Don’t Look Up: recensione del film di Adam McKay con Leonardo DiCaprio

Tra 6 mesi il mondo esploderà, ne siamo certi. E allora perchè non sembra importare a nessuno?

Ad oggi, nel 2021, il mondo è afflitto da innumerevoli problemi. Il più evidente è la pandemia che negli ultimi due anni ha bloccato l’intero pianeta e che a detta di molti non esiste. Nel 2021 invece esistono milioni di teorie che sulla base di nessuna prova sono capaci di confutare dati certificati. Ad esempio, dopo secoli e secoli, chi avrebbe mai detto che in realtà la terra è piatta? Eppure è così, stranamente sono in tanti a dare adito alle teorie più strampalate; anche se qualcuno una volta disse che il mondo è bello perché è vario e in fondo noi non siamo nessuno per dire il contrario. Ed è proprio di questa “varietà”, per non dire altro, che Adam McKay ci vuole parlare. Don’t Look Up, di cui vi proponiamo la recensione, è il nuovo film del regista e questa volta non si è trattenuto.

Supportato, tra l’altro, da un cast stellare con attori come Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Jonah Hill, Timothee Chalamet, Cate Blanchett e così tanti altri che la lista potrebbe non finire mai. Attraverso un brillante quanto semplice espediente narrativo, McKay mette in scena una satira scientifica evidenziando ipocrisie, ingiustizie e tanto del marcio che affligge la società moderna bilanciando perfettamente la componente comica e drammatica. La comicità è un elemento chiave dello stile del regista che per quanto negli ultimi anni si sia impegnato in lavori più seriosi, ha esordito nel mondo dello spettacolo come scrittore del Saturday Night Live. Don’t Look Up è quindi un film esilarante e devastante allo stesso tempo, perché dietro le battute e l’ironia si cela uno scenario fin troppo vicino alla realtà.

Indice

Trama: la fine del mondo per davvero – Don’t Look Up, la recensione

Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) è una studentessa dell’università di astronomia che una sera, insieme al professore Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) scopre una nuova cometa. La cometa Dibiasky, così chiamata in onore della sua scopritrice, non è una piacevole “stella cadente”. La cometa è una palla di roccia con un diametro di 10km (poco più grande del monte Everest) ed è precisamente diretta verso la Terra. Nel giro di 6 mesi questa “bomba spaziale” colpirà il pianeta causando l’estinzione della razza umana. Dinanzi ad una minaccia così certa ed evidente, gli scienziati si rivolgono direttamente al presidente degli Stati Uniti (Meryl Streep). Il presidente però ha ben altro a cui pensare e la fine del mondo è un problema che può aspettare.

Kate e Randall sono in preda al panico, il mondo ha una gigantesca pistola puntata alla testa e piuttosto che affrontare la cosa sta chiudendo gli occhi. L’unica soluzione rimasta è rivelare alla popolazione della Terra la gravità della situazione accettando il rischio di scatenare un’isteria globale. I due astronomi si dirigono così alla prima emittente televisiva disponibile e in un tentativo disperato di salvare il mondo rivelano la notizia, ignorando gli accordi presi con l’FBI. Il dado è tratto, non si torna indietro. Tutti i cittadini del mondo sono ora a conoscenza del fatto che la Terra esploderà nel giro di 6 mesi. Dopo la diffusione della notizia, però, nessuno sembra preoccuparsi minimamente.

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Don’t Look Up. Bluegrass Films, Hyperobject Industries

Perche a nessuno importa? – Don’t Look Up, la recensione

La scoperta di una cometa pronta a distruggere la Terra è un elemento di suspense capace di creare un clima di tensione estremo. È ciò che pensano i protagonisti, infatti, che da subito vanno nel panico. Kate e Randall sono due persone normali; insicuri ed increduli dinanzi ad una scoperta del genere sono costretti a reinventarsi pur di avvisare il mondo della minaccia. Il bello però è proprio questo. Il clima di tensione non si crea e non è un errore del film, bensì l’elemento sul quale si vuole giocare. Oggi siamo a conoscenza dei maggiori problemi della Terra, in particolare la crisi ambientale, eppure nessuno sembra importarsene. Ciò che vediamo sullo schermo in chiave satirica e comica, non è nient’altro che una spaventosa metafora della realtà. I protagonisti sono costretti ad affrontare l’ignoranza, l’arroganza e la strafottenza di un pianeta che sembra intenzionato ad esplodere più che a salvarsi.

