The Suicide Squad: recensione del cinecomic DC di James Gunn

Dal 2 agosto in anteprima in alcune sale italiane arriva The Suicide Squad - Missione Suicida, cinecomic DC scritto e diretto da James Gunn

Arriverà in alcuni cinema italiani in anteprima lunedì 2 agosto, e poi dal 5, The Suicide Squad – Missione Suicida, attesissimo cinecomic DC di cui vi presentiamo la nostra recensione. James Gunn scrive e dirige questo nuovo capitolo dedicato alla Squadra suicida con le basi ben salde nei fumetti di John Ostrander. È stato in fatti lo stesso Gunn a parlare di The Suicide Squad come di “un sequel della storie di John Ostrander della fine degli anni Ottanta”. Le premesse da cui il film prende le mosse non avrebbero bisogno di spiegazioni. Amanda Waller (Viola Davis) è nel carcere di Belle Reve per reclutare forze per la super segreta Task Foce X; criminali pericolosissimi e senza scrupoli da sacrificare per una nuova missione governativa in cambio di uno sconto di pena o favori simili.

Teatro dell’azione è la remota isola di Corto Maltese. Qui i membri della squadra procederanno a una missione di ricerca e distruzione guidati dal Colonnello Rick Flag (Joel Kinnaman). Bloodsport (Idris Elba), Peacemaker (John Cena), Ratcatcher 2 (Daniela Melchior), Blackguard (Pete Davidson), Savant (Michael Rooker) e, naturalmente, Harley Quinn (Margot Robbie) sono solo alcuni dei membri della Squadra. Letteralmente scaraventati sull’isola dovranno affrontare nemici e pericoli sempre maggiori. E sempre agli ordini di Amanda Waller, disposta a tutto pur di centrare l’obiettivo e portare avanti gli ideali di supremazia del Governo americano. Questa, ridotta all’osso e rigorosamente senza spoiler, la trama di The Suicide Squad; vediamo nella nostra recensione se il primo apporto di James Gunn nell’Universo DC è stato all’altezza delle grandi aspettative.

Indice:

Una serie di promesse mantenute – The Suicide Squad, la recensione

The Suicide Squad – Missione Suicida non è un sequel del film di David Ayer del 2016, così come non è un reboot. È piuttosto una provvidenziale rilettura della materia, con le fondamenta ben salde nei fumetti e uno sviluppo in puro stile James Gunn. Nel corso di diverse interviste Gunn aveva ribadito che il suo The Suicide Squad sarebbe stato quanto più fedele possibile alla sostanza dei fumetti di John Ostander. Una promessa mantenuta, il cui esito è lampante soprattutto nel grado di comprensione e rappresentazione dei personaggi. Tutti i membri della Squadra, dal primo all’ultimo, sono ben consapevoli di essere carne da macello, pedine nelle mani del Governo, merce sacrificabile. Ne sono consapevoli e agiscono di conseguenza, per lo più in maniera folle e sconsiderata.

Ma spesso (e soprattutto nel secondo e terzo atto) questa consapevolezza li porta a momenti di lucide, e sovente sovversive, prese di coscienza e di posizione. Se in Suicide Squad mancava il benché minimo interesse e partecipazione nei confronti dei protagonisti, qui la percezione cambia radicalmente. E il merito va tutto a una scrittura dei personaggi efficacissima. Personaggi che, anche con qualche licenza autoriale, saltano fuori dalle pagine dei fumetti per essere restituiti sul grande schermo nel miglior modo possibile. L’altra promessa cui James Gunn ha tenuto fede è quella di distribuire a piene mani divertimento, follia, violenza e adrenalina per tutta la durata del film. Pur con qualche difetto qua e là – non tutte le battute funzionano, ad esempio – The Suicide Squad è una giostra senza freni ad alto tasso di intrattenimento, dalla quale non si vorrebbe scendere.

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The Suicide Squad. Atlas Entertainment

A briglia sciolta

Che James Gunn abbia avuto carta bianca e mandato di “fare come voleva” è chiaro sin dall’incipit del film. The Suicide Squad è frutto della visione del suo autore, libero di lasciarsi andare a briglia sciolta disponendo di un grosso budget alle spalle. Senza filtri, James Gunn dà sfogo alla sua creatività e al suo stile personale, in una continua rincorsa all’eccesso dove tuttavia ogni exploit è giustificato dalla storia e dai personaggi. Fin dalle primissime battute si ritrova tutto quel campionario di bizzarro così distintivo dello stile del regista di Guardiani della Galassia. A cominciare dal reclutamento dei membri della Squadra e dalla presentazione della Task Force stessa, senza troppi preamboli e da subito in piena azione.

