Fabbricante di lacrime: recensione del film Netflix tratto dall’omonimo best-seller

La nostra recensione di Fabbricante di lacrime, il film Netflix tratto dall'omonimo romanzo best-seller.

Così come Fabbricante di lacrime, le fanfiction hanno alimentato, fin dalla loro prima creazione, l’immaginazione di quante scrivevano e la fantasia di quante leggevano. Prima le fanfiction venivano pubblicate e lette su vari siti a loro dedicate, come ad esempio il famoso Wattpad. Ci fu poi il momento in cui una casa editrice notò una fanfiction particolarmente redditizia, che avrebbe potuto far guadagnare molto l’autrice e diventare un fenomeno mondiale. Era una semplice fanfiction e poi diventò la saga letteraria (e poi cinematografica) di Cinquanta sfumature. Il mondo della letteratura contemporanea subì così una netta divisione, con la saga di E.L. James che funse da spartiacque tra un prima e un dopo. Da allora molti più ragazzi si sono sentiti apprezzati, sapendo che sempre più persone avrebbero dato loro possibilità di pubblicazione e di dar voce alla propria fantasia. Come sempre, purtroppo però, il troppo storpia.

L’editoria internazionale e nostrana sono ormai piene zeppe di libri presi da Wattpad, agghindati con copertine rigide dai disegni e colori appariscenti e attrattivi, che restano però vuoti nella sostanza, troppo uguali nella struttura e privi di ogni spessore. Peccato che questa “piaga” non sia stata relegata solo ai libri, ma si sia estesa inesorabilmente anche al cinema. Ultimo – ma non ultimo – prodotto arrivato prima su Wattpad, poi in libreria e infine su Netflix è Fabbricante di lacrime, scritto da Erin Doom e pubblicato da Salani Editori e in streaming dallo scorso 4 aprile. Il film – italianissimo ma ambientato in un contesto molto più americano – ha una sceneggiatura scritta da Eleonora Fiorini e Alessandro Genovesi, che ne firma anche la regia. I protagonisti, invece, sono l’emergente Caterina Ferioli e Simone Baldasseroni, conosciuto già con il nome di Biondo, protagonista in passato della diciassettesima edizione di Amici.

Indice

Trama – Fabbricante di lacrime recensione

La protagonista di Fabbricante di lacrime è Nica, ragazza dalla bellezza semplice e pura, che da piccola perde i propri genitori ed è costretta a vivere nell’orfanotrofio Grave, austero e rigido come la sua direttrice, che non perde tempo a dettare fin da subito le regole alla giovane nuova arrivata e a torturarla insieme agli altri piccoli ospiti. Tutti tranne uno, Rigel, pupillo della direttrice e affascinante quanto tenebroso ragazzo, che con Nica non ha nulla a che fare.

I due saranno costretti a condividere più tempo di quanto pensavano, in quanto in piena adolescenza vengono adottati dai coniugi Milligan. I ragazzi iniziano quindi una nuova vita, con nuove abitudini, nuova scuola e nuove amicizie. Nica – a differenza di Rigel – riuscirà a stringere rapporti con Billie e Miki e intrecciare un flirt con Lionel. Il legame di Nica e Rigel, però, sarà sempre più profondo e tormentato, destinato a diventare qualcosa di più o a interrompersi per sempre.

Lo stereotipo cringe – Fabbricante di lacrime recensione

fabbricante di lacrime

Colorado film

Se si potesse descrivere il film di Fabbricante di lacrime utilizzando un termine in voga nella GenZ è: cringe. La pellicola è un tripudio di stereotipi di ogni genere e non parliamo solo della trama, che potrebbe essere sotto certi aspetti anche interessante e – sebbene non diversa dagli altri mille prodotti young adult famosi nell’ultimo periodo – godibile nella sua successione di eventi. Il problema è tutto il contorno: la recitazione, l’ambientazione, l’accompagnamento musicale, sceneggiatura e dialoghi.

Partiamo proprio da questi ultimi due elementi. Appare, nella successione di scene e di dialoghi, tutto troppo forzato e scritti appositamente per dare spessore a personaggi che di spessore ne hanno ben poco. Gli scambi di battute tra i protagonisti e i personaggi con i quali si interfacciano sono stereotipati, con espressioni da Baci Perugina e aforismi che si succedono in ogni scena, cercando di dare pathos anche lì dove non è necessario.

fabbricante di lacrime

Colorado film

Le frasi sempre troppo sdolcinate e caricaturali sono rese ancora più insopportabili da una recitazione grezza e finta. Caterina Ferioli e Simone Baldasseroni sono finti nelle espressioni, finti nella loro recitazione e finti anche nell’aspetto. La mancanza di spessore, partendo dai protagonisti, si estende poi verso tutti gli altri personaggi, fino ad arrivare poi anche alle dinamiche piene di cliché che si animano durante le scene, alla musica ridondante e forzatamente americana – tanto per sottolineare che la storia è ambientata in America e non in Italia, dove l’autrice delle pagine del libro è nata e cresciuta – e l’ambientazione, anch’essa una copia spudorata degli stereotipi americani, con un tocco di gotico, che in queste situazioni non fa mai male… forse.

Conclusioni – Fabbricante di lacrime recensione

Fabbricante di lacrime voleva avere lo scopo di far rivivere ai giovani lettori del romanzo la storia che tanto hanno amato e convincere invece chi non ha letto il libro ad appassionarsi a Nica, Rigel e la loro storia. Il risultato finale è però, purtroppo, veramente scadente. Peccato per i fan che tanto desideravano l’adattamento televisivo del loro romanzo preferito.  

Fabbricante di lacrime

Voto - 2

2

Lati positivi

  • la trama potrebbe essere sotto certi aspetti anche interessante e – sebbene non diversa dagli altri mille prodotti young adult famosi nell’ultimo periodo – godibile nella sua successione di eventi.
  • Lati negativi

    • Se si potesse descrivere il film di Fabbricante di lacrime utilizzando un termine in voga nella GenZ è: cringe.
    • Appare, nella successione di scene e di dialoghi, tutto troppo forzato e scritti appositamente per dare spessore a personaggi che di spessore ne hanno ben poco.
    • Caterina Ferioli e Simone Baldasseroni sono finti nelle espressioni, finti nella loro recitazione e finti anche nell’aspetto.

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