata utile in questo senso, anzi – come afferma lui stesso – in carcere le sue giornate avevano un senso, uno scopo. Una volta tornato sull’isola tutto quello che conosceva e che ha coltivato nella sua vita, svanisce. La redenzione, il perdono e la rinascita sono le uniche cose che realmente collegano tutti gli abitanti. Ognuno ha la sua storia e la sua voglia di riscattarsi, sia ai propri occhi che nei confronti di qualcun altro.

L’arrivo della creatura mette a repentaglio l’apparente pace che gli abitanti avevano costruito sulla quotidianità delle loro vite. Lavorare, andare a messa, partecipare alla vita sociale erano solo strumenti per nascondere sotto la sabbia il risentimento che provano.
Assieme alla rinascita intesa come nuovo inizio, la morte è una delle tematiche pregnanti della serie. Mentre il Male che si aggira indisturbato miete le sue vittime, la morte diventa uno degli argomenti principe. La morte vista come atto ultimo, lontano dagli stilemi della religione, ma vicino ad una visione pacifica e unitaria.

Riscrittura di un horror classico – Midnight Mass, la recensione

Durante tutta la sua carriera, Flanagan ha analizzato l’horror in molteplici delle sue sfaccettature. E Midnight Mass non fa eccezione.
L’incipit da cui l’autore parte è classico. Una piccola società all’interno della quale ci sono tutti gli archetipi del caso e un qualcosa, un Altro che ne scombina la quotidianità.
Nel cinema horror, l’arrivo del mostro che altera l’equilibrio è un grande classico. Così come le vere intenzioni e personalità dei personaggi che emergono una volta che lo scompiglio è iniziato. 
Midnight Mass è, in estrema sintesi, tutto questo. Quel che rende la serie brillante è il modo in cui Flanagan rielabora questi elementi peculiari in un contesto fortemente religioso. Il regista non cade nel banale tranello di porre la religione sotto una lente negativa o di ingenuità dei personaggi.

Il forte credo che pervade l’isola è sempre stato, per gli abitanti, una fonte di speranza ed ispirazione su cui vorticano temi sulla morte, sulla rinascita e sulla possibilità di un reale pentimento.
Ad allontanare gli spettatori, però, potrebbe essere l’approccio troppo lento della narrazione. Chi cerca un horror come i precedenti lavori del regista, rimarrà fortemente deluso. Più che avvicinarsi ad un horror con jumpscare ben piazzati e musichette inquietanti, Midnight Mass è una serie gotica e lugubre. Una serie che si prende il suo tempo per porre tutti i tasselli al posto giusto. Anche a costo di riempire il minutaggio con lunghi dialoghi, la maggior parte dei quali sono intessuti di teologia. Dialoghi che sono però fondamentali perché compongono la fitta rete di storie, eventi e temi portati avanti dal regista che, con quest’ultimo suo lavoro, raggiunge il picco della sua carriera.



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Midnight Mass

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Narrazione che ricalca l'horror classico
  • Archetipi rinchiusi in un'ambientazione suggestiva
  • Flanagan si conferma essere un ottimo sceneggiatore e un buon regista che mette in scena temi profondi senza banalizzarli

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