Forte anche del rating, The Suicide Squad infila trovate e dialoghi divertenti e assurdi una dopo l’altra; si va dallo scambio ironico (anche se mai propriamente “sottile”) alla battuta anche piuttosto grezza che suscita il compiacimento più sguaiato. Non tutte le trovate funzionano, ma il quadro generale è ampiamente positivo. Nel secondo e terzo atto a questi momenti se ne mescolano altri più drammatici, addirittura introspettivi; a volte confezionati con mano un po’ pesante, ma comunque emozionanti. È il caso, ad esempio, della backstory di Ratcatcher 2 (Daniela Melchior), quando in un flashback facciamo la conoscenza di suo padre, interpretato da Taika Waititi. Tutto, poi, è sempre condito da una generosa dose di sangue e budella, con vere e proprie esplosioni dettagliatissime di violenza. E anche qui, la libertà di poter mostrare tutto, è davvero provvidenziale.

La chimica trascinante del cast – The Suicide Squad, la recensione

Una grossa fetta della riuscita del film è appannaggio del cast, sia nel suo insieme, che guardando alle singole prove. I membri della Suicide Squad sono un concentrato di vincente, irresistibile assurdità, che ha i suoi vertici nei personaggi del Polka-Dot Man di David Dastmalchian (e i suoi problemi con la figura materna) e di King Shark, doppiato nella versione originale da Sylvester Stallone. Fra gli attori la chimica è palpabile e si vede come ciascuno di loro si sia davvero divertito col proprio personaggio. Margot Robbie è splendida nei panni della sua Harley Quinn, protagonista peraltro della scena di combattimento più esaltante del film. Idris Elba è un Bloodsport solido, in parte e in forma, ma le vere “sorprese” sono Daniela Melchior e John Cena.

La prima dà vita al personaggio forse più completo e sfaccettato della Squadra, in sintonia con ogni singolo membro del cast; John Cena, invece, non sbaglia un colpo nell’interpretazione di Peacemaker. Non stupisce, dunque, che James Gunn abbia deciso di sviluppare una serie con lui protagonista. Cena centra in pieno il personaggio, in ogni battuta che pronuncia, nei toni e nei modi, catturando l’essenza di un anti-eroe contraddittorio per natura. Viola Davis è ancora una volta perfetta nel ruolo della cinica Amanda Waller; Peter Capaldi, invece, non ha tutto lo spazio che meriterebbe per approfondire il suo villain, Thinker, non sempre convincente.

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The Suicide Squad. Atlas Entertainment

Conclusioni

Qualora ci fosse ancora qualche dubbio, The Suicide Squad – Missione Suicida è il film di cui il DCEU aveva bisogno. James Gunn non sbaglia un colpo, forte anche di un cast ispiratissimo e della libertà di poter dare sfogo al suo estro creativo. Gli effetti visivi sono spettacolari, soprattutto nell’ultimo atto, quando facciamo la conoscenza del gigantesco kaiju Starro e della sua potenza distruttiva. Perfetta e centratissima anche la colonna sonora.

Siamo ben lontani dai brani giustapposti del Suicide Squad del 2016; qui ogni parte della colonna sonora ha il suo valore, aggiungendo un ulteriore senso alle immagini sullo schermo. Avviandoci verso la conclusione della nostra recensione di The Suicide Squad, l’invito è quello di correre in sala. Per godere di uno spettacolo divertente, irriverente, violento ed esagerato in cui, nel climax finale, arriva forte e chiara una riflessione critica sulla giustizia e sul ruolo dell’eroe. The Suicide Squad, con mossa strategica, arriverà in alcune sale in anteprima a partire da lunedì 2 agosto. Il consiglio è quello di non lasciarselo scappare.

The Suicide Squad - Missione Suicida

Voto - 8

8

Lati positivi

  • James Gunn, con la massima libertà, esprime tutto il suo estro creativo nella scrittura e nella regia, dando nuova vita ai personaggi in un film divertente, irriverente, emozionante e visivamente spettacolare
  • La prova del cast nel suo insieme, con John Cena che centra in pieno le sfumature del personaggio di Peacemaker

Lati negativi

  • Non tutte le battute funzionano, soprattutto nel secondo atto del film, ma nel quadro generale è un difetto che ha poco peso

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