Vera: recensione del film con Vera Gemma, Venezia 79 – Concorso Orizzonti

Vera: la recensione del film con Vera Gemma, in concorso al Festival del Cinema di Venezia

Così come succede nel film Vera, il mondo del cinema o quello dello spettacolo in generale è zeppo di personaggi che devono lottare costantemente con il nome più importante dei loro genitori, diventati famosi prima di loro e che inesorabilmente creano un’ombra possente, che oscura i nomi dei figli, costretti a lottare e a dividersi dal cordone ombelicale artistico al quale sono loro malgrado legati. Tra i nomi più importanti che subito vengono alla mente sono Alessandro Gassman o Asia Argento, figli d’arte di importanti colossi del cinema italiano. Tra questi nomi spicca anche quello di Vera Gemma, protagonista del film Vera, presentato in anteprima alla 79esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Diretto dai registi Tizza Covi e Rainer Frimmel, Vera racconta in un mix tra finzione e realtà la storia di Vera Gemma, figlia del celebre attore di spaghetti western, Giuliano Gemma.

Indice

Trama – Vera recensione

vera recensione

Vento Film (Tizza Covi, Rainer Frimmel)

Vera è cresciuta in una famiglia ossessionata dall’estetica. La sua vita è costellata dalla costante ricerca della bellezza grazie all’aiuto della chirurgia plastica, e dallo sfarzo ereditato dal lavoro cinematografico del padre. Proprio quest’ultima parte della vita di Vera è il filo conduttore di tutto il film, che risulta però essere – per quanto semplice nella comprensione e nella trama – sconnesso e poco interessante. Vera ha sempre vissuto all’ombra del padre e lo fa anche ora che il genitore non è più in vita.

Cerca di trovare il proprio posto nel mondo del cinema con scarsi risultati, va a feste di grande sfarzo e viene invitata a programmi in cui si parla sempre e solo di suo padre, senza menzionare la sua vita o porre domande alla protagonista stessa dell’intervista. Una vita fatta di “Vera, la figlia di Giuliano Gemma”, quella che negli anni ha inseguito il modello estetico perfetto, modificando il proprio corpo fino a non riconoscersi più nello stesso. Attraverso questa pellicola, “la figlia di Giuliano Gemma” cerca di staccarsi dalla sua etichetta, sperando di non finire un giorno al cimitero con un epitaffio che recita “qui giace la figlia di Giuliano Gemma”, denotando quanto sia grande il potere che il padre ha sempre avuto su di lei.

Un mondo tra finzione estetica e verità umana – Vera recensione

All’estetica e la finzione del corpo e della società sempre più materialista, si contrappone la purezza d’animo della protagonista, che spesso si confonde con un’ingenuità quasi bambinesca, capace di attirare i predatori di tutte le estrazioni sociali. Vera è fragile, Vera è spontanea, Vera è incapace di vivere una vita che la renda davvero felice, Vera si accontenta di ciò che ha, non accorgendosi degli sciacalli che si aggirano intorno ai suoi grandi cappelli da cowboy, attratti più dai suoi soldi che dal suo essere.

vera recensione

Vento Film (Tizza Covi, Rainer Frimmel)

Una vita all’ombra del padre – Vera recensione

Da un film semplice nella sua realizzazione e poco coeso nella trama, emergono alcuni temi particolarmente importanti. Si denota la contrapposizione tra la devozione della donna verso suo padre e la voglia costante di staccarsi dal suo cognome, che più che un onore, diventa giorno dopo giorno un calvario. A sottolineare questa sofferenza continua è anche la presenza di Asia Argento. Anche lei interpreta se stessa, rimarcando quanto sia stato difficile e lo sia ancora tuttora essere ricordata con il suo nome che con l’epiteto “la figlia di…”. Per quanto queste siano tematiche alquanto lodevoli e onorevoli, resta il fatto che Vera non riesce completamente nella resa finale.

La trama, semplice nei fatti, risulta difficile da capire in quanto sconnessa rispetto ai flussi di pensiero che emergono dall’analisi interiore della protagonista. I personaggi sono invece troppo stereotipati. Pochi sono gli attori che riescono a raggiungere davvero il pubblico con la loro interpretazione. Menzione particolare va al piccolo interprete di Manuel, unico davvero credibile all’interno della rosa degli attori. Il bambino, alla sua prima esperienza attoriale, è stato naturale nelle sue esposizioni, emergendo in un complesso di finzione cinematografica, anche spesso stucchevole.

Vera

Voto - 4

4

Lati positivi

  • All’estetica e la finzione del corpo e della società sempre più materialista, si contrappone la purezza d’animo della protagonista
  • Si denota la contrapposizione tra la devozione della donna verso suo padre e la voglia costante di staccarsi dal suo cognome, che più che un onore, diventa giorno dopo giorno un calvario
  • Lati negativi

    • I personaggi sono troppo stereotipati. Pochi sono gli attori che riescono a raggiungere davvero il pubblico con la loro interpretazione

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