One Night in Miami: recensione del film di Regina King

Una notte con Cassius Clay, Malcolm X, Jim Brown e Sam Cooke

Il movimento Black Lives Matter sta prendendo piede anche nell’ambito cinematografico e One Night in Miami ne è l’esempio lampante. Esordio alla regia per l’attrice Regina King, il film è già entrato nella storia per essere stato il primo diretto da una regista afroamericana presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Tratto dall’omonima pièce teatrale di Kemp Powers, il primo lavoro alla regia dell’attivista statunitense si caratterizza per la denuncia alla segregazione razziale. Nella nostra recensione di One Night in Miami ne approfondiamo le tematiche principali.

Prodotto da Amazon Studios e girato all’inizio del 2020 con un budget di 16,9 milioni di dollari, One Night in Miami è stato reso disponibile su Prime Video a partire dal 15 gennaio 2021. Un progetto ambizioso che mette in discussione gli anni ’60 degli Stati Uniti e la questione razziale dal punto di vista afroamericano. Tematiche cardine della pellicola sono la responsabilità civile delle icone, il giudizio di parte e il sacrificio della lotta militante. Proprio per la sua riflessione e denuncia il prodotto presenta un cast di tutto rispetto, tra cui spiccano Leslie Odom Jr. e Kingsley Ben-Adir. Il risultato appare positivo, per quanto ci siano svariati difetti formali e varie sviste che il contenuto non riesce a sopperire.

Indice

La trama – One Night in Miami recensione

25 febbraio 1965. È la sera dello scontro per il titolo mondiale dei pesi massimi tra il campione Sonny Liston (Aaron D. Alexander) e Cassius Clay (Eli Goree); tutto il mondo ha gli occhi puntati sullo sfidante che nei giorni precedenti ha fatto molti proclami e si è definito il migliore di tutti. Accanto a Clay però non possono mancare i suoi amici più cari: le star Sam Cooke (Leslie Odom Jr.) e Jim Brown (Aldis Hodge) e l’attivista musulmano Malcolm X (Kingsley Ben-Adir). Ottenuta agevolmente la vittoria in sette riprese, Clay decide di festeggiare con i suoi quattro compagni nella sede della Nation of Islam, la setta religiosa di cui fa parte Malcolm. Il programma è quello di celebrale la vittoria di Cassius in totale riservatezza, lontano da giornalisti e al sicuro da razzisti invidiosi. Anche per questo motivo, accanto alla porta della stanza riservatagli c’è la sicurezza.

La serata all’inizio sembra proseguire bene, tra scherzi e battute goliardiche, ma ad un certo punto tutto cambia. I quattro incominciano a litigare, dapprima per la mancanza di alcool e baldoria, successivamente per critiche mosse l’un l’altro. Si discute della responsabilità che ognuno di loro ha nella liberazione razziale degli afroamericani e il primo a prendere l’argomento è  “Detroit Red”. Rinfaccia a Cooke di essere colluso con i bianchi, di cercare di compiacerli invece che attaccarli. Da questo momento in poi tutti si apriranno e riveleranno i loro timori, le loro insicurezze e le loro esigenze. Inizierà così un dibattito intenso, fatto di riflessioni, pentimenti e ripensamenti; il tutto però sotto un minimo comune denominatore: l’amicizia. Ma un’ombra aleggia sulla serata e nessuno ancora lo sa. Come andrà a finire?

One Night in Miami recensione del film di regina King

One Night in Miami. ABKCO Films, Snoot Entertainment, Amazon Studios

Nomi collettivi

Il nodo centrale del lavoro di Regina King è la riflessione sulla liberazione razziale. Un discorso che lavora mediante la presentazione di problemi, ipotetiche soluzioni e dure divergenze. Iniziatore e catalizzatore del dibattito è sicuramente Malcom X, un personaggio studiato per promuovere e giudicare i compresenti, quasi fosse un giudice della lotta dei neri. Non si esime mai dal criticare o ribadire le sue posizioni rigide, laddove molti suoi fratelli” adottano un codice etico più morbido. Ma questo habitus mentale di Omowale ha una motivazione: la minore popolarità. Cooke, Brown e Clay sono delle icone che non dipendono da un movimento per poter dire la loro. Loro sono il movimento.

