Cannes 2021: l’omaggio di Paolo Sorrentino a Marco Bellocchio

Il discorso di Paolo Sorrentino per la premiazione di Marco Bellocchio, vincitore della Palma d’Onore a Cannes 2021

Il regista italiano Marco Bellocchio ha ritirato la Palma D’Onore conferitagli a Cannes 2021 e Paolo Sorrentino ha dato inizio alla cerimonia con un toccante discorso introduttivo. Bellocchio ha presentato la sua ultima pellicola, Marx può aspettare, definito dalla stesso regista “biografico”. Un documentario che racconta della tragica vicenda del suicidio di Camillo, suo fratello gemello morto a soli 29 anni; che però vuole essere anche una riflessione sulla memoria e sul significato di “fare cinema”. Ma gli impegni di Marco Bellocchio a Cannes non sono finiti con la sola presentazione del suo film-documentario, visto che il regista italiano ha ritirato anche la Palma d’Onore, un’onorificenza che pochi registi possono vantare. La cerimonia di premiazione è stata introdotta da un lungo e commovente discorso tenuto da Paolo Sorrentino. Ecco di seguito il discorso completo.

Cannes 2021: l’omaggio di Paolo Sorrentino a Marco Bellocchio

Ogni volta che lo incontravamo, terrorizzati dalla sua intelligenza, noi altri del cinema italiano, provavamo a compiacere Marco Bellocchio. Un lavoro vano. Con grande cortesia, Marco Bellocchio opponeva al nostro corteggiamento un’umile indifferenza. Ma non era snobistica distanza, solo autorevolezza. Questo è apparso chiaro a tutti sin dal primo capolavoro di Marco: I pugni in tasca. Ci si trovava di fronte a una voce autorevole. E non ha mai smesso di esserlo nel corso della sua lunga carriera. Marco Bellocchio è tutto quello che un regista dovrebbe essere: appartato, discreto, lontano dall’egocentrismo, curioso dell’altro. Gli uomini curiosi non hanno tempo per elencare aneddoti sulla grandezza dei loro film. Sono sempre intenti a conoscere il mondo e a porsi domande.
Ultimamente ho avuto il privilegio di frequentarlo di più e confesso che resterei ore a fissare la sua vitalità da ragazzo, il suo candore, la sua padronanza di un umorismo sono in apparenza involontario. Ma soprattutto, quelli che mi rende curioso in maniera morbosa nei suoi confronti, è la sua sotterranea inquietudine. Perché, a mio parere, è questa inquietudine che rende grande il suo cinema. Fare grande cinema è il risultato di una lunga guerra che un autore ingaggia con sé stesso. Ogni nuovo film di Marco Bellocchio è un‘emozione, perché mi pone sin dai titoli di testa questa bellissima domanda: in quale fase della guerra si trova Bellocchio.
La sua ribellione, che Thierry Fremaux ha sottolineato motivando questo premio è, secondo me, una lunga, necessaria, meravigliosa ribellione con e contro sé stesso. Tutto questo, fortunatamente, la Francia e il Festival di Cannes lo hanno compreso e riconosciuto, conferendogli la Palma d’Oro Onoraria. Che oggi va al più importante e giovane regista che abbiamo in Italia: Marco Bellocchio.

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