Tre di troppo: recensione del film di e con Fabio De Luigi

Tre di troppo è il secondo lungometraggio di Fabio De Luigi, ecco cosa ne pensiamo.

Tre di troppo, diretto e interpretato da Fabio De Luigi, affiancato da Virginia Raffaele e da alcuni dei più noti volti del panorama italiano, è una commedia surreale sull’importanza e la difficoltà di essere genitori. In uscita il 25 dicembre 2023, tra i film di Natale di quest’anno, Tre di troppo racconta la storia di una coppia convinta di avere tutto ciò che può desiderare e crede, in parte, che questo dipenda dal fatto che non hanno mai voluto né desiderato avere bambini.

Indice

Trama – Tre di troppo recensione

Marco e Giulia sono una coppia felice e che si gode la vita, spesso vantandosene di fronte agli amici, alle prese con bambini i piccoli e altri in arrivo. Marco è un barbiere con pochi clienti con i quali non ama usare le buone maniere mentre Giulia è a capo di un negozio di abbigliamento di lusso dove gestisce le commesse insegnando loro i trucchi del mestiere. Durante una conversazione dove nuovamente Marco e Giulia sottolineano la loro vita perfetta, la loro amica Anna – mamma di una bambina di 7 anni e prossima al parto del secondo figlio – si comporta in modo insolito e sembra lanciare una maledizione ai due amici ai quali promette che un giorno si sveglieranno con molti figli e senza più il tempo per godersi la vita di cui tanto vanno fieri.

Ecco che il giorno dopo la maledizione si avvera e la coppia si risveglia con tre bambini e non solo. Marco è diventato un barbiere specializzato in tagli per bambini e Giulia è la commessa al gradino più basso del negozio di lusso dove lavorava. I bambini li chiamano mamma e papà e li considerano i loro genitori ormai da anni. Marco e Giulia non vogliono realmente occuparsi dei tre bambini e insieme avranno il solo obiettivo di liberarsi di quella vita che è stata loro imposta e tornare a quella tranquilla e felice che avevano prima.

L’ottimo cast e la comicità di situazione – Tre di troppo recensione

Tre di troppo parte da una chiara premessa: Marco e Giulia non avranno mai figli. Non perché non possono averne, non li vogliono, non credono di esserne in grado o hanno tempo per, un giorno, diventarlo, ma perché non sono pronti a rinunciare a quelle piccole essenziali soddisfazioni della propria vita. Circondati da un mondo che sembra ricordargli ogni giorno che quando si diventa genitori tutto cambia, loro continuano a credere che evitando di avere figli nulla cambierà.

Tre di troppo non mette però i personaggi principali solo di fronte a una vita con dei bambini di cui prendersi cura, da capire, ascoltare e aiutare, ma anche con delle attività professionali ribaltate e quindi con un’esistenza completamente diversa, un declassamento che li porta a fare i conti con la loro stessa personalità. Un processo di crescita, di trasformazione, di presa di coscienza e visione del mondo, nella realtà che dai bambini c’è molto più da imparare di quanto chiunque si potrebbe mai aspettare.

Tre di troppo

Warner Bros.

Parte della riuscita del film è data principalmente dalla bravura degli attori, dai noti e amati Fabio De Luigi e Virginia Raffaele, compresi i giovanissimi interpreti bambini Greta Santi, Francesco Quezada e Valerio Marzi, credibili nei loro ruoli e che aumentano notevolmente la matrice divertente della pellicola. Un’ironia che pervade l’intero film si riduce però a davvero poche scene realmente esilaranti, tra gag, comicità di situazione e una punta di surrealismo.

Tre di troppo diverte, ma non abbastanza per essere definito un film comico, e i momenti invece più distesi o riflessivi neanche arrivano a definire realmente il genere di commedia drammatica. Ecco che il secondo lungometraggio diretto da Fabio De Luigi funziona nei singoli momenti che rappresenta, negli sketch comici, nell’ironia più aspra che nasce dalle difficoltà, e anche in un’origine di malinconia, nostalgia e consapevolezza. Ma non nello scorrere fluido e consequenziale della storia, che appare così un insieme di scene non del tutto coerenti.

Conclusioni – Tre di troppo, la recensione

Per il resta nulla da dire sull’intero ottimo cast che compone Tre di troppo: da Marina Rocco a Barbara Chichiarelli, da Renato Marchetti a Fabio Balsamo fino a Beatrice Amera, tutti verosimili e tridimensionali nella loro esagerata stravaganza della realtà. L’idea più innovativa, in particolare per un prodotto italiano e che somiglia ad altre pellicole, dando però un’accezione maggiore e diversa, basti pensare a Figli di Giuseppe Bonito, è l’idea dell’essere genitori.

I due protagonisti appaiono personaggi negativi nei confronti dei loro amici, positivi e simpatici nella loro singolarità, ma nei rapporti con gli altri lontani da sensazioni di calore, aiuto, comprensione, ed è forse questa la vera acquisizione e presa di coscienza che Marco e Giulia dovevano imparare a fare proprie. La sensazione di incongruenza è percepibile, ma nulla ha a che vedere con le reazioni che sequenze e dialoghi provocano nello spettatore, che convincono, intrattengono e strappano un sorriso, con rari momenti di puro divertimento.

Tre di troppo

Warner Bros.

Dissonanze e attimi di assurdità sono quindi quei difetti resi accettabili dal fatto che si tratta di uno di quei film che si sa già come andrà a finire, non tanto per essere una trama già vista, anzi Tre di troppo si può definire una storia originale, ma in base al target, alla componente favolistica e dal chiaro senso e messaggio che arriverà sul finale. Sicuramente prevedibile, ma non per questo esente da una meritata visione, che varrebbe anche solo per la presenza di Virginia Raffaele e Fabio De Luigi che da espressioni, battute, gesti e balli in pista e in casa sono la vera forza del film.

Tre di troppo è quindi prevedibile, ma nel complesso simpatico, con frammenti di magia e una dichiarata struttura irreale e appartenente al genere del fantastico, non solo per l’espediente dell’incantesimo o, di come viene chiamata all’inizio, della maledizione, ma per tutta la cornice che viene data alla pellicola dall’inizio alla fine e che tenta, a volte con successo, di rappresentare le volontà più nascoste dell’animo umano, dalle più divertenti alle più negative.

Tre di troppo

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Ottimo cast
  • Sequenze estremamente divertenti

Lati negativi

  • Trama e finali prevedibili
  • Elementi inverosimili

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *