Bang Bang Baby: recensione dei primi cinque episodi della serie di Amazon Prime Video

La nuova serie italiana che mancava nel panorama seriale, una sfavillante ascesa nella corruzione con una protagonista insolita

Dal 28 aprile, su Amazon Prime Video, saranno disponibili i primi cinque episodi della serie Original italiana Bang Bang Baby, un crime drama ambientato nell’Italia del 1986.
Una narrazione dal gusto retrò che mostra senza mezzi termini la corruzione e la discesa degli inferi della mafia dell’appena 16enne Alice. La serie è ideata da Andrea Di Stefano e diretta da Margherita Ferri, Giuseppe Bonito e Michele Alhaique è uno dei prodotti nostrani più interessanti di quest’anno, grazie ad uno stile visivo prettamente cinematografico, una fotografia sfavillante e pop e un corredo di protagonisti bizzarri quanto affascinanti.

L’aspetto più interessante di Bang Bang Baby è il suo tocco autoriale che si basa su una scrittura solida di personaggi e della storia stessa supportata da un cast di attori eccellenti nella loro interpretazione: a fare da apripista c’è Arianna Becheroni che interpreta la protagonista Alice, supportata da Lucia Mascino, Dora Romano, Adriano Giannini, Antonio Gerardi e Giorgia Arena.

Indice

La trama – Bang Bang Baby, la recensione

Alice è una ragazza di 16 anni che vive con la madre Gabriella in una cittadina del Nord Italia. Introversa e solitaria, Alice è rimasta traumatizzata dall’uccisione del padre avvenuta davanti ai suoi occhi quando era appena una bambina. Innamorata dell’immaginario americano, delle serie tv statunitense e televisivo, l’ordinario mondo di Alice viene mandato in frantumi quando scopre, per puro caso, che suo padre non è morto.

Gabriella ha cercato per dieci anni di costruire una vita normale per Alice, lontana dai parenti dell’ex marito Santo che fanno parte della malavita italiana. Una famiglia a cui Alice torna, affamata di verità, ma soprattutto spinta dal desiderio di essere amata da suo padre. Ed è proprio in nome del rapporto tra i due che per Alice inizia una discesa verso gli inferi.

Bang Bang Baby

Bang Bang Baby. Prime Video & Amazon Studios.

Un teen drama atipico – Bang Bang Baby, la recensione

Bang Bang Baby è un racconto di formazione atipico di cui ne riprende alcuni degli elementi principi, che vengono decostruiti e inseriti in un contesto differente dai soliti schemi dei teen drama.
Alice è una liceale introversa, senza amici se non per Jimbo, due outsider che vengono molestati e sono le vittime predilette del gruppo dei popolari della classe il cui divertimento principale è quello di tormentarli.
Orfana di padre e figlia di una madre che crede fortemente nel progresso e nei cambiamenti che il femminismo stava apportando in quegli anni, la discesa di Alice ha inizio quando scopre che suo padre non è morto.

La scoperta che la madre le ha mentito, ma soprattutto che la sua famiglia fa parte della criminalità organizzata è un vero e proprio shock per la ragazza, che si inizia ad allontanare da tutto quello che conosce per abbracciare un nuovo lato di sé, avvicinandosi a quella che le viene descritta come un’indole da cui è impossibile scappare.
Ed effettivamente Alice inizia ad assomigliare sempre più a suo padre, in un vortice discendente che si discosta da qualsiasi teen drama dove la protagonista cresce ed impara dai suoi errori. Alice compie un arco narrativo interessante sotto molteplici punti di vista, un arco governato da azioni che la fanno avvicinare più ad un’antieroina.

Tre generazioni di donne – Bang Bang Baby, la recensione

Il rapporto tra Alice e Santo è una relazione tossica, influenzata da un uomo manipolatore e bugiardo che gioca con i sentimenti di sua figlia e dalla voglia di Alice di conoscersi, di ritrovarsi e di recuperare il tempo perso.
In Bang Bang Baby la famiglia criminale non ha alti valori morali, ma è una famiglia disfunzionale su più livelli. Discostandosi dallo scenario dipinto da molti film con protagonisti famiglie mafiose, è una donna qui a tenere le redini degli affari dopo che il marito è morto.

