The Woman King: recensione del film con Viola Davis

Recensione di The Woman King, nuovo film con Viola Davis Tratto da una storia vera

È in sala a partire dal primo dicembre The Woman King, dalla regista Gina Prince-Bythewood, che qui si occupa anche della sceneggiatura insieme a Dana Stevens. Il cast principale è invece formato da Viola Davis, Thuso Mbedu, Lashana Lynch, Hero Fiennes Tiffin e Sheila Atim. Ma The Woman King (qui il trailer) può essere il film che fa per voi da guardare in sala? Scopritelo leggendo la nostra recensione.

Indice

Trama – The Woman King Recensione

 

Innanzitutto, si tratta di una storia vera. Siamo nel 1823, nel regno del Dahomay in Africa Orientale. L’esercito è composto dalle Agojie, un gruppo di soldatesse guidate dal Generale Nanisca (Viola Davis) che stanno lottando contro l’impero Oyo, che controlla il Dahomay e che da loro prende gli schiavi da vendere agli europei. Parallelamente, una ragazza di nome Nawi (Thuso Mbedu), viene abbandonata dal padre e affidata alle Agojie in quanto, contro la volontà del padre non voleva prendere marito. Vedremo quindi la sua determinazione nel diventare una guerriera, desiderio però spesso ostacolato dalla sua disobbedienza.

The Woman King

The Woman King, Tristar Pictures

 

Analisi Tecnica – The Woman King Recensione

Possiamo dire di trovarci ad un prodotto tecnicamente piuttosto valido. La storia è molto semplice e lineare quindi sono difficili errori di sceneggiatura, che anzi è molto buona nel caratterizzare i personaggi, tutti molto tratteggiati, con una loro personalità e aspetto ben definiti, risultando tutti così molto d’impatto, specie quello di Izogie (Lashana Lynch) che, pur non avendo un ruolo di protagonista, rimane comunque un personaggio impattante e che senza dubbio rimane nel cuore dello spettatore.

Buona la fotografia e la regia, in particolare quest’ultima è ottima quando si tratta di mettere in risalto i corpi forti delle combattenti. Per quanto riguarda la fotografia, è molto colorata e per fortuna si evita quel filtro giallo tipico dei film ambientati in paesi africani o arabi.

Ma le verie perle sono i costumi, che caratterizzano le varie categorie di personaggi. Il re e le sue mogli portano degli abiti molto colorati e ricchi di accessori realizzati soprattutto con le conchiglie, le aspiranti Agojie portano degli abiti bianchi, mentre le combattenti portano degli abiti rossi e blu scuro, scoperti sull’addome muscoloso per metterlo in risalto, il Generale Nanisca porta lo stesso completo, ma, per distinguersi dalle altre, la parte di sopra ha una forma diversa e al collo porta una grossa collana di denti di squalo. I combattenti dell’Oyo portano invece degli abiti caratterizzati soprattutto dai loro turbanti colorati.

L’unica pecca da questo punto di vista è il montaggio, che rende poco comprensibile la quantità di tempo trascorso fra una scena e l’altra e che durante le battaglie (specie le prime) ha troppi tagli, disperdendo un po’ l’attenzione dalla scena.

The Woman King

The Woman King, Tristar Pictures

 

Rappresentazioni innovative – The Woman King Recensione

 

Come ormai ben sappiamo, quando si tratta di storie di colonizzazione raccontate al cinema, siamo abituati a vedere il tutto dal punto di vista dei colonizzatori stessi, spesso giustificati, o ancora romanticizzati in storie che raccontano ad esempio del colone che prova pietà per queste povere anime in difetto e cerca di convincere il capo a non usare metodi troppo drastici nei loro confronti. Questo nel migliore dei casi, altre volte ci troviamo direttamente davanti a prodotti che parlano dei colonizzatori come eroi portatori di civiltà verso popoli selvaggi e in cerca di salvezza.

Qui, ovviamente, non è così. Ci troviamo in Africa e la lotta è fra due popolazioni africane, a dimostrare come la colonizzazione abbia creato discordia anche fra popoli vicini. L’unico personaggio bianco, il portoghese Santo Ferreira (Hero Fiennes Tiffin) non fa altro che sfruttare la situazione ed è un personaggio completamente negativo. Le protagoniste sono delle donne, donne guerriere, che consacrano la loro vita alla protezione del loro regno e non prendono marito nè partoriscono e sono venerate dal popolo.

Personaggi femminili di questo tipo vengono narrate spesso come “maschiacci”, ma non è questo il caso: c’è una forte sorellanza fra di loro, alcune di loro sono anche piuttosto tenere e le vediamo spesso danzare e cantare. Le protagoniste hanno vissuto eventi traumatici, ma per una volta le donne non vengono raccontate come se loro stesse fossero il loro trauma.

La protagonista è Viola Davis, una donna di 57 anni, messa in un ruolo in cui è una valorosa guerriera un generale. Con l’ageismo per le attrici che c’è a Hollywood, vedere una donna sopra i quarant’anni come protagonista è raro, figuriamoci in un ruolo del genere. Infine, spesso i volti e i corpi degli africani, specie quelli dei bambini sono utilizzati per creare pietismo, qui come anticipato vediamo dei corpi forti e muscolosi, esaltati da costumi e regia. Insomma, diversi punti di vista piuttosto innovativi e interessanti.

 

The Woman King

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • Il lato tecnico è perlopiù di alto livello
  • Ci sono delle rappresentazioni innovative e interessanti

Lati negativi

  • Il montaggio non è molto buono

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