Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga: recensione del film con Will Ferrell

Will Ferrell è tornato e stavolta interpreta uno strano islandese dai capelli biondi

L’Eurovision Song Contest è un festival musicale internazionale che vede gareggiare i maggiori esponenti musicali di tutta Europa. La domanda che poniamo è: chi mai potrebbe decidere di farci un film e perché proprio Will Ferrell? Scherzi a parte, l’iconico attore fu introdotto al festival nel lontano 1999 dalla moglie di origini svedesi. Così nel 2018 Ferrell si reca a Lisbona, Portogallo per assistere al Contest e inizia a sviluppare le prime idee per Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, di cui vi proponiamo la nostra recensione.

Will Ferrell ha scritto, interpretato e prodotto il film che lo vede protagonista al fianco di Rachel McAdams (Doctor Strange, Le pagine della nostra vita, Disobedience). Diretto da Dave Dobkin, la pellicola segue le vicende di due goffi islandesi intenzionati a vincere l’Eurovision. Tra i membri del cast troviamo anche Dan Stevens (La Bella e la Bestia), l’ex agente 007 Pierce Brosnan e persino Demi Lovato.

Indice

Trama: I Fire Saga stanno arrivando – Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga, recensione

Sin da bambino Lars Erickssong (Will Ferrell) ha sempre sognato di vincere l‘Eurovision Song Contest; ma quando provava a cantare o ballare tutti ridevano di lui, persino suo padre (Pierce Brosnan). Erick era un pescatore rimasto vedovo, la madre di Lars infatti morì quando lui era ancora piccolo; da allora il padre ha sempre disprezzato il sogno del figlio nella speranza che potesse seguirlo a bordo dei pescherecci. L’unica a credere in Lars era la piccola Sigrit (Rachel McAdams), la strana bimba che non sapeva parlare e che forse era sua sorella. Crescendo i due stringono un forte rapporto, Lars le insegna a cantare e lei ricomincerà a parlare con le persone.

Così molti anni dopo i due sono ancora insieme e formano i Fire Saga, la band destinata a vincere il Contest. L’unico problema è che non sono famosi. Nella cittadina di Husavik, Islanda, i Fire Saga vengono presi in giro da tutti e nessuno ha voglia di ascoltare i loro brani. Questo fino al fatidico giorno in cui arriva la notizia, quella con la n maiuscola: la band è stata scelta per partecipare alle selezioni dell’Eurovision Song Contest. Finalmente i due hanno la possibilità di realizzare i loro sogni: Lars quello di vincere il Contest e Sigrit quello di poter stare finalmente insieme a lui.

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Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga. Gary Sanchez Productions.

La sottile linea tra “trash” e “cringe” – Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga, recensione

Negli ultimi anni, grazie anche a piattaforme come YouTube, i prodotti “trash” hanno avuto una sorta di rinascita. Basti dare un’occhiata alle opere sfornate dalla casa di produzione The Asylum (Sharknado), nota per aver prodotto b–movie più popolari e virali degli ultimi anni. Pellicole realizzate con budget ridicoli, ricche di errori ed incongruenze sono oggi ritenute iconiche, tanto che per definirle è stato coniato un termine apposito, scult. Dal momento in cui questi film hanno iniziato ad attirare pubblico, come al solito si è iniziato ad esagerare. I film trash sono diventati ancora più trash del solito, calcando troppo la mano su un fattore che divertiva proprio perché involontario. Ed è così che molte pellicole sono sfociate nel cringe, portando lo spettatore a provare imbarazzo guardando un film imbarazzante.

Fortunatamente Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga si posiziona perfettamente in mezzo. La pellicola presenta assurdità di ogni genere: elfi magici, fantasmi e complotti totalmente fuori contesto che per la loro inadeguatezza provocano la risata. Allo stesso tempo si avvale di un lato tecnico che cerca di ricreare questo effetto attraverso movimenti di macchina inconsueti ed effetti decisamente brutti. Il film non è fatto male, anzi, è fatto così bene da sembrare brutto. C’è da dire però che non sempre si ride per ciò che si vede; proprio perché gli errori sono del tutto volontari, lo spettatore tende ad aspettarsi alcune cose. Insomma, la pellicola cerca di ricreare un’atmosfera trash ma ci riesce solo in parte, in compenso però non sfocia mai nel cringe e pur durando due ore non risulta pesante..

