Countdown: recensione dell’horror tecnologico di Justin Dec

Un app in grado di predire la tua morte: Countdown la recensione

Pochi anni or sono uno spot commerciale recitava una frase del tipo “c’è un app per tutto“. Per quanto questa espressione sia fantasiosa non si allontana poi troppo dalla realtà; oggi infatti passiamo molto della nostra vita con gli occhi sullo schermo dello smartphone che sembra avere la risposta a tutte le nostre domande. O quasi… Sembrano partire proprio da questo pensiero i filmmaker del nuovo horror Countdown di cui vi presentiamo la nostra recensione. La storia si basa appunto su una misteriosa applicazione che sotto le mentite spoglie di un normalissimo timer sembra poter predire la morte di ognuno di noi. Basta scaricarla sul proprio dispositivo e scoprire quanto resta da vivere.

Chiunque tenti di sottrarsi al naturale destino va incontro ad una morte spaventosa per mano di un misterioso demone che sembra infestare l’applicazione. Il film è stato scritto e diretto da Justin Dec, un regista alle prime armi formatosi con cortometraggi autoprodotti a costo zero fino ad arrivare a girare un vero e proprio lungometraggio.

Indice

Countdown: la trama

Un gruppo di amici riuniti ad un tavolo durante una festa, un po’ per gioco e un po’ per noia decide di scaricare l’app del momento: Countdown. In base a quanto si dice in giro l’applicazione è in grado di prevedere con estrema esattezza quando una persona morirà. Presi dalla voglia di essere rapiti per l’ennesima volta dai propri smartphone i ragazzi iniziano a giocare. Tutti i partecipanti di questo gioco sembrano avere una vita più o meno lunga a parte una ragazza che di li a poco sarebbe morta.

Presa dal panico e dalla suggestione decide a fine serata di non tornare in macchina con il ragazzo ubriaco fradicio. In questo modo la giovane adolescente si sottrae al suo appuntamento con il destino ma l’app se ne accorge e per far “quadrare i conti” troverà un altro modo per far si che la “profezia” si avveri. Un oscuro demone venuto dal nulla sembra infatti aspettare la ragazza per porre fine alla sua esistenza.

Countdown recensione: breve analisi

Impossibile non notare nella sceneggiatura di Countdown una mescolanza di trame prese da altri horror di successo. Su tutti si possono citare Final Destination e The Ring, senza paura di essere smentiti. Le analogie sono evidenti a partire dall’inevitabilità del destino fino al countdown mortale che scandisce le ultime ore di vita dei personaggi. Non c’è una videocassetta da non vedere bensì un’applicazione da non scaricare. Justin Dec cerca però di riversare nel suo horror molti altri elementi per portare lo spettatore ad una riflessione più profonda. Sicuramente il significato principale è la metafora sulla prigionia virtuale degli smartphone nel mondo moderno, una tematica abbastanza scontata e assolutamente non nuova.

Vengono chiamate in causa inoltre le paure che si portano dietro le persone come fossero dei mostri invincibili. Infatti, prima dell’inevitabile destino, il demone che infesta i dispositivi sembra divertirsi a torturare i personaggi con fantasie mostruose che rivangano un passato doloroso. Difficile non vederci lo zampino di un altro mostro sacro dell’horror ovvero l’IT di Stephen King, riproposto proprio recentemente su grande schermo da Andrès Muschietti. Immancabile inoltre il rito simil-esorcismo che da quel lontano 1974 (ndr. anno de L’esorcista) riscuote sempre un discreto successo tra gli amanti dell’horror.

Countdown recensione: cosa non ci ha convinti

Cosa non va esattamente in Countdown? Molto purtroppo, a partire dal fatto che somiglia a molti altri suoi predecessori e che di film come questi ne esistono a centinaia. Mentre Ari Aster e Jordan Peele sperimentano nuove frontiere dell’horror regalandoci opere elaborate ed interessanti molti altri registi, e produzioni, sembrano essere ancora troppo ancorati ai jumpscares come unico e solo strumento per veicolare la paura. Grave errore. In Countdown questo espediente è così frequente e rumoroso da risultare talvolta fastidioso e frustrante. Se il vostro istinto è quello di tapparvi le orecchie piuttosto che gli occhi durante la visione di un horror forse c’è qualcosa che non va.

Countdown è rimasto profondamente ancorato a quei mostri che urlano e saltano fuori all’improvviso “spaventando più il nostro udito” che la nostra psiche. Il film ricerca una paura “concreta e materiale” rifuggendo da un elemento imprescindibile, quello psicologico. In sostanza, ad esclusione di qualche personaggio insolitamente divertente e ben scritto, come il prete esorcista, il film non riesce a convincere lo spettatore. Meccaniche arrugginite già viste e riviste con il tentativo finale di aprirsi la strada per un eventuale sequel e creare magari una serie di successo come quella di Annabelle o di Final Destination.Countdown recensione

Considerazioni finali

Countdown, horror scritto e diretto da Justin Dec parte con delle premesse che sembrano originali ma celano in realtà una sceneggiatura stantia. Un film come tanti, una paura alla mercé di snervanti e frustranti jumpscares. Dei personaggi ben scritti ed interpretati non salvano dall’insufficienza il lavoro svolto dal regists alle sue prime armi con la scrittura e la regia di un lungometraggio. È evidente che il film non abbia assolutamente grandi pretese se non quella di divertire il pubblico con un mix poco riuscito di paura e commedia.

A guardare horror moderni come Us e Hereditary il divario è enorme ed incolmabile. Riesce il film ad intrattenere il pubblico per circa 90 minuti? Si. Lo fa bene regalando nel complesso un’esperienza divertente? Non proprio. La sensazione che abbiamo avuto è che la pellicola abbia una storia fin troppo lineare, con schemi prevedibili e ripetitivi. Un film che ci regala veramente poco. Ci piacerebbe poter scrivere in questa recensione di Countdown “Justin Dec buona la prima” ma non è questo il caso.

Countdown

Voto - 5

5

Lati positivi

  • Personaggi
  • Lati negativi

    • Jumpscares snervanti
    • Ripetitivo e prevedibile
    • Niente di nuovo

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