Black Panther – La Recensione del film Marvel

Dalle profondità del continente africano arriva Black Panther, l’ultimo eroe di Casa Marvel a ottenere un film solista. Già apparso in “Captain America: Civil War” (2016), il prode T’Challa, neo-sovrano del Wakanda, deve affrontare nemici che lo metteranno seriamente alla prova.

Diretto da Ryan Coogler, già regista del buon “Creed” (2015), “Black Panther” cerca di portare nuova linfa al genere supereroistico e di rendere giustizia a un personaggio determinante dell’universo Marvel. Ci sarà riuscito? Scopriamolo nella nostra recensione.

“Black Panther” – La Recensione del film Marvel

Arriva la Pantera!

Benvenuti nel Wakanda, lo stato di cui ignoravate l’esistenza! Celato agli occhi degli occidentali, è un regno di rara opulenza e dalle sbalorditive innovazioni tecnologiche. Tutto merito del vibranio, rarissimo e indistruttibile metallo (lo scudo di Captain America ne è interamente composto) che garantisce ricchezza e prosperità. Dopo la morte del sovrano T’Chaka tocca al figlio T’Challa (Chadwick Boseman) salire al trono. Ma essere il re del Wakanda significa assumere anche il manto di Black Panther, il protettore del regno. Non è un peso facile da portare sulle spalle e il neo-leader lo capirà subito.

Black Panther Recensione Film MarvelFu Wesley Snipes il primo a sognare di portare sullo schermo il Re Guerriero creato da Stan Lee e Jack Kirby nel numero 52 di “Fantastic Four” del 1966. Un ruolo allettante perché universalmente conosciuto come il primo supereroe di colore della Storia. Superata l’età per risultare credibile (e complici svariati anni di galera) Snipes rinunciò al progetto e la Marvel, finalmente, ha saputo compiere l’impresa.

Black Panther è un personaggio diverso da tutti quelli apparsi nell’universo cinematografico inaugurato da “Iron Man” (2008). Qui stiamo parlando di un Re, un eroe che vive con il peso di un popolo intero al quale è intimamente legato. Il Wakanda verrà sempre per primo nel cuore di T’Challa e questo ammanta il personaggio di una superba nobiltà e di priorità diverse dagli altri Avengers.

Un eroe per i tempi bui

Il film ha già raccolto un enorme successo di pubblico e critica ma stavolta, inaspettatamente, la nostra recensione non concorda con il giudizio positivo generale. “Black Panther” soffre, infatti, di un forte squilibrio fra le ambizioni e il loro compimento. Il regista Ryan Coogler, distintosi con il riuscito “Creed”, tocca molti temi giusti e coerenti al personaggio ma pecca di efficacia complessiva.

Diviso fra i doveri regali e quelli da supereroe, T’Challa deve fare fronte soprattutto all’isolazionismo del Wakanda, da sempre tenutosi nascosto al resto del Pianeta. Aprirsi agli altri Stati significherà condivisione dei beni o lotta efferata per la conquista? In un periodo in cui il Presidente Trump ribattezza “shitholes” proprio alcuni paesi africani risulta interessante come Coogler crei una affilata metafora politica. Il Wakanda come gli USA, ovvero un paese tecnologicamente avanzato che si chiude in se stesso e che, ironicamente, è responsabile della creazione dei suoi stessi nemici.

Peccato che a un simile progetto venga contrapposta una regia poco ispirata e tremendamente confusa nelle sequenze d’azione. I combattimenti, in particolare evidenziano quel tipo di montaggio frenetico che serve più a coprire magagne nelle coreografie piuttosto che enfatizzarne la rapidità. L’intero film, in realtà, soffre di una forma di “poca riconoscibilità” sul fronte dello stile che lo rende rapidamente dimenticabile.

Nemici e Amici

Su una cosa la nostra recensione concorda con tutte: finalmente abbiamo due villain Marvel riusciti ed efficaci. L’Ulysses Klaw di Andy Serkis (già visto in “Age of Ultron” e storico nemico di Black Panther nei fumetti) è tanto crudele quanto esperto del campo in cui opera e lo si vorrebbe vedere persino di più nel corso del film. Per quanto riguarda il potente Killmonger interpretato dall’attore feticcio di Coogler, Michael B. Jordan, siamo di fronte a un nemico spietato ma dalle profonde motivazioni personali. Quasi come lo Zemo di “Captain America: Civil War” qui l’avversario genera persino empatia e i suoi progetti sono molto diversi dai classici piani di Conquista del Mondo di un villain a fumetti.

Sul fronte dei comprimari brilla la sempre bella Lupita Nyong’o nel ruolo di Nakia, ex grande amore di T’Challa, e la spassosa Letitia Wright nei panni della sorella Shuri (che nei fumetti diventerà, a sua volta, una Black Panther). Quest’ultima è la sola a inserire momenti di ironia in un film altrimenti molto serio e, ne siamo convinti, anche questo ha contribuito ai pareri super-positivi da parte di coloro che accusano la Marvel di esagerare sovente con le battutine. Menzione d’onore anche per il sempre gradito Martin Freeman nei panni di Everett Ross, l’unico altro attore bianco della pellicola accanto a Serkis.

Ironicamente il buon cast finisce per mettere in disparte il protagonista! T’Challa, diviso tra un arco psicologico troppo rapido e la necessità di far coincidere il lato supereroistico con quello da monarca, passa spesso in secondo piano. Al termine della visione dobbiamo ammettere di ricordare più sequenze efficaci ad opera di comprimari (o dei villain) piuttosto che dell’eroe!

In conclusione

Al termine della nostra recensione non è facile esprimere un giudizio completo sul film. Siamo di fronte a una pellicola tematicamente importante e che dimostra come la Marvel non dorma sugli allori ma continui a proporre approcci alternativi al genere. Purtroppo, a differenza di altre pellicole “soliste” degli ultimi anni che, tra alti e bassi, si distinguevano sul fronte stilistico (“Doctor Strange”) o del tono (“Ant-Man”), questo “Black Panther” scorre lieve e senza incidere. Non una battuta d’arresto per i cinecomics come auspicano i detrattori perché non è così, anche solo per gli incassi ottenuti, ma sicuramente un film meno rappresentativo e, a conti fatti, dimenticabile.

Black Panther Recensione Film Marvel

 

 

Leggi anche:

Venom: il primo teaser trailer ufficiale

Non essere cattivo: recensione del film di Claudio Caligari

https://www.filmpost.it/recensioni/the-disaster-artist-recensione-james-franco/

Black Panther

Rating - 5

5

The Good

  • Ryan Coogler affronta senza paura i temi politici e socio-cuturali da sempre presenti nei fumetti di Black Panther.
  • Due villain, Klaw e Killmonger, finalmente sfaccettati, efficaci e ben interpretati

The Bad

  • Il film non contiene sul fronte stilistico e narrativo nessun elemento che lo faccia brillare se confrontato ad altri del medesimo genere
  • Regia confusa, specialmente nelle (ahinoi) fondamentali sequenze d'azione e di combattimento

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *