Self-made: la vita di Madam C.J. Walker – Recensione della serie Netflix

La nuova serie biografica con l'attrice Octavia Spencer

La scalata verso la vetta, l’ascesa sociale, la determinazione e la costanza: sono questi gli ingredienti del successo? Questo concetto così astratto e allo stesso tempo così effimero: che cos’è davvero? In questo periodo è Netflix a darci una possibile risposta con una miniserie: Self-made: La vita di Madam C.J.Walker, di cui vi proponiamo la recensione. Il prodotto ci racconta proprio la famosa ascesa sociale, i traguardi ma anche le sconfitte e i sacrifici che questo effimero e così agognato successo richiede a chiunque provi ad ottenerlo. La miniserie oscilla tra elementi biografici e altri introdotti per arricchire la narrazione e trasformarlo in prodotto di intrattenimento.

Nel cast troviamo una determinata Octavia Spencer nei panni della protagonista. Tra gli altri interpreti ci sono Blair Underwood nei panni del marito, C.J.Walker e Tiffany Haddish in quelli della figlia Lelia. La serie è liberamente ispirata alla biografia scritta dalla figlia di Madam C.J.Walker, A’ Lelia, On Her Own Ground. Il progetto prodotto dalla Warner Bros Television vanta tra i produttori esecutivi non solo la stessa Spencer ma anche il famoso giocatore di basket Lebron James. Ma senza dilungarci ulteriormente ripercorriamo la serie nella nostra recensione.

Indice

La trama

Sarah Breedlove, una lavandaia a St. Louis nel Missouri, vivendo in povertà e sottoposta a grande stress, perde i capelli. Un giorno, dopo l’ennesima lite con il primo marito, si presenta alla sua porta una donna: Addie Malone. Quest’ultima la consola e con l’intento di venderle il suo miracoloso prodotto per capelli le promette che la aiuterà. Le due iniziano un rapporto di amicizia e stipulano un accordo: Sarah lava i suoi panni e Addie le cura i capelli. In poco tempo il prodotto di Addie si rivela miracoloso e Sarah comincia a riacquistare fiducia in se stessa, risposandosi anche con un altro uomo.

Addie ha poi bisogno di vendere i suoi prodotti ma rifiuta l’aiuto di Sarah, non ritenendola idonea come venditrice.Quest’ultima per dimostrare il contrario ruba delle confezioni riuscendo a venderle tutte. Il gesto però pone fine ai rapporti tra le due. Tuttavia Sarah non si arrende e decide di creare il proprio prodotto. Ha così inizio il periodo di maggior successo e con l’appoggio dell’avvocato e il marito C.J.Walker, Sarah raggiunge una fama che la precede. Ma l’ascesa non sarà priva di ostacoli e tradimenti anche da parte di chi non si sarebbe mai aspettata. self made la vita di madam c j walker recensione

Capelli: espressione di un’identità 

Il fulcro di Self-made: la vita di Madam C.J. Walker, di cui vi proponiamo la nostra recensione, è la cura dei capelli. Può sembrare strano, in fondo quale serie televisiva al giorno d’oggi parla di questo? La realtà è che i capelli, in questa serie, hanno un significato fondamentale. La serie è vista e concepita interamente dal punto delle donne nere. Sarah, divenuta poi Madam, lo spiega chiaramente nel suo discorso per spingere le donne a comprare la crema miracolosa. Le donne di colore, liberate da poco tempo dalla schiavitù, cercano lentamente di farsi strada e di costruirsi quell’indipendenza tanto desiderata. Ma la realtà è ben più dura: sono ancora viste con disprezzo dai bianchi, non sono apprezzate nemmeno dai loro mariti o parenti, e soprattutto sentono il costante paragone tra la loro immagine e quella delle donne bianche. I capelli, le acconciature, la loro cura, rappresentano altro. 

Sono un modo per affermare non solo la loro bellezza, ma anche la loro uguaglianza con le donne bianche. Sarah lo ha provato sulla sua pelle, sperimentando il dolore e leggendo il disprezzo nei suoi confronti da parte degli altri. È proprio per questo che sa quanto sia importante prendersi cura dei capelli, di quelle folte chiome vaporose e nere che le contraddistinguono. Inizia così questo suo viaggio per creare e per vendere un prodotto che si prenda cura di capelli così delicati e poco curati per via delle difficili condizioni di vita. La sua determinazione, la sua forza e la sua lungimiranza la spingeranno a non arrendersi mai e a far sempre leva sulla propria esperienza personale. Tra le donne di colore nella sua stessa situazione c’è un forte senso di comunità, di condivisione. Quella comunione che si può creare solo tra donne che hanno sofferto profondamente. 

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Altre tematiche fondanti della serie sono l’imprenditoria e l’emancipazione femminile insieme all’indipendenza economica. Il tutto incarnato nella figura di Madam. Sarah è accesa dal suo desiderio di rivalsa. Ogni azione che compie è intrisa di determinazione, cerca di trasformare in realtà ogni pensiero. Prima crea il prodotto e poi seguendo la corrente di clienti si sposta ad Indianapolis, dove comincia a mettere in piedi un piccolo salone. Cerca l’appoggio di personalità influenti che sono solo in apparenza rivoluzionarie. Queste infatti si riveleranno incredibilmente ottuse e maschiliste. La sua voce non esprime solo il desiderio di creare qualcosa e di venderlo, è una voce che vuole imporsi. Vuole dimostrare che quell’affermazione della razza nera sui bianchi non avviene solo come gli uomini credono. È tramite la donna, tramite la sua intelligenza, il suo valore che la razza nera può affermarsi. Madam è la donna che si è costruita da sola.

