Choose or Die: recensione del nuovo horror Netflix con Asa Butterfield

Due ragazzi si trovano catapultati in un videogioco sadico e mortale

Di horror legati a giochi o app ce ne sono molti e la maggior parte delle volte si tratta di prodotti di bassa lega. Film come BeDevil, Obbligo o Verità, Escape Room partono con un’idea di base persino interessante per poi dimostrare di non avere null’altro eccetto quella singola idea. Sono film che girano intorno allo stesso punto senza mai andare a parare da nessuna parte. Uscito da poco su Netflix, Choose or Die, di cui vi proponiamo la recensione, si va ad aggiungere a quella blacklist. Diretto da Toby Meakins, qui al suo primo lungometraggio, racconta la disavventura di due ragazzi con un videogioco maledetto.

Quasi fosse un Jumanji pensato da una mente malata e omicida, i protagonisti si ritroveranno catapultati in situazioni spiacevoli e posti dinanzi a scelte che nessuno di noi vorrebbe compiere. Con la giusta dose di sangue e morti bizzarre, Choose or Die riesce anche a regalare qualche minuto d’intrattenimento seguendo quel filone di horror caratterizzati appunto dalla fine cruenta dei loro protagonisti; purtroppo però quando il pattern inizia a diventare ripetitivo e la trama prova a prendere piede, la noia si fa spazio, alimentata da una narrazione zoppicante e personaggi poco incisivi.

choose or die recensione

Choose or Die. Anton, Stigma Films

Indice

Trama: benvenuti a Jumanj… ah no – Choose or Die recensione

Kayla è una giovane ragazza con un grande talento per l’informatica, che ha dovuto abbandonare il college per via dei problemi economici in famiglia. In realtà Kayla non ha neanche una vera e propria famiglia; il padre è assente, mentre la madre tossicodipendente è incapace di prendersi cura di se stessa, traumatizzata dalla recente morte del figlio Ricky. La ragazza fa quindi di tutto per mantenere in piedi quel che ne è rimasto e si impegna in vari lavoretti per portare un po’ di soldi a casa. Oltre a svolgere le pulizie per la sede di una grande azienda, sfrutta le sue conoscenze per aggiustare vecchi computer e rivenderli all’amico Isaac.

Isaac è anche lui un “genio dell’informatica”, che per passione compra apparecchi retrò alle varie svendite e chiama l’amica, di cui è innamorato, per rimetterli a posto. Un giorno Kayla trova negli scatoloni del ragazzo un vecchio videogioco a premio degli anni 80. Questi software consistevano in un programma a vari livelli di estrema difficoltà, in cui il primo vincitore aveva diritto ad un premio in dollari; spesso però capitava che nessuno completasse il gioco e quindi ottenesse la ricompensa. I due scoprono così che nessuno ha mai finito Curs>r, né riscattato i 125.000 dollari che ne conseguivano. Decisa ad ottenere i soldi, Kayla prova il gioco per poi ritrovarsi un programma maledetto che la costringe a scegliere come uccidere le persone che la circondano. 

Fascino della morte – Choose or Die recensione

Come detto nell’introduzione di questa recensione, Choose or Die si presenta con un’idea, seppur non originale, abbastanza intrigante. Un gioco che mette lo sfidante dinanzi alla possibilità di scegliere come uccidere i propri parenti o amici – sempre nei modi più macabri – lascia spazio alla creatività. E diciamocelo, quando si parla di prodotti del genere il sadismo è forse l’elemento più interessante. Saghe come Saw (i sequel perlomeno) o Final Destination si basano prettamente sul fascino della morte e l’affezione per i personaggi è l’ultima cosa che interessa ad uno spettatore voglioso di vederli spirare nei modi più cruenti. Choose or Die non abbraccia appieno questa filosofia e tenta di caratterizzare i suoi protagonisti spingendo il pubblico a provare empatia per loro, soffrire per ciò che sono costretti a fare.

Il background drammatico di Kayla e l’amore platonico di Isaac per quest’ultima servono appunto per spingere in quella direzione, peccato ottengano l’effetto opposto. I personaggi sono sbiaditi e i loro accenni di personalità non bastano a creare il legame ricercato. Isaac, interpretato da Asa Butterfield, l’Otis di Sex Education, è un tizio qualunque appassionato genericamente d’informatica; mentre Kayla è avvolta da un passato misterioso di cui ci è dato sapere ben poco. L’interpretazione di Lola Evans non ha poi aiutato a rendere il personaggio più memorabile. Non si può parlare poi di personaggi secondari, visto il misero spazio riservato a loro; ma vorremmo fare una menzione per Lance, il viscido spaccino del condominio messo lì soltanto per essere ammazzato brutalmente.

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Choose or Die. Anton, Stigma Films

 

Un gioco rotto – Choose or Die recensione

Posto che i personaggi non funzionano e se il film cerca di farceli apprezzare, lo spettatore spera che vadano incontro ad una fine infausta, neanche la trama può considerarsi riuscita. L’idea del gioco mortale, infatti, viene abbandonata presto per lasciare spazio a livelli che coinvolgano l’emotività e la psicologia dei protagonisti. Al sangue delle vittime sono sostituite le lacrime di Kayla e quando finalmente il mistero dietro la maledizione sta per essere svelato, la scoperta non è valsa l’attesa. Non che ci sia molto da attendere poi, considerando che Choose or Die dura meno di 90 minuti (e forse è anche chiaro il perché). Il film vuole spiegarci cosa si cela dietro il gioco, creando misteri e colpi di scena, ma il tutto è costruito male.

La storia prende una piega ridicola ed il pretenzioso finale, con tanto di plot twist inaspettato, lascia nello smarrimento più totale. Choose or Die è un film incapace di imbastire una trama che vada oltre il soggetto iniziale e personaggi che possano definirsi protagonisti e non semplici accessori. Da un po’ di tempo a questa parte Netflix rilascia settimanalmente dei film per mantenere il proprio catalogo costantemente aggiornato; la maggior parte delle volte il risultato sono proprio prodotti come questo. Pellicole senza capo né coda, forti di una singola idea e nient’altro, dimenticati mezz’ora dopo la visione. Abituati a questo standard non ci sentiamo di essere troppo cattivi con questo film, ma la mediocrità che ne traspare è lampante e non può essere ignorata.

 

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Voto - 5

5

Lati positivi

  • L'idea di base è piuttosto intrigante

Lati negativi

  • I protagonisti non sono ben caratterizzati
  • La trama appare confusa e sconclusionata

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