Saltburn, recensione del nuovo film di Emerald Fennell – Roma FF18

Saltburn, seconda opera scritta e diretta da Emerald Fennell, è un film assolutamente da non perdere

La regista e sceneggiatrice premio Oscar per la sceneggiatura originale di Una donna promettente, Emerald Fennell, torna al cinema con Saltburn, presentato alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public. Distanziandosi per ambientazioni e tematiche, lo stile di Fennell è riconoscibile nella rappresentazione di una storia che si capovolge, nella costruzione di un finale spiazzante e nell’uso della colonna sonora che rende scene e sequenze memorabili. La regista e sceneggiatrice sceglie il campus di Oxford e la ricca residenza di Saltburn, per muovere un racconto denso di una suspense angosciante e che si prepara, minuto dopo minuto, ad essere sempre più spietato. La seconda opera da regista di Emerald Fennell fa così nuovamente centro, tanto forse, da farle ottenere la sua seconda nomination agli Oscar.

Indice

Trama – Saltburn, la recensione

Saltburn

Lucky Red

Oliver Quick, timido e impacciato, arriva a Oxford nel 2006 e sembra essere uno dei pochi studenti senza amici. Si sente estraneo a quel mondo che lo spaventa e affascina al tempo stesso. Vittima di una famiglia che non ha mai potuto prendersi cura di lui, trova nella casuale amicizia con Felix l’affetto che ha sempre voluto. Felix non è solo uno dei ragazzi più belli, popolari, ambiti e conosciuti del campus, è anche una persona che vede in Oliver una sincerità, una genuinità e un’assenza di paura nel mostrarsi per quello che è. Oliver entra così sempre di più nella vita di Felix che lo accoglie dapprima nella sua cerchia di amici, poi nella sua famiglia, dove formalità e apparenza regnano sovrane e dove lusso e sfarzosità sono la quotidianità.

Oliver è sia ospite che oggetto di scherno da parte della famiglia Catton, interessata alle sue difficoltà familiari per poterlo inserire in uno schema prestabilito, anche se sarà comunque sempre estremamente distante da loro. Oliver però sembra essere un vero amico per Felix e con diffidenza, tutti iniziano a vedere in lui ciò che vede Felix, ad apprezzarlo e considerarlo un membro della famiglia. Al tempo stesso Oliver comincia ad avere atteggiamenti contrastanti, singolari e che non gli si addicono. È l’influenza di quella famiglia maniaca del controllo o c’è dell’altro?

Luoghi signorili, distinti e raffinati – Saltburn, la recensione

Il secondo film della regista e sceneggiatrice di Una donna promettente non delude le altissime aspettative ma anzi sconvolge e stupisce. Dalla trama alla tecnica, Saltburn è un’altra piccola opera d’arte, magistralmente interpretata e girata. Ambientato nell’elegante, lussuosa e scintillante Oxford, presenta un mondo di giovani adulti alle prese con problemi relazionali, con amicizie inaspettate, con giri esclusivi e nei quali non ci si sente mai realmente accettati. È così che, naturalmente, si sente Oliver che non ha altro che lo studio. È estremamente solo, senza una famiglia alle spalle, senza qualcuno con cui parlare. Felix lo attira da subito, è forse tutto quello che una persona potrebbe desiderare di essere, in particolare alla soglia dell’età adulta e in un college britannico dove popolarità e notorietà hanno una potenza salvifica non indifferente. Oliver viene così trascinato nel mondo di Felix dove inizia a sentirsi sempre più a suo agio. Il racconto si sposta così nell’immenso, lugubre castello gotico, terreno di trasformazione in creature mitologiche, e dimora della famiglia Catton.

Saltburn

Lucky Red

Il secondo lungometraggio da regista di Fennell sembra suggerire che la follia, centrale nella storia, non ha un unico risultato possibile. Gli eventi possono far degenerare, incrinare, rivelare qual è la reale volontà di qualcuno, quella più nascosta, più interiore, e che prima o poi diventerà lampante. L’amore, quello più mentale, ossessivo, arido, maniacale, psicologico e morboso, che non ha nulla a che vedere con il sentimento, ma che sceglie, osserva, si lega indissolubilmente e non lascia scampo. Saltburn si concentra, esplorando attento, il corpo umano, tra nudità, esibizionismo e sensualità, sinonimo forse di libertà, imposizione, sfrontatezza e sfida. Regole del lusso scelte da persone disinteressate, superiori, che temono il dolore, le lacrime, la paura o la necessità emotiva e non materiale. Un’esteriorità e superficialità che è anche normalità, ma che tra vizio e forma, si decide di combattere, distruggere e demolire. È il crudele desiderio di alimentare l’animo inquieto di chi non può esprimere ciò che sente, mai, nel contrasto con chi, letteralmente spogliato di ogni inibizione, è padrone di se stesso e del proprio corpo.

