Argo – Recensione del film Premio Oscar di Ben Affleck!

La rinascita artistica di Ben Affleck giunge a compimento con la sua terza regia, Argo, Premio Oscar come miglior film. Ecco la nostra recensione del film interpretato da Aflleck con John Goodman e Bryan Cranston.

Se qualcuno, solo dieci anni fa, avesse annunciato che Ben Affleck si sarebbe rivelato un promettente regista, probabilmente, sarebbe stato canzonato. Eppure il giovane attore dalla carriera ferocemente discontinua ha saputo stupire tutti. Argo, la sua terza regia vincitrice del Premio Oscar per il Miglior Film, in questo senso, è il film più sorprendente. Forse non il più bello ma, senza dubbio, il più ambizioso.

Ricostruzione di una storia vera così incredibile da sembrare falsa, Argo gioca con i generi e con i toni, mescolando satira e thriller. Affleck gestisce il tutto affidandosi a un ottimo cast (spiccano John  Goodman e Bryan Cranston) e muove i fili della vicenda con cura e professionalità. Il film, pluripremiato e molto apprezzato, ha confermato le doti di narratore della star e ne ha segnato la rinascita artistica. Ecco la nostra recensione!

Argo – Recensione del film Premio Oscar di Ben Affleck!

Argo: Il film che non esiste

Durante i moti rivoluzionari nell’Iran del 1979, alcuni americani fuggiti dall’ambasciata assediata trovano rifugio nella residenza di un politico canadese. Vanno recuperati e riportati in patria ma un’operazione USA, nel mezzo di quella esplosiva situazione, è impensabile. Tony Mendez (Affleck), agente della CIA specialista di missioni sotto copertura deve trovare un espediente brillante per recuperare i concittadini. L’idea arriva ed è clamorosa: raggiungere l’Iran fingendosi la troupe di un kolossal hollywoodiano di fantascienza impegnata nei sopralluoghi! Certo, per riuscire in questa impresa sarà necessario creare dal nulla una produzione cinematografica credibile…e non sarà uno scherzo!

Argo sfrutta una operazione avvenuta realmente e rimasta celata per anni negli archivi americani ma non cerca la fedeltà assoluta. La sceneggiatura di Chris Terrio (altro Oscar insieme a Film e Montaggio) si diverte a rimbalzare da un genere all’altro, usando il personaggio di Mendez come punto di contatto. L’agente interpretato da Affleck si muove con passo stanco per tutta la durata del film, perennemente schiacciato da responsabilità pubbliche e private. Non è un eroe a stelle e strisce stereotipato ma un uomo che usa prima di tutto la testa e, dettaglio insolito per un agente della CIA al Cinema, la fantasia. Non è un caso, quindi, che si rivolga al Regno in cui tutte le Fantasie diventano realtà, cioè Hollywood, per compiere la sua impresa.

Il Cinema usato per fare Cinema

Vieni qui credendo di essere un Padreterno per poi non combinare nulla? Beh, sei nel posto giusto!” Così il make-up artist John Chambers (John Goodman, strepitoso) apostrofa Mendez quando gli espone la sua idea. Ironie e stoccate nei confronti delle contraddizioni di Hollywood sono presenti e spesso funzionano, anche se all’acqua di rose. Argo gioca soprattutto sull’uso costante del mezzo espressivo sia sul fronte narrativo che su quello tecnico. Ben Affleck gira con carrelli e steady fluidi ed eleganti le sequenze americane ma imbraccia la macchina a mano per le scene in Iran. Alterna i registri da consumato professionista e si circonda di un ottimo cast. Il già citato Goodman ma anche Alan Arkin, Victor Garber e Bryan Cranston nobilitano ogni battuta. Affleck ironizza spesso sul fatto che avere ottimi attori gli permetta di puntare su di loro quando la sua interpretazione fa cilecca ma, in questo caso, è davvero un valore aggiunto.

Anche la nostra recensione non può esimersi dal sottolineare come il tutto sembri spesso propendere verso una narrazione filo-americana. La vittoria agli Oscar annunciata da Michelle Obama in diretta dalla Casa Bianca fu un ulteriore incentivo a vederla da quell’ottica. La scelta sorprende in parte perché, fino a quel momento, Affleck regista aveva puntato su storie amare e crepuscolari, spesso senza speranza. Eppure non ci sembra che Argo possa essere ritenuto un film eccessivamente propagandistico. Affleck è molto attento nel tratteggiare il suo personaggio e il resto del cast mediante sfumature dolci-amare. Non sono eroi e non ritengono di poterlo essere. Scelgono una strada assurda e scriteriata cercando di percorrerla fino alla fine.

In conclusione

Molti potranno sorprendersi di fronte alla nostra scelta di includere Argo fra i Best of del 2012. Non è stata una decisione dettata solo dall’Oscar, in realtà. Diciamo che a noi piacciono gli artisti che sanno rimettersi in piedi con le proprie forze. La nostra recensione ha sottolineato quanto sia risultato sorprendente il successo di Ben Affleck dietro la macchina da presa ma non si tratta di un colpo di fortuna.

Dopo i fasti di “Will Hunting” (1997) l’attore americano era precipitato nel dimenticatoio e nel vortice degli sfottò per via di pessime scelte artistiche e private. Tutto questo svanisce quando assistiamo alle sequenze finali di Argo, il momento del salvataggio vero e proprio. Quando un regista sa caricare di tensione una scena di cui gli spettatori già conoscono l’esito positivo…beh, è segno di un talento frutto di lavoro e impegno. Nonostante il suo imbarazzante Batman e un’ultima regia non entusiasmante (“La Legge della Notte“, 2016) noi continuiamo a desiderare che Affleck ci sorprenda di nuovo.

Argo Recensione Film Premio Oscar Ben Affleck

Argo Recensione

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Ottima gestione di ritmi e toni diversi
  • Cast ben scelto e ben diretto

Lati negativi

  • Inevitabile propensione alla componente propagandistica

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