Sono nomi collettivi, con i quali non si indica solo l’individuo ma la speranza di liberazione. Sam Cooke è il portavoce di tutti gli artisti neri che non emergono per colpa della segregazione, Clay della redenzione sportiva degli africani d’America. Jim Brown incarna l’indipendenza di coloro che non vogliono essere ricordati per ciò che fanno, ma per quello che sono. Precursori, pionieri, idoli. Malcolm X non ha questo potere, nonostante abbia un ruolo più importante: la guida. Lui orienta, indirizza e converge gli sforzi dei singoli, quasi fosse una sorta di demiurgo dell’attività di militanza sociale. Malcolm X è il collante degli altri tre, ma pagherà con il sacrificio e il sopruso, o per meglio dire il martirio. Questo avrà un forte impatto su tutti, portandolo a diventare nome collettivo dei nomi collettivi. Quando si pensa a Malcolm X si pensa anche a Cassius Clay, Sam Cooke e Jim Brown.

One Night in Miami

One Night in Miami. ABKCO Films, Snoot Entertainment, Amazon Studios

Il lato tecnico – One Night in Miami recensione

Procediamo nella recensione di One Night in Miami approfondendo il lato tecnico dell’opera. Tecnicamente la pellicola è ben interpretata, con un convincente Kingsley Ben-Adir nei panni di un Malcolm X saggio e tormentato.  Al contrario delude la prestazione di Eli Goore, il suo Cassius Clay/Muhammad Alì non ha grande spessore e appare sovente in una versione caricaturale. La regia è inesperta, in particolare nell’utilizzo di insensati scavalcamenti di campo. Regina King ha talento, ma certamente grezzo. Usa troppi movimenti di macchina e troppe inquadrature per i momenti solenni, senza contemplare mai un dinamismo degli attori scevro da quello della cinepresa. Fa anche un passo indietro nelle scene di boxe, portando la cinecamera fuori dal ring e vanificando la rivoluzione di Toro scatenato; abusa anche dei campi e controcampi, cercando di spezzarne la monotonia con dei campi medi immotivati e una sterile soggettiva.

La fotografia  è interessante e gioca sullo smorzare il beige, il blu, il rosso ed il marrone. Le luci sono meno accese di quanto ci si aspetterebbe, così da evidenziare alcune sequenze visivamente apprezzabili. Il montaggio è troppo spezzettato, probabilmente perché ci sono troppe scene, figlie di un girato vanamente sovrabbondante. C’è squilibrio nelle transizioni e nei cambi di location. Inoltre manca ritmo al film, soprattutto nella prima parte; quest’ultima confrontata con la seconda crea un importante iato narrativo. La scrittura ha sicuramente due anime, quelle infruttuosa della prima ora e quella pungente della seconda. C’è però un problema anche in quest’ultima: le forzature storiche. La King cerca di riprendere pedissequamente certi eventi storici, ma non lo fa con la giusta fedeltà. Adatta la storia al messaggio e conserva solo i capisaldi storiografici. Il sonoro invece non tradisce, ma neanche esalta.

One Night in Miami recensione film su Prime Video

One Night in Miami. ABKCO Films, Snoot Entertainment, Amazon Studios

Considerazioni finali – One Night in Miami recensione

Alla luce di quanto detto il film formalmente risulta molto acerbo, con tante imperfezioni che inficiano il risultato finale del lungometraggio. Se infatti le tematiche e il riadattamento storico hanno sicuramente del potenziale, dopo la visione si può dire che probabilmente non è stato sfruttato appieno. Le licenze artistiche prese sulla storia dall’autrice sono fuori contesto, dal momento che non si sta parlando solo di un evento, bensì di un movimento ancora vivo. Si può modificare certamente la verità storica al cinema, ma bisogna farlo con la giusta prospettiva. Un punto debole della pellicola è l’eccessiva verbosità: troppe parole e spiegazioni, a discapito di dettagli, emozioni e pathos. Il risultato è troppo cerebrale e razionale, laddove gli uomini e gli argomenti avrebbero dovuto scavare maggiormente nei sentimenti e nelle passioni personali.

Malgrado le imprecisioni l’opera è sicuramente intrigante e ha il pregio di riportare alla ribalta uno spartiacque della storia contemporanea americana. Ha inoltre la lungimiranza di concentrarsi sui fatti antecedenti gli assassini e il boicottaggio, focalizzando l’attenzione dello spettatore più sui principi del movimento che sulle ingiustizie subite: tematica quest’ultima già ampiamente trattata. Pertanto il giudizio è solo sopra la sufficienza, ma con la consapevolezza che per l’autrice rappresenta un fruttuoso punto di partenza.

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One Night in Miami

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Buone interpretazioni e ottima fotografia
  • Tematiche interessanti
  • Lati negativi

    • Sceneggiatura claudicante e storicamente discutibile
    • Squilibrio nella regia e nel montaggio

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