Adam McKay ne ha per tutti e tira in ballo il giornalismo, la politica, i social network e chi più ne ha più ne metta. Ciò che ne esce è un ritratto (proprio perché anche se esagerato, non c’è nulla di falso) della società in cui viviamo; solo che vista dall’esterno fa ancora più paura. Le persone prestano maggiore attenzione alle relazioni tra popstar che alla fine del mondo, i giornalisti scherzano sule stelle cadenti ed i social ridicolizzano attraverso i meme le parole degli astronomi. È un po’ come quando i dottori vanno in televisione a parlare del vaccino e sostanzialmente non si è mai sicuri di ciò che si ascolta. Oggi tutti siamo esperti di tutto, tanto che la parola verità ha perso di senso. Saremmo capaci di negare la fine del mondo anche se l’avessimo dinanzi ai nostri occhi, per cui, forse, un po’ ce la meritiamo.

Siamo tutti colpevoli – Don’t Look Up, la recensione

Don’t Look Up è un film esilarante, in cui più che negli ultimi lavori, è possibile vedere tutta la vena comica del regista. Gli attori poi ci mettono il loro, con un Jonah Hill che sembra improvvisare ogni battuta per quanto spontaneo e “stupido” sia, accompagnato da una Meryl Streep fenomenale. Il presidente degli Stati Uniti è troppo impegnato a fare sexting con un senatore condannato per molestie per pensare alla fine del mondo. Tutto ciò basterebbe, ma come abbia già detto in questa recensione di Don’t Look Up, Adam McKay ne ha per tutti. E con tutti si intende davvero tutti. Non sono solo i politici, i giornalisti o i social-addicted ad essere criticati, ma l’intero pianeta. Non c’è nessuno che si salva e quei pochi che sembrano avere le idee chiare sono appunto troppo pochi.

Dopo un inizio esilarante, il film apre lentamente gli occhi dello spettatore. Le risate ci sono ma hanno un gusto sempre più amaro man mano che la fine si avvicina ed il tutto diventa sempre più reale. Anche la regia cerca di trasmettere questa sensazione con una macchina da presa mai fissa, in costante movimento quasi fosse un documentario. Il montaggio epilettico adottato trasmette poi perfettamente la tensione e l’ansia dei personaggi. Particolari sulle mani e i piedi isterici di DiCaprio, primissimi piani su occhi stracolmi di terrore, jumpcut, freeze frame e tante altre tecniche conferiscono una sensazione di straniamento. Non mancano neanche le associazioni di immagini esterne alla storia, tipiche del regista. Vedere un uccello posarsi su un fiore e subito dopo una discarica di spazzatura nel mentre qualcuno discute della reale fine del mondo è qualcosa di devastante.

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Don’t Look Up. Bluegrass Films, Hyperobject Industries

Tristemente reale

Ci teniamo a specificarlo ancora una volta, la fine del mondo mostrata è reale. È forse questo il maggiore punto di forza del film e allo stesso tempo anche quello più scontato. Don’t Look Up non è la prima pellicola a trattare tematiche attuali nel tentativo di dare una svegliata al pubblico; ma è più sorprendente che mai perché parla di un problema così evidente e fondamentale che si fatica a credere siano ancora in tanti ad ignorarlo. McKay ha scritto una sceneggiatura solida e brillante parlando non solo della fine del mondo, ma del mondo a 360 gradi, mostrando come si incammina verso la sua fine. Il problema più grande non è la cometa o la crisi ambientale, ma l’atteggiamento delle persone. È difficile descrivere a parole il comportamento di 8 miliardi di esseri umani senza scadere in generalizzazioni o assolutismi.

È evidente però che qualcosa non va e il regista ha saputo cogliere al meglio questa sensazione. Tra le altre cose, Don’t Look Up dura quasi 2 ore e mezzo eppure non risulta pesante. Nella parte centrale il film rallenta smorzando il ritmo; i dialoghi sono però brillanti e gli attori troppo carismatici perché ci si annoi. Tutti gli interpreti, infatti, sono stati fenomenali. Persino Ariana Grande è perfettamente in parte; per non parlare della canzone Just Look Up che probabilmente la garantirà una candidatura agli Oscar. Don’t Look Up è un film distribuito da Netflix e che sarà rilasciato sulla piattaforma, ma se avete l’occasione fiondatevi in sala. Vedere una pellicola del genere al cinema è un esperienza catartica, qualcosa che tutti dovrebbero fare; nella speranza che le persone smettano di girare la testa e semplicemente “guardino verso l’alto”, verso l’enorme asteroide che prima o poi ci ucciderà tutti.

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Don't Look Up

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • Tutti gli attori regalano performance memorabili
  • Perfetto equilibrio tra componente comica e drammatica
  • Satira brillante e tristemente reale

Lati negativi

  • La parte centrale smorza leggermente il ritmo del film

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