Everything Sucks! – Recensione della serie Netflix [No Spoiler]

Di prodotti originali Netflix, ormai, ne sforna uno dietro l’altro. Tra questi ritroviamo una nuova comedy immersa pienamente negli anni ’90. Si tratta di Everything Sucks!, che tra il clima rètro, inno alla cultura pop del tempo, e una colonna sonora che sicuramente rievoca ricordi adolescenziali agli spettatori più accorti, si propone come un prodotto assolutamente godibile.

Tra alti e bassi, la serie creata da Ben York Jones e Michael Mohan e distribuita da Netflix si pone su quello stesso filone di rievocazione della memoria collettiva recente che già il colosso dello streaming aveva iniziato a riportare in auge già con Stranger Things. Everything Sucks! però è una comedy, e come tale riesce a canalizzare molti elementi della cultura pop i maniera più concreta, quasi autoironica alle volte.

Everything Sucks! – Un tuffo nel passato

Everything Sucks!


Siamo nel settembre del 1996; la musica si ascoltava ancora con le cassette, i film si vedevano in VHS e le alte code di cavallo e un abbigliamento assolutamente – visto con uno sguardo contemporaneo – appariscente e sgargiante accompagnavano le vite di tutti gli adolescenti americani. E questo Everything Sucks! ce lo restituisce alla perfezione, con un tuffo nel passato che sicuramente farà sorridere chi, in quegli anni, è effettivamente cresciuto. Ma allo stesso tempo questo clima di amarcord ci viene presentato con una chiave quasi ironica; e ciò è evidente nella palese enfatizzazione di questi aspetti, che fa puri oggetti di scena diventano a tratti i veri protagonisti della serie.

Ma andiamo con ordine. Everything Sucks! prende avvio l 27 settembre 1996, e come ogni classica high school comedy segue le vicende di un gruppo di amici, che mano a mano si allarga, restituendoci una visione corale con uno stile satellite. Il fulcro della storia, il vero protagonista, rimane sempre il giovane Luke, matricola alla Boring High School – e Boring (trad. noioso/a) è il nome della cittadina stessa, che con una evidente autoironia si presenta in questo modo al pubblico.

Everything Sucks! – La trama della serie TV Netflix

Everything Sucks!

Interpretato da un giovane e bravissimo Jahi Di’Allo Winston, Luke O’ Neil decide, insieme ai suoi migliori amici – il classico geek McQuaid (Rio Mangini), quasi uno Sheldon Cooper meno intellettuale e più nerd e il tenero ma poco sveglio Tyler (Wuinn Liebling) di far parte di un club studentesco. E quale scelta migliore, per dei “disadattati” come loro, se non il club audio/video?

Appena varcata la soglia del club, un nuovo personaggio viene introdotto; si tratta di Kate Massner, figlia del preside della scuola. E Luke, come in ogni commedia romantica che si rispetti, ne rimane folgorato. Ma Kate non è una ragazza come le altre; abituata ormai a vivere nell’anonimato, si ritrova ad affrontare se stessa e la propria sessualità in maniera sconcertante.

E mentre Luke fa di tutto per conquistare il cuore di quella che effettivamente è la protagonista femminile di Everything Sucks!, aiutato dai suoi fidati sidekick – con risvolti anche molto esilaranti – un primo ostacolo si affaccia all’orizzonte. Per uno sfortunato incidente il gruppo di Luke finirà per ostacolare la realizzazione della recita scolastica, scatenando le ire dei due protagonisti dello spettacolo, Oliver e Emaline.
E quale migliore occasione per rimettere le cose in ordine, se non sfruttare le conoscenze audio/visive dei giovani geek e le capacità attoriali del club teatrale per mettere insieme un nuovo, strabiliante, progetto? Il primo film della Boring High School.

Everything Sucks! – Quando la nostalgia non basta

Everything Sucks!


