Quello che tu non vedi: recensione del film con Charlie Plummer

L'adolescenza e la schizofrenia sono al centro del film con Charlie Plummer

Tra i film destinati a un pubblico adolescenziale sono numerosi quelli incentrati sulla malattia. Esiste anche uno specifico filone, il sick-lit movie, in cui si trova una giovane storia d’amore distrutta da un male incurabile. Esempi specifici sono Love Story o Colpa delle stelle. In generale la cinematografia americana tende a edulcorare, banalizzare o caricare eccessivamente il tema della malattia nelle pellicole destinate ai più giovani. Questo perché si punta a ottenere il massimo del dramma, tralasciando la verità dei fatti. Pochi sono dunque i prodotti che sensibilizzano veramente gli adolescenti su questo tema, legato soprattutto alla giovane età. Tredici (la prima stagione) era riuscita a sensibilizzare sulla tematica del suicidio giovanile, ma ancora mancava un buon prodotto recente incentrato su una particolare malattia. Ed ecco arrivare su Prime Video un film che va a colmare questa lacuna: Quello che tu non vedi, di cui vi presentiamo la recensione.

Il film è tratto dal romanzo Words on Bathroom Walls di Julia Walton ed è diretto da Thor Freudenthal (Percy Jackson e gli dei dell’olimpo: Il mare dei mostri). Al centro della vicenda c’è Adam, un ragazzo affetto da schizofrenia, una malattia mentale che cambia totalmente la sua vita. Il rischio di trovarsi nuovamente di fronte a un melenso sick-lit movie era alto, ma Quello che tu non vedi riesce a infrangere tutte le aspettative negative. Il film riesce a trattare con il giusto tono il delicato tema dei disturbi psicologici e a darne un ritratto interessante. Inoltre centra l’obiettivo di far capire come ci si sente a vivere in una simile condizione, trattando anche i pregiudizi relativi alla schizofrenia. La pellicola è dunque un buon prodotto cinematografico rivolto ai più giovani, ma che sa parlare anche agli adulti. Vediamo perché in questa recensione di Quello che tu non vedi.

Indice

La trama – Quello che tu non vedi, la recensione

Adam (Charlie Plummer) all’apparenza è un adolescente come tanti altri, ma in realtà sente voci nella sua testa e vede persone che non esistono. Questi personaggi sono la dolce e hippie Rebecca, il disinibito e inopportuno Joaquin e una muscolosa e protettiva guardia del corpo, accompagnata dalla sua gang. Nel tentativo di fermare tutto questo, Adam si appassiona alla cucina e ben presto sogna di frequentare dopo il liceo una prestigiosa accademia per chef. Proprio a metà dell’ultimo anno, ha una crisi che provoca il ferimento di un suo compagno di classe. A scatenare tutto ciò è la schizofrenia, una malattia mentale causata da una disfunzione chimica che genera allucinazioni, paranoie e altre conseguenze spiacevoli. Espulso dalla scuola, Adam comprende che la malattia sta pregiudicando seriamente il suo divenire.

La premurosa madre del ragazzo, Beth (Molly Parker), e il suo compagno Paul cercano di aiutarlo il più possibile. Dopo aver trovato una medicina sperimentale che sembra funzionare, i due iscrivono Adam a una scuola cattolica che lo accoglie con piacere, a patto che lui prenda sempre i farmaci. Nel tentativo di ritrovare la normalità, Adam fa anche la conoscenza di Maya (Taylor Russell), studentessa schietta e intelligente con cui crea subito un’intesa. Intenzionato ad apparire il più normale possibile, il giovane non rivela nulla della sua malattia a Maya, di cui finisce per innamorarsi. Anche le medicine tuttavia non permettono ad Adam di vivere una vita serena e normale. Sempre più spaesato nel suo percorso di crescita e di convivenza con la schizofrenia, Adam capirà che non può affrontare tutto da solo.

quello che tu non vedi recensione

Words on Bathroom Walls. Kick the Habit Productions, LD Entertainment

Spiegare la schizofrenia

Quello che tu non vedi ha senz’altro la sua forza nel giusto equilibrio di diverse componenti: delicatezza, serietà, umorismo, dramma e romanticismo. In questo modo individua il giusto tono per trattare un tema molto serio, affrontandolo tramite un percorso narrativo che inizia con simpatia e pian piano mostra gli aspetti più oscuri e dolorosi della malattia. I personaggi immaginari nati dalla malattia del protagonista vengono introdotti come in un’opera fantasy: un espediente senz’altro diverso e originale che potrebbe anche far storcere il naso. Tuttavia in seguito si mostra con gran serietà (e con l’aiuto di efficaci escamotage visivi) cosa significhi vivere la schizofrenia, quali conseguenze porta e come le altre persone la vedono.

