Scrubs: recensione della med-comedy con Zach Braff

Ecco la recensione dell'esilarante e toccante serie tv di Bill Lawrence

Scrubs: recensione. Quante volte facendo zapping ci siamo imbattuti almeno una volta in un episodio di qualche serie tv con protagonisti dei medici? Da qualche anno a questa parte infatti, è cresciuta sempre più la tendenza nel produrre contenuti seriali che raccontano le storie di chi lavora tra le corsie ospedaliere. A dare il via a questa “moda” è stata sicuramente la serie tv ER – Medici in prima linea, la cui storia è ambientata nel pronto soccorso del policlinico universitario di Chicago.  La serie ha avuto un tale successo e riconoscimento da arrivare sino alla 15esima stagione.

Nasce così il genere del medical-drama, che vede come elemento portante l’intreccio tra le storie dei protagonisti e le drammatiche vicende che avvengono in un ambiente medico. Chicago Hope, Dr.House – Medical Division, sino ad arrivare all’amatissima Grey’s Anatomy. Molti sono i tratti in comune che legano tra loro queste serie e che le rendono apparentemente tutte uguali. Eccezione la fa Scrubs, serie del 2001 che è diventata un vero e proprio cult.

Ideata da Bill Lawrence, Scrubs si potrebbe considerare una specie di outsider nell’ambito del genere medical-drama. Nonostante ritroviamo gli stessi elementi narrativi calati nel medesimo ambiente, il creatore ha voluto dare alla serie una prospettiva diversa. Lo spettatore infatti può guardare le storie dei protagonisti con animo più leggero e divertito grazie alla stravaganza dei personaggi e le gag fuori dal comune. Non mancano però momenti profondi che arrivano dritti al cuore.

Scrubs rappresenta quella che potrebbe essere definita come medical-comedy che, nel prender(si) in giro, trasmette al pubblico la dura e amara realtà.

Scrubs recensione

La serie segue le vicende del giovane John Dorian, o J.D., nel suo percorso per diventare uno strutturato in medicina interna all’ospedale Sacro Cuore. Vivremo con lui le difficoltà nel trovarsi ad affrontare un’emergenza, gestire situazioni drammatiche e confrontarsi con pazienti affetti da malattie terminali. Ma assisteremo divertiti anche alle relazioni da lui intrecciate con i colleghi nel corso del tirocinio e delle loro evoluzione. Scrubs vanta infatti una serie di personaggi molto caratterizzati e particolari che si inseriscono sempre in maniera geniale nelle storylines dei vari episodi.

Protagonista assoluto della serie è J.D., costantemente al centro di situazioni bizzarre e stravaganti a causa della sua indole da sognatore. Gli basta inclinare la testa a sinistra ed è immediatamente catapultato nel suo mondo, dove può accadere anche l’impensabile. La sua immaginazione va ben oltre la normalità e sfocia in sogni insoliti ed eccentrici. Questi “viaggi” infine si concludono sempre con frasi sconclusionate che nessuno riesce a comprendere.

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Ed è proprio attraverso i suoi occhi da “bambino” che abbiamo una visione chiara, anche se apparentemente mascherata, di ciò che potrebbe essere la quotidianità ospedaliera sotto ogni suo aspetto. Scrubs infatti cerca di trattare con sarcasmo ed ironia quelle che sono le verità del sistema sanitario in America: dai miseri stipendi dei tirocinanti sino all’attuale problema delle assicurazioni. Come detto però, Lawrence inserisce queste tematiche all’interno della storia non concentrando troppo l’attenzione su di esse. Le introduce con una battuta per poi trattarle in maniera quasi disinvolta. Non vuole infatti essere una vera e propria denuncia, quanto un aprire gli occhi su ciò che realmente accade.

Gli episodi però si basano principalmente sui rapporti interpersonali tra colleghi, ma anche tra medico e paziente. La centralità di tali dinamiche sta a ricordare quanto sia vitale l’interazione umana in un ambiente in cui si combatte per salvare vite. Scrubs ci insegna come i legami ci aiutano a vivere meglio e dimenticarci per un momento della morte. Inoltre ci mostra il modo migliore per vivere la vita: sorridendo.

Scrubs: la bromance tra J.D. e Turk

Dopo aver visto Scrubs è molto difficile dimenticare il nome o il volto di qualche personaggio anche se non risulta tra i protagonisti. La forza della serie, tra le tante, è stata quella di aver creato soggetti talmente particolari da risultare indimenticabili. Nonostante la storia si raccolga maggiormente attorno a J.D., non abbandona mai gli altri personaggi. Anzi spesso il regista dà molto più spazio a loro creando appositamente degli episodi in cui J.D. risulta come personaggio secondario.

Sempre al fianco di J.D. troviamo il suo miglior amico Chris Turk. Compagni al college e colleghi al Sacro Cuore, il rapporto che li lega somiglia molto ad una relazione di coppia. Nei vari episodi si gioca molto sulla loro bromance, ovvero un legame molto intimo e stretto che potrebbe essere spesso scambiato per omosessualità. La loro è un’amicizia difficile da imitare. Hanno tradizioni, canzoni, balli e rituali tutti loro i quali hanno ricorrenze e scadenze. Sono talmente inseparabili che nemmeno un viaggio di nozze è riuscito a dividerli.

