Napoleon: la recensione del film di Ridley Scott

La nostra recensione di Napoleon, nuovo film di Ridley Scott sull'imperatore di Francia con protagonista Joaquin Phoenix al cinema dal 23 novembre

Molti registi, nel corso della storia del cinema, hanno raccontato sul grande schermo la figura e le imprese di Napoleone Bonaparte. Ora è la volta di Ridley Scott che col suo Napoleon (qui il trailer) racconta il pubblico e il privato, la grandezza delle imprese e la piccolezza dell’uomo, l’ascesa e la caduta. Prodotto da Apple Studios, Latina Pictures e Scott Free Productions e distribuito in Italia da Eagle Pictures, il film è scritto da David Scarpa e ha per protagonista Joaquin Phoenix nel ruolo dell’imperatore francese. Accanto a lui Vanessa Kirby è Giuseppina di Beauharnais e sono molti i volti noti che completano il cast, in cui spiccano i nomi di Tahar Rahim e Rupert Everett. Già criticato in passato per aver in qualche modo rimodellato per fini artistici eventi e fatti storici, Ridley Scott si trova ancora una volta al confronto con la Storia. E ancora una volta, la rivede per confezionare il suo racconto – lo diciamo da subito, tutt’altro che celebrativo – dell’iconico generale.

La stampa d’Oltralpe ha già criticato la scarsa accuratezza di Napoleon, rincarando la dose arrivando a definirlo una sorta di “Barbie e Ken sotto l’Impero” nonché un film troppo anti-francese e pro-britannico. Ridley Scott, che non ha nella diplomazia una dote innata e che non ricerca il realismo ma l’epica e il simbolo, ha provveduto a liquidare le polemiche sottolineando come chi critica la veridicità della sua opera non fosse presente all’epoca dei fatti e ironizzando sul fatto che i francesi, in fin dei conti, non si sopportino nemmeno tra di loro. Fedeltà storica a parte, come vedremo meglio nella nostra recensione, Napoleon è un affresco affascinante con momenti di grande cinema e un ritratto non sempre efficace minato da qualche debolezza che ne affievolisce l’impatto.

napoleon recensione

Apple Studios, Latina Pictures, Scott Free Productions

Indice:

Ritmo serrato in una narrazione a marce forzate che sacrifica in parte l’approfondimento – Napoleon recensione

Napoleon inizia nel 1793 nel pieno della Rivoluzione francese, con la decapitazione di Maria Antonietta di fronte a una folla urlante in cui Bonaparte spicca come unico spettatore che mantiene un assoluto distacco. E poco importa che Napoleone non fosse effettivamente presente in Place de la Concorde, è l’inizio del percorso. Un percorso che procede, nella prima parte, scandito dagli eventi che hanno segnato l’ascesa di colui che nel 1804 verrà proclamato Imperatore dei francesi. Il ritmo è serrato, in quello che è un procedere a marce forzate che sacrifica in parte l’approfondimento e che ha tappa fondamentale nell’Assedio di Tolone, in cui Bonaparte dimostra tutta la sua genialità tattica nell’arte della guerra.

La prima parte del film soffre per un montaggio dai tagli un po’ troppo netti che suddividono la narrazione in passaggi a se stanti, non particolarmente fluidi. Quadri autonomi, scanditi temporalmente ma slegati uno dall’altro, in cui la necessità è quella di condensare al massimo una mole notevole di eventi. Scelta necessaria visto il minutaggio di “soli” 158 minuti e problematica che con ogni probabilità verrà risolta nella Director’s Cut di oltre quattro ore che arriverà su Apple TV+.