Assurdo, ma divertente – Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga, recensione

Will Ferrell ci ha da sempre abituati a film di questo genere: commedie comiche, a volte demenziali. È per questo motivo che è perfetto per il film. Il volto caratteristico e la simpatia dell’attore rendono Lars un personaggio ridicolo e divertente. Al suo fianco poi vi è una Rachel McAdams incredibilmente in parte e che contribuisce al grande affiatamento della coppia. La comicità del film però non si basa solo sugli attori. Vi abbiamo detto che Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga cerca di emulare un b-movie ma solo in parte; infatti approcciandosi al film non ci si aspetta qualcosa di serio eppure l’assurdità di alcune sequenze riesce a stupire.

La totale casualità delle azioni dei personaggi e dei risvolti di trama tra l’inaspettato e l’insensato tiene alta l’attenzione; seppure in determinate sequenze la comicità risulta forzata e artificiosa perché troppo mirata verso il trash. Comunque il non sapere cosa aspettarsi compensa questa mancanza e fa sì che non ci si annoi. C’è da dire che il film dura ben due ore, un minutaggio del genere per pellicole di questo tipo è piuttosto alto e poteva rappresentare un rischio. Rischio che viene però evitato egregiamente. Infatti un altro lato interessante di questo prodotto sono i personaggi, a partire dai concorrenti dell’Eurovision, ai pescatori islandesi, fino ai Fire Saga stessi. Ognuno di questi ha una forte presenza scenica e contribuisce grandemente ad enfatizzare la componente comica.

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Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga. Gary Sanchez Productions.

Analisi tecnica – Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga, la recensione

Come accennato prima il lato tecnico del film è mirato verso il trash. A partire dai movimenti di macchina che enfatizzano le espressioni esasperate degli attori con zoom improvvisi e frequenti primi piani. Per quanto riguarda gli effetti visivi vale lo stesso discorso. Per fare un esempio, vi è una scena in cui due personaggi dialogano su una terrazza, con l’intera città che si staglia di fronte a loro. Teoricamente la vista dovrebbe essere mozzafiato, ma ciò che vediamo è un pessimo uso del green screen. I personaggi non sembrano essere lì e l’immagine dietro di loro è palesemente fasulla. La mancanza di cura per questi aspetti rende il tutto più ridicolo con il chiaro intento di far ridere.

L’elemento più esasperato sono però gli attori. In passato Will Ferrell ha interpretato innumerevoli ruoli assurdi e sopra le righe e Lars non è da meno. Un uomo di mezza età con dei lunghi capelli biondi e il sogno di vincere l’Eurovision. Gli amanti dell’attore andranno a nozze. Ma se per Will Ferrell “ci abbiamo fatto l’abitudine”, totalmente inaspettata è Rachel McAdams. I due formano una coppia effervescente, la cui perfetta alchimia rappresenta il vero e proprio motore del film. Non c’è bisogno di dire che le performance attoriali sono portate all’estremo con lo scopo di evidenziare l’inadeguatezza dei protagonisti. In conclusione, il lato tecnico è stato ben gestito. Senza esagerare e calcare troppo la mano, Dave Dobkin ha restituito quell’atmosfera tipica dei film di serie b, pur rimanendo entro certi limiti.

Considerazioni finali

Will Ferrell ha fatto centro ancora una volta. Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga si può dire un esperimento riuscito. L’attore è andato ancor più fuori dalle righe rispetto a quanto fatto nei film precedenti e il risultato è positivo. Gli attori convincono appieno e la coppia Ferrell – McAdams funziona, così come fa il suo dovere il lato tecnico. Parliamoci chiaro però, il film non è questa grande opera e ha comunque i suoi difetti. Come già detto, ci sono momenti in cui l’esagerazione è troppo forzata e non ottiene l’effetto desiderato; inoltre è bene sottolineare che la pellicola non ha grandi pretese, il suo unico obbiettivo è far ridere.

Se si tiene conto di ciò, bisogna dire che Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga fa il suo dovere. Approcciandosi al film non bisogna aspettarsi nulla, spegnere il cervello e passare due ore tranquille guardando Will Ferrell che fa cose strambe. Cosa che gli riesce egregiamente.

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Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Le interpretazioni di Will Ferrell e Rachel McAdams e la loro alchimia
  • Lato tecnico mirato ad enfatizzare la componente trash

Lati negativi

  • Artificiosità e forzature in alcune sequenze comiche

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