The Warrior – The Iron Claw, la recensione del film di Sean Durkin sulla storia dei fratelli Von Erich

La parabola della famiglia Von Erich nel nuovo film diretto da Sean Durkin con protagonista Zac Efron alla miglior prova della sua carriera: la nostra recensione di The Warrior - The Iron Claw

Con The Warrior – The Iron Claw, al cinema dal 1° febbraio, Sean Durkin porta in scena la storia vera di una delle più grandi e celebri dinastie nella storia del Wrestling, quella della famiglia Von Erich. Un’epopea così drammatica e segnata dalla tragedia che il regista, anche sceneggiatore, ha dovuto in parte rivedere e tagliare in modo da renderla più sopportabile, addirittura meno incredibile. Il Wrestling è il più teatrale degli sport, la più spettacolare delle competizioni, fatta di personaggi e sceneggiature, di ritualità e di gesti strettamente organizzati e codificati. Ogni scontro è una narrazione con regole precise, ogni lottatore incarna uno stereotipo riconoscibile, ogni personaggio è studiato per suscitare reazioni specifiche e immediate da parte del pubblico. A partire dalla categorizzazione tra personaggi buoni e cattivi, quelli che in ambito professionistico vengono classificati come face (leali e onesti, i beniamini del pubblico) e heel (i villain, provocatori e scorretti, pensati per risultare odiosi).

E se il Wrestling è un fenomeno particolarmente rappresentativo della cultura statunitense, la storia della famiglia Von Erich ben si presta a diventare simbolo delle derive e delle conseguenze che si verificano quando quella cultura viene portata all’estremo. Sean Durkin racconta la famiglia Von Erich rendendola esemplare, quasi un archetipo, mostrando il rovescio della medaglia di un “sogno americano” fatto di forza, ambizione, competitività e necessità di affermarsi. Mostrando una famiglia disfunzionale in cui non c’è spazio per le emozioni, non sono concesse le lacrime, non è permesso mostrare la propria fragilità Zac Efron – irriconoscibile e, lo diciamo sin da subito, alla miglior prova della sua carriera – è protagonista nel ruolo di Kevin Von Erich, Jeremy Allen White, Harris Dickinson e Stanley Simons sono rispettivamente Kerry, David e Mike Von Erich. Resta fuori dalla storia Chris Von Erich, la cui parte è stata esclusa dalla sceneggiatura da Sean Durkin per esigenze narrative. Completano il cast Holt McCallany nel ruolo del patriarca Fritz Von Erich e Maura Tierney in quello di Doris Von Erich. Pur trattandosi di una storia vera e di un biopic, eviteremo di fare spoiler per coloro che non la conoscono nel dettaglio.the iron claw recensione

Indice:

La trama: la storia dei fratelli Von Erich dalle origini del mito alla maledizione – The Iron Claw recensione

The Iron Claw ruota dunque attorno alla famiglia Von Erich, una dinastia celebre che, per chi conosce a fondo l’epoca d’oro del Wrestling, non ha bisogno di presentazioni e la cui storia sembra fatta apposta per la trasposizione sul grande schermo. Sean Durkin decide di raccontare la storia dei fratelli Von Erich mostrando quella che potremmo chiamare l’origine del mito, l’ascesa fino alla vetta e le numerose tragedie che hanno colpito la famiglia. I Von Erich sono una famiglia di wrestler, a partire dal patriarca Frizt (al secolo Jack Adkisson, diventato famoso per la sua mossa finale, l’Artiglio d’acciaio che dà il titolo al film), che vede nei suoi figli uno strumento per realizzare i suoi sogni e raggiungere traguardi che a lui sono stati negati. Kevin, David, Kerry e Mike sono stati cresciuti con l’unico obiettivo di diventare invincibili, sottoposti a una costante pressione, senza spazio per esprimere le proprie emozioni. Il Wrestling è l’unica cosa che conta. Kevin, David e Kerry hanno seguito le orme paterne, raggiungendo il vertice e facendo brillare Fritz di luce riflessa. Mike, il meno atletico della famiglia, con una spiccata passione per la musica che lo rende l’ultimo nella classifica delle preferenze di Fritz, viene trascinato a sua volta in quel mondo che non gli appartiene.

Kevin, David e Kerry, il più celebre dei fratelli, diventato famoso come Texas Tornado, sono wrestler acclamati quando la maledizione della famiglia Von Erich – una maledizione che, racconta Kevin, sembrava essere legata alla scelta del padre di utilizzare quel cognome come ring name – si abbatte su di loro come una scure. Perfino Mike, contro ogni aspettativa, ha ottenuto il successo tanto agognato da Fritz. Ma quella della famiglia Von Erich non è una maledizione o meglio, non lo è certo nell’accezione che emerge dalle parole bonariamente ingenue di Kevin. La maledizione è quella che prende forma attraverso i comportamenti e le imposizioni di un padre fanatico e incapace di vedere i propri figli come altro se non corpi e menti da plasmare a suo piacimento. Vittime sacrificali illuse con la promessa dell’invincibilità. E dopo aver tessuto l’origine del mito, Sean Durkin racconta le conseguenze che il crescere in un ambiente del genere ha avuto sui quattro fratelli. È l’altra faccia del sogno americano, un duro atto d’accusa che tramite la figura di un padre padrone si estende, con una lettura politica, a un’intera nazione.

