Videodrome: David Cronenberg e il rapporto infetto con i media

Il cult del 1983 di David Cronenberg con James Woods e Deborah Harry

Nella mente di David Cronenberg l’idea alla base di Videodrome inizia a balenare già a metà degli anni Settanta, quando scrive la bozza di una sceneggiatura intitolata Network of blood. Al centro di questa storia, accantonata per circa otto anni, un gruppo di benestanti appassionati di video di torture, omicidi e violenze variamente declinate. Da questo soggetto David Cronenberg sviluppa quello di Videodrome, in cui la riflessione sul rapporto tra l’uomo e i media (la televisione, in particolare) è portato all’eccesso.

La storia è quella di Max Renn (James Woods), proprietario di un canale tv che trasmette contenuti violenti e pornografici. Un giorno in suo assistente Harlan gli mostra un segnale pirata chiamato Videodrome; questo è una sorta di video-arena in cui vanno in scena torture e omicidi estremamente realistici. Ben presto Max si sente sempre più attratto dalle pratiche in onda sul canale e, insieme alla sua amante Nicki (Deborah Harry) vuole saperne di più. Col passare dei giorni Max cade vittima di una serie di spaventose allucinazioni causate dall’esposizione al segnale. Fino a non riuscire più a distinguere cosa sia reale e cosa non lo sia.

“La televisione è la realtà e la realtà è meno della televisione” – Videodrome, David Cronenberg

In Videodrome David Cronenberg mette in scena una riflessione portata all’eccesso sulla natura infettiva, alienante della televisione. È il profeta della televisione, il professor Brian O’Blivion a spiegare a Max come la televisione sia la realtà stessa e come questa abbia una portata inferiore rispetto al mezzo televisivo. Nel film diventa via via sempre più difficile distinguere in maniera compiuta tra realtà e finzione; questo succede tanto a Max, preda di allucinazioni orribili e viscerali, quanto allo spettatore, che diventa una specie di pedina nelle mani del regista. Max si perde nell’immagine televisiva che assume via via i contorti di un’entità sempre più carnale, morbosa e rivoltante. Il film è costellato di sequenze grottesche e perturbanti che ben illustrano questo concetto; sequenze rese ancor più vivide dagli effetti speciali curati da Rick Baker.

David Cronenberg fa sua la lezione del sociologo Marshall McLuhan e ripropone allo spettatore, estremizzandola, l’idea che la comunicazione del medium televisivo abbia effetti pervasivi di grande portata sugli utenti. Riflessione inserita in un contesto – quello degli anni Ottanta – in cui l’immagine in senso lato era tutto; in cui l’apparire era una sorta di faro luminoso da seguire. Le tematiche che Cronenberg porta avanti in Videodrome si possono applicare, senza troppi sforzi, anche alla realtà attuale sostituendo il mezzo televisivo coi “nuovi” media, come internet o i social. Questo rende il film di Cronenberg un cult senza tempo e che, nonostante tutto, invecchia benissimo. Videodrome andrà in onda oggi in prima serata su Mediaset Italia 2.

 

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