Everything Sucks! si presenta indubbiamente come un prodotto piacevole. Nonostante ciò, è lontano dagli alti livelli con cui la serie era stata inizialmente presentata. Certo, l’onnipresente nostalgia che si percepisce durante tutta la serie – 10 episodi in tutto, per una durata di circa 20 minuti ciascuno – è gestita benissimo; ed è chiara la volontà di sentimentalismo, dalle inquadrature soggettive e focalizzate sugli oggetti di scena più evocativi – cassette musicali, VHS, spille vintage o ancora i colori sgargianti impossibili da ignorare. Tuttavia, questo non è abbastanza.

Perché se da un lato la parte rievocativa – gestita benissimo anche con delle citazioni inserite ad hoc, come quelle sui film di Star Wars o sull’era di internet ancora agli albori – rappresenta il punto forte, la trama in generale rimane debole.
Le iniziali discordie tra club audio/video e club teatrale vengono dimenticate come niente fosse, in modo da dare spazio alla realizzazione del film diretto da Luke.
Non c’è una spiegazione di questa evoluzione; tutto accade e basta, come se al liceo fosse possibile lasciarsi episodi di bullissmo alle spalle, affrontando la situazione con una mentalità da adulti. Ma i protagonisti non sono adulti – la fascia d’età varia dai quattordici ai diciassette anni – e ciò, purtroppo, sembra essere stato dimenticato.

Everything Sucks! – I punti di forza

Everything Sucks!

Nonostante ciò, la costruzione complessiva non risente troppo di questa mancanza. Perché se la trama generale risulta essere superficiale, lo spettatore rimane comunque interessato al progredire della storia, grazie anche alla costruzione dei personaggi. Questi ci vengono presentati con varie sfaccettature – alcuni approfonditi di più, altri meno, forse in vista di una eventuale seconda stagione – ma comunque sempre con cognizione di causa. Soprattutto i personaggi secondari sono stati costruiti in maniera interessante, risultando talvolta più vicini alle simpatie del pubblico.

E in particolare è apprezzabile, in questa che può essere definita una coming-of-age-story, l’approccio che gli sceneggiatori hanno avuto nei confronti della sessualità. Questa non ci viene mai presentata in maniera troppo dirompente, ma è comunque un pallino fisso, come è ovvio che sia a quell’età. E, soprattutto, è interessante come il character development di alcuni dei protagonisti di Everything Sucks! sia stato legato proprio alla presa di coscienza della propria sessualità, permettendo allo spettatore di empatizzare con i persoanggi in maiera semplice e diretta.

Da apprezzare inoltre la componente “cinematografica” della serie televisiva. La realizzazione del film rappresenterà un fil rouge da non sottovalutare; l’attenzione tecnica è, in questo caso, davvero interessante, in particolar modo se si pensa che stiamo assistendo a una produzione del tutto amatoriale.

Everything Sucks! – Conclusioni

Everything Sucks! recensione

La serie targata Netflix si presenta in ogni caso come una comedy assolutamente godibile. Non ha grandi pretese, e questo è chiaro, ma diverte e fa sorridere, suscitando quei sentimenti di nostalgia che oggi sono tanto di moda.

Inoltre, Everything Sucks! affronta varie tematiche onnipresenti nelle serie di questo stampo – quelle ambientate al liceo – con uno stile abbastanza innovativo. I triangoli amorosi, l’autorealizzazione, le prime cotte e i problemi familiari vengono condensati in questi 10 episodi, senza tuttavia essere trattati in maniera superficiale; stiamo pur sempre guardando una commedia, è vero, ma non per questo siamo davanti a un prodotto di serie B.



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Everything Sucks! - Recensione

Rating - 7

7

The Good

  • Gestione del sentimento nostalgico efficace
  • Ottima colonna sonora
  • Buoni personaggi secondari

The Bad

  • Gestione dei protagonisti poco d'impatto
  • Trama debole

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