L’altra faccia del sogno americano – The Iron Claw, la recensione

Cresciuti da un padre che li ha resi fortissimi sul ring ma incapaci di confrontarsi con le emozioni e privi degli strumenti necessari a salvarsi, Kevin, David, Kerry e Mike sono legatissimi tra loro e trovano l’uno nell’altro tutto l’affetto che il padre Fritz, e di riflesso la madre Doris, hanno negato loro. A Fritz tributano un’obbedienza cieca non priva di un amore disperato e, col massimo dello spirito di sacrificio possibile, fanno di tutto per non deluderlo. The Iron Claw tocca temi forti e attualissimi, come quelli della mascolinità tossica e della depressione e pur essendo ambientato in un’epoca ormai lontana è quanto mai contemporaneo. Sean Durkin fa un ottimo lavoro nel non lasciare che il film venga sopraffatto e si affossi nella sua stessa drammaticità. Le vicende sono strazianti, ma il tono è sorprendentemente sobrio, a tratti asciutto, mai distante ma quasi trattenuto, come se il respiro del film ricalcasse lo stato emotivo del suo protagonista, Kevin Von Erich. Zac Efron, alla prova migliore della sua carriera, completamente trasformato in un corpo messo al servizio del personaggio, è artefice di una performance straordinaria.

Le emozioni forzatamente trattenute da Kevin durante tutto l’arco della storia si riflettono sul viso di Zac Efron, dolorosamente segnato e ostinatamente fiero. Per calarsi al meglio nel personaggio, Durkin ha chiesto a Efron di non cedere al dolore durante le riprese e quando sul finale Kevin si lascia andare a un pianto liberatorio – una gamma infinita di emozioni sul volto – The Iron Claw libera quella parte empatica sempre presente, ma quasi tenuta a bada nel corso di un racconto tanto accorato e dolente quanto lucido e mai melodrammatico. E se Zac Efron è in stato di grazia, Jeremy Allen White, Harris Dickinson e Stanley Simons lo sono altrettanto. Dickinson incarna alla perfezione lo scollamento tra le pulsioni vitali e personali del suo David e la gabbia dorata che Fritz gli ha costruito intorno. White toglie il fiato con il suo Kerry, la cui interpretazione si rispecchia in un personaggio dolente e magnetico, del quale alla fine del film resta il rimpianto di non aver visto di più, mentre la storyline di Mike Von Erich, cui presta il volto Stanley Simons, è quella che forse più di tutte lacera e strazia.the iron claw recensione

Le nostre conclusioni – The Iron Claw, la recensione

Oltre alla grande portata e al peso simbolico della storia della famiglia Von Erich, The Iron Claw colpisce per l’ottima rappresentazione del contesto storico in cui questa parabola va in scena. La fotografia di Mátyás Erdély è il miglior “braccio destro” possibile per la regia di Sean Durkin, che si muove intensa tra la descrizione dell’ambito familiare e personale e quello dei combattimenti sul ring. Le scene di lotta sono magnificamente girate, con grande varietà di inquadrature dai campi larghi ai dettagli e angoli di ripresa perfetti per dare il massimo risalto alle mosse e ai movimenti sul ring. Tutte le sequenze dedicate agli incontri, nelle quali i Von Erich affrontano altri volti storici del Wrestling come Gino Hernandez e Rick Flair, sono ad alto tasso di intrattenimento e non mancheranno di accontentare i gusti dei fan storici di quella che all’epoca era la WWF e che ora è la WWE.

L’attinenza al periodo storico, che si muove tra gli anni Settanta e Novanta, è massima, con una bella ricostruzione dello stile visivo delle trasmissioni tv che trasmettevano gli incontri di wrestling e una colonna sonora che accompagna in maniera centratissima tutto quel che accade sullo schermo. The Iron Claw è un dramma biografico che si prende le sue libertà, con una sceneggiatura costretta a sacrificare alcuni passaggi per dare massimo risalto alla storyline di Kevin Von Erich, il vero protagonista della storia. Certi sviluppi sono solo accennati e certi personaggi sono un po’ messi da parte, come nel caso della Doris della bravissima Maura Tierney, ma nel complesso The Iron Claw ha l’effetto di una power bomb, con un terzo atto in crescendo, che libera e lascia sfogare tutto il dolore accumulato con un finale sinceramente emozionante. Al cinema dal 1° febbraio (qui il trailer).the iron claw recensione

 

 

The Warrior - The Iron Claw

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Straordinario il cast al completo, con Zac Efron alla miglior prova della sua carriera
  • Un film intenso ed emozionante, sostenuto da un ottimo lavoro del comparto tecnico nel suo complesso

Lati negativi

  • Alcuni personaggi sono un po' sacrificati per lasciar spazio a Kevin Von Erich, vero protagonista della storia

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