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Apple Studios, Latina Pictures, Scott Free Productions

Tra campi di battaglia e mura domestiche, tra la grandezza delle imprese e la piccolezza dell’uomo – Napoleon recensione

Quando entra in scena Giuseppina, interpretata da un’ottima Vanessa Kirby, il racconto si muove tra i campi di battaglia e le mura domestiche. Ed è qui che emerge la contrapposizione tra la grandezza delle imprese e la piccolezza dell’uomo di cui dicevamo poco sopra. Napoleone è tanto fiero e vittorioso in battaglia quanto nella vita privata fragile, grottescamente impacciato e pieno di vizi e difetti. E perdutamente innamorato di Giuseppina. Sono gli attori a restituire il senso di un rapporto travagliato e fatto di reciproche ossessioni. Pur non alla migliore interpretazione della sua carriera, Joaquin Phoenix dà corpo e forza alla doppia natura del suo Napoleone, nella lucida e solida genialità delle imprese e nelle rabbiose manie della vita coniugale. Nelle manie di grandezza e nella fame di potere con tutto ciò che ne consegue (una tematica, questa, carissima al regista britannico).

Grandezza e piccolezze sono enfatizzate anche dalla scelta delle inquadrature, con la macchina da presa che, negli ambienti domestici, inquadra Napoleone dal basso, per enfatizzarne, appunto, bassezze e meschinerie. Spesso in maniera un po’ impietosa, con un gusto per il ridicolo quasi ridondante. Phoenix porta tutto se stesso e la sua impronta in questo ruolo dal ritratto non proprio lusinghiero e Vanessa Kirby è controparte perfetta. Se la figura di Giuseppina è fondamentale, con la presenza che aleggia anche dopo la sua morte e fino alla fine, la prova di Kirby è quella che rimane più impressa. Equilibrio ed eleganza, fierezza e dolore, frustrazione e passione: Vanessa Kirby è lo spessore e la forza che mancano a una sceneggiatura non sempre efficace quando il focus è sulla coppia, tra esasperazioni o eccessive stilizzazioni, manifeste soprattutto nei dialoghi.

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Apple Studios, Latina Pictures, Scott Free Productions

Estetica stilisticamente sontuosa in un film in cui le sequenze belliche sono grande cinema – Napoleon recensione

Dall’Assedio di Tolone fino a Waterloo passando per la Battaglia di Austerlitz e la Campagna di Russia, Napoleon ha il suo punto di forza assoluto nelle sequenze belliche. Epica pura, spettacolo totale, Ridley Scott ancora una volta alla sua massima espressione. Se le scene di battaglia sono tutte eccellenti, Austerlitz è grande cinema, arte cinematografica nella sua declinazione più spettacolare, con un’estetica e uno stile che richiama Alexandr Nevskij, classico del 1938 diretto da Sergej Ėjzenštejn. Quella di Austerlitz è una splendida sequenza di massa dove il controllo su ogni singolo elemento è totale, tra effetti speciali e scene girate dal vero, inquadrature e movimenti di macchina che spaziano dall’insieme al particolare, con i vessilli che affondano e il sangue dei soldati nemici che si mescola alle acque gelide del lago ghiacciato teatro dello strategico tranello ordito da Napoleone.

Ma è tutto il comparto tecnico a restituire sullo schermo quello che è il frutto di un lavoro incredibile. Dalle scenografie ai costumi, passando per il trucco e la fotografia che rimanda apertamente ad un’altra pietra miliare della storia del cinema, Barry Lyndon di Stanley Kubrick. Siamo nel territorio del kolossal vero, che sfocia con altrettanta magnificenza nella disfatta di Waterloo, battaglia che segna la sconfitta di Napoleone e il trionfo degli inglesi. Il sipario cala sull’isola di Sant’Elena poco prima che, a schermo, compaiano i freddi numeri dei caduti durante le battaglie napoleoniche. E prima delle ultime parole che l’imperatore francese avrebbe pronunciato in punto di morte: “Francia, Esercito… Giuseppina”. Al cinema dal 23 novembre.

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Apple Studios, Latina Pictures, Scott Free Productions

 

 

 

Napoleon

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Le scene di battaglia sono grande cinema in un film visivamente spettacolare e stilisticamente sontuoso
  • Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby artefici di due grandi prove nel ruolo di Napoleone e Giuseppina

Lati negativi

  • Napoleon soffre di una certa mancanza di approfondimento soprattutto nella prima parte e i tagli di montaggio un po' troppo netti suddividono la narrazione in passaggi a se stanti, non particolarmente fluidi
  • Sceneggiatura e dialoghi non sono sempre efficaci, specie quando il focus è sulla coppia

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