[Consigli musicali durante la lettura: Tame Impala: Elephant, Kinks: strangers, this time Tomorrow, Red Hot Chili Peppers: Scar Tissue, Road trippin, Wezeer: Island in the sun, Pixies: Where is my mind?]
Toccare terre inesplorate, sentire gli odori di una città, incontrare sconosciuti, sentire l’aria premere contro il viso. Perdersi, orientarsi, chiedere informazioni… in una parola: viaggiare. In questo articolo si parlerà di cinque viaggi, cinque storie di fuga, di unione, di scoperte. Iniziamo, allora, da una citazione: “ He pulled the mirrors off his Cadillac
Cause he doesn’t like it looking like he looks back “ -Tame Impala
Una Storia Vera
E chi vuole guardarsi indietro quando è nel bel mezzo di un viaggio? Di certo non Alvin Straight, personaggio principale del road movie di David Lynch, che a bordo del suo trattore parte dall’Iowa per raggiungere il fratello reduce da un infarto nel Wisconsin. A 73 anni, con una velocità media di 8 km/h, Alvin parte lasciandosi tutto alle spalle, incontrando nuove persone e visitando nuovi luoghi. Un viaggio che ha sentito il bisogno di fare, un atto spirituale e istintivo.
Il treno per il Darjeeling
Un po’ come quello che i fratelli Whitman fanno, stavolta, a bordo di un treno diretto verso il lontano Darjeeling, in India. Peter, Jack e Francis sono i nomi dei protagonisti del sesto film del regista americano Wes Anderson che questa volta infonde nel suo film la scoperta dell’ignoto, l’opportunità di unione per diventare di nuovo fratelli. Jack è ancora ferito dalla sua ex-ragazza e lascia quella che era diventata una reclusione dentro ad un hotel parigino( Hotel Chavelier, titolo del cortometraggio che funge da prequel alla pellicola), Peter è confuso, insoddisfatto, impaurito da quello che può significare essere padre, Francis invece è il fautore del viaggio, colui che ha voluto riunire tutti e che cerca di mandare avanti al meglio l’itinerario. Durante la pellicola, con il passare dei minuti ci si renderà conto di quanto i tre fratelli si conoscano bene e si vogliono bene, sebbene i loro caratteri siano opposti e contrastanti.
Little Miss Sunshine
Dalle inquadrature simmetriche, dai Kinks in sottofondo, passiamo a quello che è un altro viaggio di unione, di scoperta di se stessi e crescita personale: Little Miss Sunshine. La storia è semplice: Olive Hooper, graziosa bambina di 7 anni, ha il sogno di partecipare e di vincere ad un concorso di bellezza in California. Con lei, a partire è tutta la famiglia: il padre e leader motivazionale Richard, la madre Sheryl, lo zio Frank, tra i massimi conoscitori di Proust, il nonno “coach” Edwin e il fratello nichilista Dwayne. Oltre a far riflettere sulla vita, sulle proprie scelte, sull’essere felici, il film ti farà ridere, piangere, pensare ed innamorare dei personaggi, di questa famiglia che ,ancora una volta, grazie all’attraversata dal Nuovo Messico fino alla California, si riunisce per rendere felice la più piccola del gruppo.
Lost in Translation
Esistono alcuni film di viaggio non convenzionali, ovvero che non mostrano solo le immense autostrade americane alla Easy Rider o alla Thelma e Louise, ma per esempio i grigi grattaceli e le strade affollate di Tokyo. Stiamo parlando di un film del 2003, diretto da Sofia Coppola: Lost in Translation. Bill Murray e Scarlett Johansson, due americani in viaggio, si incontrano in un albergo della capitale giapponese e parlano, escono insieme, si conoscono. Lui è un famoso attore ridotto a vendersi in pubblicità di whiskey, lei è la moglie di un fotografo venuto in Giappone per un servizio. Quello che li accomuna è la solitudine, l’insoddisfazione e la noia che porterà i due a stringere un forte legame, cardine di tutto il film.
Paura e delirio a Las Vegas
“He who makes a beast of himself, gets rid of the pain of being a man”
Continuando sulla scia di film non convenzionali, da citare è assolutamente l’allucinato viaggio di Johnny Depp e Benicio del Toro in “Paura e Delirio a Las Vegas”. Un giornalista e il suo avvocato partono per Las Vegas per un incarico su una gara motociclistica. Bene: pensate sul serio che due tipi come i due sopracitati vadano nella “città che non dorme mai “solo per lavoro? Assolutamente no. Ciò che vedrete sarà un mix di droghe all’ennesima potenza, un bad trip colorato, infestato da pipistrelli, da cui non si esce lucidi. La forza del film ti trasporterà sulla strada, sui corridoi degli hotel, piegati in due e in preda ad allucinazioni miste a conati di vomito e a divertentissimi dialoghi.