DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI UN FILM DI WES ANDERSON ?
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Quelli di Anderson non sono film,sono vere e proprie opere d’arte ,dei quadri in movimento da ammirare e gustare ,accompagnati da un altrettante perfette colonne sonore capaci di trasmettere emozioni .
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La fotografia perfetta, nitidia e pulita; primi piani che si accavallano ad ambienti e a riprese immobili. Niente, o quasi, camera in spalla. Colori accesi, da favola,Cast immensi . Sono queste le caratteristiche principali del cinema di Wes Anderson, un regista che si è velocemente imposto sulla scena internazionale.
Un regista che riesce a rendere interessanti trame spesso infantili creando personaggi unici , l’assenza completa di veri e propri “cattivi”. Talvolta accade che vi siano dei personaggi in antagonismo, ma le azioni anche di questo genere non hanno un fondo di malizia apparendo quasi involontarie e innocenti.
Non si può definire un film di Anderson se non come “film di Wes Anderson”
L’autore di meraviglie cinematografiche , con ormai otto film all’attivo, ha costruito un canone unico. Ecco alcune ragioni per cui lo amiamo.
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I TENENBAUM
I Tenenbaum sono una famiglia non certo convenzionale: il padre Royal (Gene Hackmann) è un furbo, cinico, tenero e vitale signore che per riconquistare la moglie e l’affetto dei figli finge di avere una malattia mortale; verrà scoperto dal nuovo fidanzato della moglie Ethelyn (Angelica Houston) che dopo le bravate di Royal vive senza un uomo da diciotto anni. Chas (Ben Stiller) è il figlio maggiore, è pieno di complessi perchè dopo la perdita della moglie Rachel ha paura di qualsiasi cosa; per questo l’educazione impartita ai figli è rigida e decisamente malsana. Richie (Luke Houston) è l’altro figlio, un campione di tennis che però decide di andare via di casa e girare il mondo sulle navi per dimenticare l’amore che prova per la sorellastra Margot (Gwyneth Paltrow), sposata infelicemente con un marito (Bill Murray) troppo vecchio per lei. Eli Cash (Owen Wilson, coautore della sceneggiatura del film) è un grande amico di Richie, ma è anche l’amante di Margot, uno scrittore “allucinato” e un tossicodipendente. Questo è il quadro completo che ci viene offerto, sin da subito, dal regista Wes Anderson; e proprio di quadri (o di fumetti) non si può non pensare per tutta la durata di questo film stilisticamente perfetto; suddiviso in capitoli,ognuno dei quali con il nome dei protagonisti. La storia di per sè non è originalissima, ma il fatto che venga trattata con tante piccole mini-storie che si intersecano, si lasciano, si incontrano di nuovo e soprattutto l’uso a tratti rudimentale, a tratti impeccabile della macchina da presa sono dei segni indelebili per chi ama il cinema. E’quasi uno studio morboso a livello estetico, un sovrapporsi di camera a mano, zoom imperfetti e piani sequenza prodigiosi (strepitoso quello dopo l’incidente di Eli con tutti i personaggi divisi a creare dialoghi scollegati tra loro). Certo, ci sono anche momenti di indubbia ilarità, ma l’opera non può certo considerarsi di semplice lettura. Ci sono situazioni e avvenimenti che fanno riflettere (Margot che a trentatre anni fuma di nascosto, Royal che va a lavorare nell’albergo che è stata la sua casa per ventidue anni, Chas che arriva ad odiare il padre e ad augurargli le cose peggiori, Ethelyn che si vuole rifare una vita con un uomo che è “tutto quello che Royal non è stato”). Strepitosa la sequenza nella quale Richie dopo aver saputo che Margot e Eli erano amanti, si taglia i capelli lunghi e la barba, dice “domani mi uccido” e pochi istanti dopo si taglia le vene. Se la caverà, ma lui e Margot dovranno amarsi di nascosto. Chiaramente non manca il paradosso finale: Royal,dopo aver finto una malattia mortale per cercare di recuperare il rapporto con la famiglia, muore di infarto e al suo funerale i Tenenbaum sono tristi,certo, ma non distrutti dal dolore. L’impossiblità di cambiare (Margot che non riesce a smettere di fumare, Royal che pur sforzandosi rimane una simpatica canaglia, Richie che rimarrà sempre con quel sorriso triste ed infelice) è il filo conduttore (ammesso che ce ne sia uno) di questo bellissimo film, trattato con sensibilità e inestimabile capacità registica, interpretato da attori meravigliosi (il macalzone Hackmann, l’annoiata Paltrow e l’affranto Luke Wilson su tutti). Come dicono “quelli bravi” un film assolutamente da vedere, o meglio, in questo caso, da sfogliare fino all’ultima sequenza.