Surreale, inquietante e straordinario – Saltburn, la recensione

Saltburn è un film estremo, folgorante, perverso, con una cattiveria e una suspense assillante che si insinua nei meandri di una dimora corrotta e ignara. L’indole più perfida e crudele, la natura manipolatrice e calcolatrice di chi sceglie la via della malvagità. La follia espressa viene incendiata scena dopo scena, fino quando quella miscela esplosiva arriva a un punto di rottura. Amore, rabbia, egoismo e rivalsa hanno, in Saltburn, lo stesso percorso già scritto e forse, solo nella speranza di una perfezione inarrivabile, inseguendone la sublime impossibilità, l’esito potrebbe non sfociare negli atti più torbidi, crudi e ai limiti del macabro. I personaggi sono pedine di un gioco, di un piano diabolico, bersagli di un’inconsapevolezza sferzante. Erotico, surreale, visivamente spettacolare, gli ambienti si colorano di rosso, giallo e bianco, un rosso che rimanda al sangue, un giallo all’oro e un bianco a quella purezza e genuinità solo apparente. Il labirinto di quella villa dall’atmosfera spettrale è forse il labirinto della mente del protagonista, che solo alla fine arriva al punto.

Saltburn

Lucky Red

Altro grande pregio del film è il cast, dove ognuno è protagonista di un’interpretazione impeccabile. Primo fra tutti Barry Keoghan, che nonostante i precedenti ruoli altrettanto straordinari, continua a stupire con la sua capacità di impersonare le figure più disparate, capace qui di non essere ciò che sembra. Personaggio principale della storia, qui Keoghan si afferma come uno dei migliori attori degli ultimi anni, rendendo spaventosamente verosimile qualcosa che poteva rischiare di sembrare assurdo, strano e troppo fuori dal comune. Lo stesso vale per Jacob Elordi, che dalla serie tv Euphoria al film Priscilla, è perfetto nei panni del classico ragazzo affascinante, atletico, ricco e intraprendente, che sceglie chi accogliere e chi allontanare. Tra gli altri Rosamund PikeRichard E. Grant, Carey Mulligan e Archie Madekwe. Tutti contribuiscono, con una recitazione stupefacente, a tessere la rete perfetta per una storia complessa, alcuni metafora di quell’indifferenza e quel formalismo che ha l’insolenza di essere un tentativo per non mostrare il proprio dolore, la propria sofferenza e il rischio di crollare.

Conclusioni – Saltburn, la recensione

Saltburn 4

Lucky Red

Un incipit e un finale davvero da brividi, entrambi accompagnati da una colonna sonora che, con forza, irruenza, intransigenza e rigidezza si impongono, in un contrasto tra l’essere parte di qualcosa e nell’essere l’unica parte possibile. Una fotografia brillante e sfavillante, ma sempre immersa nell’oscurità, descrive e mostra feste dedite al lusso, allo sfarzo, all’eccessivo, al massimo che ci si può permettere, spesso senza confini. La regia si muove tra primi piani e campi lunghi, nella smisurata ampiezza delle stanze, degli ambienti di una residenza dove perdersi, sfuggire al controllo e agire indisturbati. Fennell sceglie con grande attenzione cosa mostrare, cosa aspettare a svelare e come rendere un animo ambiguo, una mente distorta e una psiche ai limiti dell’insensatezza, in linea con quei personaggi, e quindi comprensibile in una logica fredda e disturbante. Come Saltburn riesce a spiazzare, con colpi di scena dei quali si capiscono, nel corso del film, gli indizi disseminati tra una sequenza e l’altra, c’è una doppia pianificazione: quella ponderata della messa in scena e quella, più tremenda e agghiacciante, delle figure che compongono la storia. Saltburn (qui il trailer) è un film da non perdere, un film che si spera possa fare incetta di nomination, dalla regia alla sceneggiatura, dall’interpretazione alla scenografia.

Saltburn

Voto - 9

9

Lati positivi

  • Magistralmente interpretato
  • Visivamente spettacolare
  • Un'originale storia di perversione, amore e follia

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