Ma come in ogni amicizia, anche loro hanno alti e bassi. I litigi e gli screzi tra J.D. e Turk sono spesso imputabili al loro carattere diverso. J.D. ha un animo sensibile, non reprime le sue emozioni ma le manifesta sempre. Turk è più virile e forte. Nonostante entrambi abbiano in comune un atteggiamento ingenuo ed immaturo da bambino, Turk spesso si trova a spiegare importanti lezioni a J.D. ed indirizzarlo sulla giusta via.

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Scrubs recensione: i vari personaggi

Molti però sono i personaggi che, in un modo o nell’altro, accompagnano J.D. nel suo cammino per diventare medico. Ognuno di loro ha una storia personale ben definita e dettagliata che ci permette di conoscerli in maniera abbastanza approfondita. Incontreremo Carla, fiera infermiera e ragazza di Turk, il dottor Bob Kelso, primario dell’ospedale considerato senza cuore, il sempre infelice avvocato Ted e il sempre eccitato Todd. Per non dimenticare infine l’Inserviente, di cui nessuno conosce il vero nome, che una forte antipatia per J.D.

Oltre a Turk, J.D. prova affetto ed ammirazione per due persone per lui molto importanti: Elliot e il dottor Cox. Elliot, collega ed amica svampita e nevrotica, è l’amore della sua vita. Nonostante i vari tira e molla tra i due nelle varie stagioni, la loro amicizia ha sempre superato i vari ostacoli e le litigate. Ci sono sempre l’uno per l’altra e non si tirano indietro quando uno dei due ha bisogno di aiuto.

Rapporto completamente diverso è quello tra J.D. e quello che lui definisce il suo mentore, il dottor Cox. Uomo schivo, cinico e con disturbi affettivi, vediamo Perry Cox maltrattare continuamente J.D. per i suoi errori ed i suoi comportamenti. Dietro questo suo atteggiamento “ostile” in realtà si nasconde l’insegnante di cui tutti avrebbero bisogno. Qualcuno che sia se stesso e non faccia finta di essere qualcun altro pur di piacere e che dica la realtà così com’è, senza addolcire la pillola.

Scrubs recensione: un drama-comedy

Come accennato precedentemente, ciò che rende unica questa medical serie è la differente percezione che trasmette di un ambiente ospedaliero. Solitamente esso suscita nelle persone una sensazione di tristezza e di malessere ed è considerato un luogo nel quale si spera di non andare mai. Tale sentimento è molto calcato nelle serie come Grey’s Anatomy, in cui si respira un’aria di malinconia e dramma dal primo momento in cui entra un paziente. Ma ciò nella realtà non accade necessariamente. Nei medical-drama si portano le situazioni all’esagerazione con l’obiettivo di arrivare al cuore dello spettatore.

Scrubs ha voluto ribaltare l’inutile accostamento ospedale-tristezza, mostrando al pubblico una realtà non esattamente accurata, ma il più possibile vicina. Innanzitutto la serie non si concentra sulle dinamiche dei casi in cui si deve curare una rara malattia. Scrubs rimane con i piedi per terra e mostra patologie che si affrontano tutti i giorni. Diverso è anche l’atteggiamento che i protagonisti hanno con i pazienti malati e la malattia stessa. Dietro l’apparente leggerezza con cui affrontano le situazioni, si nasconde la profondità e maturità di avere a che fare con qualcosa che la maggior parte delle volte non dipende da noi.

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In ogni episodio si alternano questi momenti in cui ti chiedi come sia possibile piangere subito dopo aver riso. La comicità fuori dagli schemi presente in Scrubs non è altro che un elemento essenziale per bilanciare e contrastare la triste realtà a cui dobbiamo far fronte. E Bill Lawrence lo fa con una genialità e spontaneità disarmanti. Il cambio di toni della narrazione è talmente impercettibile e graduale da sorprenderti quando ti ritrovi con le lacrime agli occhi.

Scrubs recensione: una comicità sopra le righe

Far ridere non è cosa facile. Soprattutto se tale reazione deriva da situazioni in cui si cerca di sdrammatizzare determinati temi. Eutanasia, aborto, razzismo sono tutti temi molto delicati che vanno presi con le pinze pur di trattarli con il rispetto dovuto. In Scrubs questi argomenti sono (ovviamente) presenti, ma vengono rappresentati in modo “leggero”, mascherando la gravità dei temi. Questo atteggiamento non risulta però assolutamente di irriverenza o non rispettoso, bensì aiuta lo spettatore a riflettere.

Scrubs è un grande raccoglitore di sketch e battute atipiche e no-sense. Dall’esecuzione di un’operazione ci si può immediatamente ritrovare in una situazione in cui J.D. fa fisicamente la bandiera americana. Il pezzo forte rimane comunque la capacità di sognare ad occhi aperti del protagonista, in cui immagina come poter risolvere situazioni o evitare problemi.

Scrubs

Voto criteria - 8

8

Lati positivi

  • Caratterizzazione personaggi esilaranti
  • Struttura narrativa degli episodi
  • Sketch indimenticabili
  • La capacità di far riflettere ridendo

Lati negativi

  • Lo spin-off perde l'impronta che rende Scrubs così caratteristico

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