Lift: recensione dell’action comedy Netflix con Kevin Hart

La recensione dell'adrenalinico action movie Netflix diretto da F. Gary Gray e con protagonista Kevin Hart

Lift è il nuovo action comedy che si aggiunge al catalogo Netflix, che da sempre offre ai propri utenti una grande quantità di film del genere, con particolare attenzione anche al poliziesco e al thriller psicologico. Disponibile dal 12 gennaio 2024, Lift (qui il trailer) è diretto da F. Gary Gray, già autore di pellicole di successo come Il negoziatore, The Italian Job, Giustizie privata, Fast & Furious 8 e Men in Black: International. Con un cast internazionale e che comprende nomi come Kevin Hart, Úrsula Corberó e Sam Worthington, il film è una commedia scoppiettante e avvincente.

Indice

Trama – Lift, la recensione

Cyrus, Denton, Camila, Magnus, Mi-Sun e Luke sono un’imbattibile banda di ladri. Organizzati e noti alle forze dell’ordine, ne escono sempre vincitori, prendendosi, inoltre, spesso gioco di polizia, FBI e Interpol che cercano di incastrarli una volta per tutte. In particolare Abby Gladwell, agente dell’Interpol, farebbe qualsiasi cosa per catturare Cyrus, conosciuto durante un’azione sotto copertura e con il quale ha un rapporto ambiguo. La tenacia e determinazione di Abby li porta ad avere finalmente degli indizi e delle prove contro di loro, ma il suo capo, Huxley, la obbliga a proporre al team un accordo.

Lift

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In cambio dell’immunità di ognuno di loro, i quali vivono come latitanti da anni, dovranno sottrarre un miliardo di dollari in lingotti d’oro al noto criminale Jorgensen. Jorgensen è famoso per essere spietato e crudele, pronto inoltre a usare quella somma come merce di scambio per un progetto che causerà la perdita di innumerevoli vite umane. Gladwell non è inizialmente d’accordo, ma sa anche che la banda di Cyrus è la loro unica speranza. Cyrus e gli altri, dapprima spaventati dal mettersi contro Jorgensen, accettano di mettere in atto il colpo del secolo, che avrà luogo sul volo 777 da Londra a Zurigo.

Action comedy classico – Lift, la recensione

Lift è una commedia d’azione, dove furti e fughe avvengono in completa tranquillità, trattandosi di piani sempre ben calibrati, dove nessuno sbaglia, ogni cosa è al proprio posto, e ognuno ha una mansione nel quale sa di essere il migliore. Un gruppo dove non manca mai un’abile hacker, uno scassinatore infallibile, una figura capace di pilotare qualsiasi veicolo, un mago dei travestimenti che distrae e distoglie l’attenzione e un ingegnere informatico che agisce nell’ombra, ma alla luce del sole. E, ovviamente, il capo, che costruisce e progetta con maestria e autostima ogni rapina. Tutti uniti da uno spirito patriottico di stampo statunitense, nonostante i personaggi siano britannici, anche se questo non è del tutto specificato. La creazione del colpo del secolo, volto a salvare vite umane, è però composto da articolati strumenti tecnologici, dispositivi elettronici all’avanguardia e ultimi modelli di realtà aumentata che rendono un po’ difficoltoso seguire con attenzione come si svolgerà l’intera azione.

Lift

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E come ogni opera del genere, il film è una concatenazione di eventi tra il prima, il progetto che prende forma e il dopo, la vera e propria attuazione del piano. Ecco che dei passaggi poco chiari tolgono alla vicenda il suo tocco più entusiasmante. Il Lift di F. Gary GraLy somiglia molto a un heist movie, nonostante non lo sia a tutti gli effetti. Furti, bande affiatate, ladri professionisti e che creano danni a spietati criminali o a quelle istituzioni che causano miseria e povertà. Personaggi che si possono quindi guadagnare l’appellativo di “ladri buoni” e che trovano l’ammirazione e la stima delle stesse forze dell’ordine. L’heist movie è il genere del momento, così come anche la cornice del crime comedy investe moltissimi prodotti attuali, sia italiani che internazionali. Lift ha tutto questo, oltre a un cast di noti attori come Kevin Hart, Vincent D’Onofrio, Gugu Mbatha-Raw, Sam Worthington, Úrsula Corberó, insieme a molti altri.

Un fascino italiano – Lift, la recensione

Non è quindi l’interpretazione a lasciare un po’ a desiderare, ma la sceneggiatura e la trama, che risulta prevedibile, ma comunque coinvolgente, nonostante le difficoltà di comprensione. La seconda parte di Lift si rivela decisamente più dinamica e movimentata, e anche più appassionante. Nonostante gran parte del piano rimanga un mistero, alcune azioni e tempistiche vengono chiarite quando la rapina viene poi finalmente messa in atto. Fuori dagli schemi e capace di stuzzicare l’attenzione nelle scene d’azione, la location è quella di un aereo in volo, che passa da una prima classe che brilla raffinata di glamour, eleganza e luci sfavillanti, a un jet privato con elementi giocosi, sempre ultra tecnologici, innovativi e frutto di un’immaginazione da videogioco. Lotte e combattimenti dove le armi sono ormai passate di moda, oltre che letali.

Lift

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Punto di forza che carica di charme e fascino l’intera pellicola, è l’esplosiva e folgorante potenza visiva delle location. Oltre all’aereo c’è l’artistica e suggestiva Venezia, la grigia ed eccentrica Londra, la vivace e multiculturale Bruxelles, passando per l’innevato paesaggio di Cortina e per la dolce, verde e pittorica campagna toscana. Un chiaro rimando alle bellezze dell’Italia e alla lingua, con battute di dialogo in un italiano stentato e l’arrivo di volanti di carabinieri nei pressi di una villa circondata da una colorata e armonica campagna incontaminata. La regia fa così delle sue incantevoli inquadrature ampio uso di riprese dall’alto e panoramiche, fotografando con cura i profili di alcuni monumenti e gli scorci naturalistici, fino a una pista d’atterraggio nascosta tra montagne di neve e la laguna veneta che diventa teatro di un’inseguimento tra motoscafi e gondole. Un tentativo di non rendere forse Lift troppo simile alla miriade di film del genere che spopolano sulle piattaforme.

Lift

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Location artistiche e suggestive
  • Un cast affiatato

Lati negativi

  • Elementi tecnologici eccessivamente elaborati
  • Colpi di scena quasi del tutto assenti

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