Bang Bang Baby

Bang Bang Baby. Prime Video & Amazon Studios.

Una donna che cerca in tutti i modi di mantenere il controllo sulla famiglia, ma soprattutto di essere rispettata come le altre famiglie rispettavano suo marito.
Lina e Alice rappresentano il vero cuore della serie. Se il personaggio di Lina viene snocciolato pian piano, puntata dopo puntata, quello di Alice viene in fretta decostruito a favore di una costruzione atipica di quella che è, in fin dei conti, un’adolescente che entra in un mondo più grande di lei.

Tra criminalità e la tv degli anni Ottanta – Bang Bang Baby, la recensione

Bang Bang Baby gioca continuamente con i generi a cui si ispira e al tipo di cinema che vorrebbe ricalcare e lo fa non solo nella struttura narrativa, ma anche – e soprattutto – nell’estetica. Le prime cinque puntate sono un pastiche in pieno stile anni ’80, una nostalgia per quell’epoca che serie come Stranger Things e film come Super 8 hanno portato in auge. Colori pop, una sfumatura di blu che accompagna costantemente le inquadrature, neon e uno stile registico con un ampio stile internazionale sono i punti forti di un’estetica che conquista fin da subito.

Ma così come riscrive il teen drama, la serie di Andrea Di Stefano sfrutta la cultura pop non limitandosi a citarla e a renderla solo uno sfondo storico, ma si intreccia con la storia e la caratterizzazione di Alice.
Innamorata delle serie tv che popolano la televisione, le pubblicità martellanti di quegli anni e i videogiochi che sono diventati iconici, la cultura pop diventa parte di Alice, del suo inconscio e del suo subconscio. Una delle trovate più interessanti riguarda uno dei flashback che ha la ragazza, che inizia a recuperare ricordi della sua infanzia che vengono proiettati come se fossero una grottesca sitcom.

Bang Bang Baby

Bang Bang Baby. Prime Video & Amazon Studios.

In conclusione – Bang Bang Baby, la recensione

I primi cinque episodi di Bang Bang Baby seguono una linea ben precisa che miscela il crime drama, uno dei generi più conosciuti ed apprezzati nel panorama italiano, con la nostalgia per gli anni Ottanta, ma nulla risulta come un qualcosa di già visto.
Il retrogusto di commedia nera che domina tutti gli episodi, l’ampio respiro internazionale grazie ad uno stile cinematografico prettamente statunitense, le tre generazioni di donne che dominano la narrazione e l’idea – assolutamente vincente – di avere come protagonista un’adolescente alle prese con l’affiliazione con la mafia che confluisce con una discesa personale conferiscono alla serie tv un taglio innovativo.

Dalla Calabria a Milano, Bang Bang Baby è costernato di personaggi bizzarri quanto affascinanti: da Nereu che venera George Michael e farebbe qualsiasi cosa per vendicare il fratello, alla sua aiutante veggente fino alla stessa Alice il cui carattere è plasmato dall’immaginario statunitense. Anche i personaggi più negativi – come Santo e Lina – ben si armonizzano all’interno della narrazione, ma la loro caratterizzazione non cade nel trabocchetto di renderli più umani. Le loro sfaccettature sono molteplici e travagliate, ma loro rappresentano il buco nero in cui Alice cade.
Bang Bang Baby è un prodotto televisivo che mancava nella serialità italiana, una boccata d’aria fresca che, arrivati a metà del suo percorso, fa sperare che continui in questa direzione.

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Bang Bang Baby

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • Un crime drama che ripercorre il genere, rinnovandolo al tempo stesso
  • La discesa di una protagonista fuori dall'ordinario
  • La nostalgia per gli anni Ottanta che si inserisce perfettamente nella caratterizzazione di Alice

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