Il film riesce quindi a parlare in modo inedito di un disturbo, senza però mentire allo spettatore. Il protagonista è dipinto in modo veritiero e inoltre si cerca di sensibilizzare al meglio su una patologia poco conosciuta e vittima di pregiudizi dettati soprattutto dalla paura. La storia inoltre insiste sulla spinosa tematica relativa a come affrontare la malattia. Le medicine sono veramente una soluzione al problema? Oppure è meglio perseguire la via dell’antidoto naturale, l’amore? Bisogna affrontare tutto da soli perché le altre persone non capiscono oppure è necessario confrontarsi con gli altri per ricevere un miglior sostegno? L’obiettivo della pellicola è di sensibilizzare su tutti questi aspetti senza ricorrere ad eccessive edulcorazioni o ad un pathos irreale. Rilevante è infine il messaggio finale: non è la malattia a definirci.

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Words on Bathroom Walls. Kick the Habit Productions, LD Entertainment

Analisi tecnica – Quello che tu non vedi, la recensione

Il film riesce a portare avanti solidamente il suo percorso grazie a interpretazioni convincenti e un buon comparto tecnico. La regia di Freudenthal è solida, grazie anche al supporto di efficaci aspetti visivi e sonori che cercano di far capire al meglio come ci si sente ad essere affetti da questa patologia. Fortunatamente non si ottiene un risultato ridicolo: le inquietanti voci e la nebbia nera che in più occasioni si mostrano ad Adam dimostrano perfettamente la paura e la paranoia che si ritrovano a vivere gli schizofrenici. Spesso spiegare e rappresentare un disturbo di questo tipo in termini cinematografici può rivelarsi rischioso, ma il film riesce a superare la prova, smontando anche le aspettative più negative.

Il successo in questa sfida è garantito anche dalle buone performance del cast principale. Charlie Plummer (Tutti i soldi del mondo) si rivela un attore capace nel destreggiarsi tra l’umorismo e la tragicità che contraddistinguono il suo personaggio. Adam infatti è un ragazzo dalla personalità ironica e onesta, che spesso riesce con intelligente distacco a reagire ai momenti più dolorosi. Tuttavia non riesce sempre a non soccombere alla malattia ed è in questo caso che si rivela il suo lato più tormentato. Anche Taylor Russell (Lost in Space) è molto brava, un’irresistibile co-protagonista. Da citare anche le buone prove di Molly Parker (House of Cards) e dell’intramontabile Andy Garcia, nel ruolo del prete della scuola, un punto di riferimento importante per il protagonista.

quello che tu non vedi recensione

Words on Bathroom Walls. Kick the Habit Productions, LD Entertainment

Centrare gli obiettivi

Concludendo questa recensione di Quello che tu non vedi, bisogna sottolineare come il film riesca a centrare gli obiettivi prefissati. La pellicola riesce a sviluppare ottimamente l’intenzione di parlare, rappresentare e sensibilizzare sulla schizofrenia in modo inedito, ma al tempo stesso realistico. Questo avviene grazie al giusto tono adottato e ad espedienti interessanti e mai fuori luogo. Per parlare meglio al suo pubblico di riferimento non mancano inoltre aspetti tipici delle classiche commedie romantiche adolescenziali. La scelta è comprensibile ma finisce per allontanare il pubblico interessato principalmente alle tematiche trattate. Tuttavia la componente romantica della storia non diventa preponderante, ma riesce a convivere con tutti gli altri elementi.

Un appunto va fatto al titolo italiano del film, più banale rispetto a quello originale. Words on Bathroom Walls si ricollega infatti alla paura di Adam di essere giudicato dai suoi coetanei, la cui cattiveria si esprime spesso con le scritte lasciate nei bagni scolastici. In conclusione si può parlare di questo film come di un prodotto adolescenziale non del tutto banale, che tratta la tematica della malattia senza ricorrere agli espedienti narrativi del sick-lit movie. Questi avrebbero reso il tutto decisamente più melenso e drammaticamente ricattatorio. Quello che tu non vedi è un film commovente, ma riesce a esserlo senza essere troppo sopra le righe o zuccheroso. Un’opera senz’altro interessante da recuperare fra le novità di Prime Video di marzo 2021.

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Quello che tu non vedi

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Fortunatamente il film non cede alle regole del sick-lit movie e tratta il tema della malattia mentale in modo inedito e interessante
  • Giusto equilibrio tra delicatezza, serietà, umorismo, dramma e romanticismo
  • Le performance di Charlie Plummer, Taylor Russell, Molly Parker e Andy Garcia

Lati negativi

  • La componente narrativa della commedia romantica avvicina i più giovani ma può allontanare il pubblico interessato al tema principale
  • Come spesso accade il titolo italiano banalizza quello originale

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