Personaggi iconici – Hal 9000 di “2001: Odissea nello spazio”

Analizziamo insieme il robot Hal 9000, controverso personaggio del film di Stanley Kubrick!

Continuiamo la nostra rubrica sui personaggi iconici del cinema, questa volta con una “personalità” bizzarra. Nei precedenti appuntamenti della rubrica si è parlato di personaggi importanti e celebri per la storia della settima arte, ma tutti esseri umani. Oggi il protagonista della nostra analisi è un robot. Si tratta di Hal 9000, computer di bordo nel celebre film “2001: Odissea nello spazio” (1968), diretto da Stanley Kubrick e tratto dall’omonimo romanzo di Arthur C. Clarke.  Per celebrare i cinquant’anni dall’uscite del film nelle sale, abbiamo deciso di concentrarci ad analizzare il sistema d’intelligenza artificiale più famoso della storia del cinema, uno dei personaggi cult del cinema di Kubrick.

Personaggi iconici – Hal 9000 di “2001: Odissea nello spazio

«Nessun calcolatore 9000 ha mai commesso un errore»

Come già detto, Hal 9000 è il supercomputer di bordo dotato di intelligenza artificiale dell nave spaziale Discovery. Il suo nome è un acronimo è sta per Heuristic ALgorithmic (algoritmo euristico, ovvero un algoritmo sperimentato per risolvere un problema ad una velocità superiore). Molti sostengono anche che nel nome ci sia un complesso riferimento alla nota azienda informatica IBM, poi smentito dagli autori. Ed è proprio questo il ruolo di Hal, aiutare nelle operazioni di bordo i membri dell’equipaggio, fornendo gli aiuti nel minor tempo possibile e con la maggiore efficienza possibile: Hal 9000 infatti non è in grado di commettere errori (in generale, tutta la linea robotica 9000).

Entrato in funzione nelle “Officine HAL”, nell’Illinois, nel 1992, Hal è come un essere umano all’interno di una macchina. Egli riesce a replicare tutte le attività cerebrali umane, provare emozioni, argomentare discorsi e tenere sotto controllo ogni piccolo aspetto per gestire senza problemi l’intera Discovery-1. Doppiatore in lingua inglese di Hal 9000 è Douglas Rain, che caratterizza il robot con una voce dall’inflessione da maggiordomo. In italiano la voce fu affidata all’attore Gianfranco Bellini, con il suo timbro freddo e asettico che rende bene l’idea dell’intelligenza artificiale. Se pur diversa dalla voce originale di Rain, lo stesso Kubrick ne rimase convinto e diede il suo benestare.

«Giro girotondo»

Il nostro primo robot tra i personaggi iconici è come già detto incapace di commettere errori, o almeno così si sostiene. Quando però rileva un guasto inesistente ad un elemento di un’antenna della Discovery-1, i dubbi cominciano a sorgere e le sicurezze crollano. Hal 9000 non è più una completa garanzia e diventa inaffidabile per l’equipaggio che allora decide di disattivarlo per sicurezza. Ma cosa fa si che Hal 9000 riesca a diventare uno dei personaggi cult del film di Kubrick? La sua reazione alla congiura che viene ordita contro di lui. Hal è capace di provare emozioni e una di queste può essere la paura. Hal si sente in pericolo e forse a malincuore, ma senza altre soluzioni, di attentare alla vita degli astronauti. Percepisce la tensione e l’ansia, si sente escluso e rivela emozioni forse più intense di quelle dei membri dell’equipaggio.

Hal 9000 Personaggi iconici

Il vero motivo della sua falla gira attorno al motivo principale della missione, tenuto nascosto ai due astronauti (ne erano al corrente i membri ibernati). Hal non fu programmato per tenere segreti e informazioni nascoste, considerando anche che è inconsapevole del perché è costretto a tenere il segreto. La sua mente, che del resto ragiona come un essere umano privo di malignità e secondi fini, non riesce a gestire la situazione. Si trova in balia del caos generato sia dal fatto che vorrebbe mantenere il segreto e la missione in ordine, sia dal momento che è costretto a mentire all’equipaggio. Tutta l’umanità della macchina si palesa nel suo malfunzionamento, improvvisato proprio quando stava per dare segni di cedimento, dando indizi al comandante Bowman.

«Ho paura, David»

La complessa costruzione e caratterizzazione di uno dei personaggi iconici del cinema di Kubrick, fanno capire quanto il regista abbia anticipato i tempi. Negli anni Sessanta i primi computer e sistemi di intelligenza artificiale facevano pensare ad un futuro in cui potevano essere presenti molti Hal 9000. Ma molte delle capacità che Hal possiede sono tutt’ora impossibili per un calcolatore robotico: parlare naturalmente, provare emozioni e pensieri razionali. Però Hal 9000 non è uno schermo, non è neanche un aggeggio portatile: è un complesso sistema tecnologico inserito maniacalmente all’interno della Discovery-1.

Il suo “cervello” risiede in una zona periferica dell’astronave ma i suoi occhi sono ovunque. I suoi occhi sono quei terminali rossi così celebri da farlo diventare uno dei  più famosi personaggi cult del cinema di fantascienza. Terminali che, come già detto sono collocati in ogni luogo dell’astronave, in modo da tenere sotto controllo tutto, compresa la vita degli stessi membri dell’equipaggio (oltre che gestire il corretto funzionamento dell’insieme tecnologico). E ogni volta che uno di quei terminali, occhi, viene inquadrato, sorge quasi spontanea l’associazione alla figura ciclopica: anche perché come Polifemo, viene sfidato e annullato dall’astuzia umana.   Questa caratterizzazione orwelliana rinforza il messaggio che si cela dietro Hal 9000: la minaccia divoratrice della tecnologia, se mal gestita. Tecnologia che nasce con lo scopo del miglioramento delle condizioni vitali, come Hal, ma che se messa in condizione di agire può essere distruttiva.

Va segnalato come, fuori dal contesto del film di Kubrick, l’asteroide numero 9000 venne chiamato proprio Hal, in onore al supercomputer di “2001: Odissea nello spazio”. Un robot che lavora meglio di un uomo e che entra a pieno titolo nella nostra lista di personaggi iconici del cinema.

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