In attesa dell’uscita del suo nuovo album “Lust For Life”, prevista nel luglio 2017, vi proponiamo 4 film in cui è presente la musica malinconica di Lana Del Rey
Elizabeth Woolridge Grant, in arte Lana del Rey, si è affacciata nel mondo musicale nel 2005, a soli 20 anni. Solamente nel 2012 ha raggiunto però una notorietà totale, grazie all’album Born to Die. Nel 2015 è diventata la cantante femminile più ascoltata su Spotify negli USA e la quarta in tutto il mondo.
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La sua immagine retrò e ovviamente la sua musica abbracciano la cultura anni cinquanta e sessanta, e ha lei stessa definito il suo stile musicale come “Hollywood sadcore”. Si tratta di un genere alternative rock dalle tinte cupe e malinconiche, ritmi rallentati e melodie in chiave minore.
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Secondo il TIME la particolarità di Lana Del Rey è la creazione di “musica da film”: oltre alle collaborazioni con le 4 pellicole di cui vi parleremo tra poco, tre tracce vocali dell’EP Paradise sono state incluse nel cortometraggio “Tropico” del 2013. Inoltre, è stata nel novembre 2015 produttrice esecutiva del corto “Hi How Are You Daniel Johnston”, per il quale ha anche reinterpretato la canzone di Johnston “Some Things Last a Long Time”.
Sempre nello stesso anno ha composto la colonna sonora del video promozionale di “Adaline – L’eterna giovinezza”, scrivendo inoltre per la pellicola una ballata intitolata “Life is beautiful” che non è però mai stata pubblicata. La sua canzone “Gods And Monsters” è stata reinterpretata da Jessica Lange in una puntata di American Horror Story – Freak Show, che potete ascoltare cliccando qui.
In attesa allora dell’uscita del suo nuovo album “Lust For Life”, prevista per il 21 luglio 2017, di cui abbiamo già assaporato i singoli “Love” e “Coachella – Woodstock in my mind”, vi proponiamo 4 pellicole in cui potete immergervi nell’atmosfera retrò di Lana.
IL GRANDE GATSBY
“Il Grande Gatsby” è un film del 2013 diretto da Baz Luhrmann, quarta trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di F.S. Fitzgerald. Nick Carraway (Toby Maguire) si trasferisce a Long Island, durante i tumultuosi anni ‘20, accanto al lussuoso e sfarzoso palazzo di Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio). Ma chi è Gatsby? E’ forse un gangster? Una spia tedesca? Un veterano di guerra? Il cugino del Kaiser? Un assassino? Il mistero diventa sempre più intrigante quando si scopre il legame tra Gatsby e Daisy Buchanan (Carey Mulligan), la cugina di Nick: cosa c’è stato tra loro? La storia si svolge in un’atmosfera frenetica, data dal particolare uso del montaggio, della macchina da presa e dalla fotografia colorata e brillante, caratteristiche tipiche del regista. Un altro fattore fondamentale nel cinema di Luhrmann è l’uso della musica, che non deve essere un semplice sottofondo, ma deve avere un carattere proprio; nello specifico aiuta a decontestualizzare luoghi e contesti narrativi specifici (come era già accaduto in “Romeo + Giulietta di William Shakespeare” e “Moulin Rouge!”) che vengono interpretati con uno stile post-moderno. Nel film è presente a più riprese e arrangiata in modi diversissimi rispetto all’originale (anche in una versione orchestrale) la canzone di Lana Del Rey “Young And Beautiful”, apparsa inoltre nel trailer ufficiale del film. Con la ripetizione della frase “Will you still love me when I’m no longer young and beautiful?”, Lana accenna ad una malinconica disperazione che si scontra invece con l’idiosincrasia presente nei personaggi del romanzo di Fitzgerald.
MOMMY
“Mommy” è un film diretto da Xavier Dolan, che nel 2014 si aggiudica il premio della giuria al Festival di Cannes. Diane (Anne Dorval) è una vitale donna di 46 anni che, in seguito alla morte del marito, si trova a gestire il problematico figlio Steve (Antoine Olivier Pilon). Diane colpisce per il suo anticonformismo, per la sua forza intrinseca che, nonostante le avversità, non la abbandona mai. Al centro della storia c’è il rapporto tra lei e Steve, costituito da un amore violento e difficile, incapace di mostrarsi in modo convenzionale, ma puro e sincero comunque. Questa tenerezza fatta di insulti e sensualità viene accolta non senza dubbi da Kyla (Suzanne Clément), ex insegnante in anno sabbatico a causa della balbuzie, che diventa quell’elemento necessario a riportare un barlume di equilibrio nella precarietà di Dianne. La carica emotiva del film viene ingabbiata dal formato scelto dal regista, più stretto di un 4:3, che soffoca l’agognata felicità dei tre protagonisti; che non riusciranno mai a raggiungere realmente la libertà del 16:9 (formato presente quando Dianne immagina l’impossibile roseo futuro di Steve). La colonna sonora del film è impreziosita da pezzi e voci molto conosciute, da Celine Dion che interpreta “On ne change pas”, a “Vivo per lei” cantata al karaoke da Steve che la dedica alla madre. Poi c’è Wonderwall degli Oasis: una sequenza da pelle d’oca, in cui si comprende la libertà sentita da Steve sullo skateboard grazie all’allargamento dell’inquadratura che, accompagnata dalla meravigliosa canzone, fa respirare lo spettatore. Ma arriviamo a Lana Del Rey: la sua “Born to Die” chiude il film proseguendo durante i titoli di coda. Passi del testo come “Sometimes love is not enough and the road gets tough I don’t know why” racchiudono il senso stesso di “Mommy”, e il titolo stesso suggerisce quale sia il vero finale del film, che non viene mostrato ma solamente annunciato: Steve che si libera dalla camicia di forza correndo verso una finestra.