Il primo re: recensione del kolossal italiano con Alessandro Borghi

Matteo Rovere presenta un film intenso che ci catapulta alle origini di Roma con Alessandro Borghi

Catapultati nel 753 a.c. alla scoperta dei gloriosi natali di quella città eterna che sarà Roma. Matteo Rovere dirige Alessandro Borghi e Alessio Lapice ne Il primo re, nuovo kolossal di matrice nostrana; una co-produzione italo-belga con budget di partenza di circa 8 milioni di euro per riportare su grande schermo la storia della lotta fratricida di Romolo e Remo che portò alla nascita di Roma con l’incoronamento del primo vero re. Addentriamoci quindi all’interno della nostra recensione de Il primo re

Matteo Rovere, classe ’82, dopo essersi già diplomato con ottimi risultati alla regia per titoli come Veloce come il vento, cerca ora di confermare con Il primo re le sue doti registiche. Un affermatissimo Alessandro Borghi, nel pieno della sua carriera produttiva tra cinema e serie tv, veste i panni del sanguinario e superbo Remo. Il film è recitato in una sorta di protolatino, una lingua arcaica ancora più antica del latino vero e proprio.

Indice

Il primo re recensione

Una travolgente e spaventosa esondazione del Tevere travolge Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi) costretti a lottare fin dai primi minuti per la loro sopravvivenza. Già dalle prime scene capiamo che Il primo re è un film di pochi dialoghi e con molte immagini forti. L’istinto di conservazione porta gli uomini prima a sopravvivere e poi a sfamare la loro brama di dominio con la sottomissione dei più deboli. Mistiche nebbie trafitte dai raggi del sole caratterizzano l’ambientazione prevalentemente boscosa lungo le rive del Tevere.

Il primo re di Matteo Rovere è un film crudo e brutale dove il sangue si può considerare come un “elemento aggiuntivo” ai quattro naturali aria, acqua, terra e fuoco. Si tratta di una storia ancestrale che mostra l’intimo legame tra uomo e natura, che parla di amore e odio fraterno, della legge del più forte, della superbia, del cammino predestinato dagli dei. Le profezie si mescolano con il reale muovendo il destino delle persone e del futuro re di Roma.Il primo re recensione

La nascita di un nuovo impero e anche di un nuovo cinema

Spendiamo qualche parola di encomio per l’ottima interpretazione sia di Alessio Lapice che di Alessandro Borghi nei panni dei rispettivi Romolo e Remo. Con la loro performance hanno dato spessore a personaggi che rischiavano di risultare altrimenti “troppo feroci e primitivi“. L’evoluzione caratteriale dei due protagonisti nel corso dei quasi 120 minuti di girato è una delle note più positive de Il primo re. Eccezionale anche la scenografia e le belle luci che illuminano la fotografia di Daniele Ciprì, elementi fondamentali per rendere l’atmosfera di un film come questo. Le scene iniziali catapultano prepotentemente lo spettatore nel vivo della storia grazie a immagini mozzafiato dal forte impatto visivo. Poche ma interessanti riprese con il drone che impreziosiscono ulteriormente il lato tecnico della pellicola di Rovere.

Non pochi i parallelismi con il Revenant di Inarritu sia per il rapporto tra uomo e natura che per le lotte intestine ed i ritmi della storia. Matteo Rovere si è deliberatamente ispirato anche a Valhalla Rising, pellicola del 2009 diretta da Refn. Il film potrebbe non essere tuttavia adatto per tutti i palati. La storia, lunga circa due ore, ha dialoghi semplici in un latino ancora rudimentale. Non è una pellicola leggera, sia per il ritmo che per il soggetto e questo potrebbe far storcere il naso a diversi spettatori. Tornano in parte le considerazioni già fatte per la Passione di Cristo di Mel Gibson, anche se Il primo re di Rovere è estremamente più scorrevole e “facilmente digeribile“.

Il primo re recensione: conclusioni

Un film ambizioso, coraggioso e nuovo per il nostro cinema sotto diversi punti di vista. Il primo re di Matteo Rovere è un’opera ambiziosa più che riuscita. Un film di spessore, destinato probabilmente ad essere apprezzato sempre più nel corso degli anni a venire, proprio come un buon vino in botte. Questo è il cinema italiano che vogliamo vedere ed è quello che un paese con una tradizione cinematografica come l’Italia merita di avere. “Patriottismi” a parte consigliamo a tutti la visione. Sia per la bella storia di Roma che per le ambientazioni e (last but not least) anche per le ottime interpretazioni di Borghi e Lapice. I due giovani attori grazie ad un’intensa recitazione sono in grado di far decollare la bellezza di un film come questo.

Il primo re

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Regia, scenografia, fotografia
  • Recitazione
  • Storia

Lati negativi

  • Non per tutti
  • Colonne sonore differenti avrebbero dato maggior epicità

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