Ha cercato investitori, clienti e collaboratrici e lo ha fatto in prima persona. Si è fatta strada in ambienti fortemente maschili cercando di far conoscere le sue idee e dimostrare che erano valide, esattamente come quelle di un uomo. Ma questa sua vulcanica energia ha messo completamente in ombra il marito, associato a lei solo per il nome che la ha dato.  È stata sempre lei a dettare le regole, a decidere cosa fare e come farlo, ricevendo il supporto dell’uomo, che però ha visto svilire la sua immagine sempre di più. Un uomo ferito nella sua virilità, colui che avrebbe dovuto indossare i pantaloni ma che invece è solo di contorno. La sua è l’immagine (purtroppo anche moderna) dell’uomo che percepisce la perdita della sua autorità in favore di una donna, sperimentando la sensazione e la posizione di inferiorità, che è sempre stata femminile.self made la vita di madam c j walker recensione

Considerazioni tecniche

Self-made: la vita di Madam C.J.Walker, come già accennato all’inizio della nostra recensione, è una serie biografica. La storia è divisa in 4 puntate di circa 45 minuti, tuttavia la distribuzione è sbilanciata. Il ritmo delle prime puntate è molto più lento, anche al livello di eventi. L’evoluzione della narrazione è coerente con il percorso di crescita ed emancipazione di Sarah, ma si trattano alcune vicende secondarie in maniera superficiale. Vicende che sono solo vagamente accennate e poi riprese verso la fine. La fine stessa appare molto concitata, con un salto temporale di cui lo spettatore non si accorge subito. Si ha l’impressione che il ritmo della sceneggiatura sia più lento per le prime puntate, a cui seguono le altre con un’accelerazione che viene di nuovo rallentata nella puntata finale. Come se si avesse avuto fretta di chiudere la storia con degli eventi che la precipitano.

I dialoghi sono invece interessanti e la performance di Octavia Spencer è sicuramente l’elemento di maggiore qualità della serie. La storia narrata si distacca però da quella reale per alcuni aspetti. Il cambiamento di questi è stato l’unico elemento che rende la serie diversa da un documentario. La serie ricostruisce con accuratezza e attenzione le città di St. Louis, Indianapolis e New York, con i disagi e i pochi comfort dei primi anni del Novecento. Attenzione e cura anche nei dettagli dei costumi e degli abiti indossati in quel periodo. Altra nota interessante è lo spaccato che fornisce sulla vita della comunità nera, dimostrando come questa fosse altrettanto ricca e colta come quella bianca. Vanno poi segnalate due pecche. La prima è l’inserimento, immotivato, di scene musicali che nel complesso stonano con la storia e la seconda è la superficiale gestione dei rapporti tra alcuni personaggi.

Considerazioni finali – Self-made: la vita di Madam C.J.Walker recensione

Giunti al termine della nostra recensione di Self-made: la vita di Madam C.J.Walker, ne consigliamo la visione. Certo la serie ha qualche difetto a livello tecnico e nell’impostazione della storia, ma è sicuramente ottima per il suo contenuto. I messaggi positivi sono molteplici. La lotta per l’affermazione da parte di una donna in un mondo profondamente maschilista; la determinazione nel voler perseguire un obiettivo per poi ottenerlo; il desiderio di indipendenza e la volontà di rompere quegli schemi e quelle impostazioni che hanno da sempre sminuito le donne e le hanno relegate al loro posto”. Ribadiamo come un altro punto di forza sia la performance di Octavia Spencer con l’ottima capacità di mostrarci sia il lato più forte e caparbio di questa donna, sia quello più emotivo e fragile. La capacità di far leva su quei sentimenti di rabbia e dolore che molte donne hanno sperimentato.

Altra nota negativa è legata ad una scelta di Madam, qualcosa che forse sorprenderà lo spettatore. Ricordiamo che sebbene la serie sia liberamente ispirata alla biografia della figlia di Madam, la storia è stata romanzata, per trasformarla in un prodotto di intrattenimento. Prodotto che fa comunque riflettere. Madam è stata davvero una pioniera, non solo nell’ambito dell’imprenditoria della cura dei capelli, ma anche in quello del lavoro femminile. Una storia come la sua assume una valenza ancora più importante se si considera il periodo in cui ha operato e il colore della sua pelle. Sono cose che, se contestualizzate, rendono la storia della sua vita davvero unica. Una donna nera, forte, caparbia che sfida le regole, gli stereotipi e supera le aspettative. Fa leva sulle capacità delle donne che in quel periodo erano ignorate; lei le ha spinte ad uscire dall’ombra preparando loro la strada per affermarsi.self made la vita di madam c j walker recensione

Self-made: la vita di Madam C.J. Walker

Voti - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Buona performance di Octavia Spencer
  • Messaggi positivi

Lati negativi

  • Vicende della narrazione distribuite in maniera sbilanciata
  • Intermezzi musicali non necessari

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