Ritrova te stesso: recensione del film Amazon e Welcome to the Blumhouse

Un viaggio nel subconscio alla ricerca dei ricordi perduti

Welcome to the Blumhouse, questo è il titolo del nuovo progetto di Amazon in collaborazione con la Blumhouse, casa di produzione di molti film horror. Il progetto prevede la distribuzione di ben otto pellicole sulla piattaforma di Amazon. Ad ottobre ne sono usciti 4 mentre gli altri verranno rilasciati in seguito; tra quelli già disponibili vi è Ritrova te stesso, di cui vi proponiamo la recensione. La Blumhouse, specializzata in film horror, nel corso degli anni è riuscita a diventare una delle case di produzione più conosciute grazie a pellicole quali Paranormal Activity, Insidious, La notte del Giudizio o il pluripremiato Scappa – Get Out.

Jason Blum ha portato il suo progetto molto in alto grazie a film dal budget contenuto che spesso hanno garantito successo al botteghino. Così dopo gli ottimi riscontri in sala, ecco approdare la Blumhouse su una piattaforma streaming. Ritrova te stesso racconta la storia di un uomo che, in seguito ad un incidente d’auto, cerca di recuperare i propri ricordi attraverso una terapia psichica innovativa. Il film offre buoni spunti ed una trama decisamente interessante per poi perdersi però nel finale..

Indice

Trama: Benvenuto nel tuo subconscio – Ritrova te stesso, la recensione

Nolan Wright è un fotografo in cerca di lavoro e con una figlia da accudire. Dopo aver perso parte dei suoi ricordi in un incidente d’auto che ha causato la morte della moglie, l’uomo fatica a tenere le redini della propria vita. Fortunatamente è la figlia ad accudirsi di lui ed aiutarlo in ogni suo compito, nella speranza che un giorno il padre possa riacquistare la memoria. Dopo essere stato rifiutato ad un colloquio di lavoro, Nolan decide di iniziare una nuova terapia per ritrovare i ricordi perduti. Una rinomata Dottoressa, Lilian Brooks, ha infatti inventato un apparecchio denominato Black Box che permette al paziente di entrare all’interno del proprio subconscio e risvegliare le parti di cervello dormienti.

Nolan decide di sottoporsi al trattamento e fidarsi della dottoressa Brooks, ma durante la prima seduta si rende conto che ciò che vede nel macchinario è fin troppo confuso; i volti sono oscurati e un alone di tenebra aleggia nel sogno. Spaventato, Nolan chiede aiuto all’amico Gary anch’egli medico, che però non riesce a fornire le risposte che cerca. L’uomo così si rende conto che per ritornare a vivere ha bisogno di ricordare e decide di andare fino in fondo con la terapia, affrontando i mostri nascosti negli angoli più reconditi del suo subconscio.

Il finto horror – Ritrova te stesso, la recensione

Ritrova te stesso mette sul piatto una trama davvero interessante ma più che un film horror sembra essere un thriller psicologico. Il viaggio all’interno della mente del protagonista è la parte del film più predisposta a sequenze horror; la fotografia si incupisce e la colonna sonora prende il sopravvento per instillare nello spettatore una sensazione di inquietudine che difficilmente sfocia nella paura. Ognuno di noi ha qualcosa che cerca di dimenticare, errori commessi in passato che ci tormentano e che non riusciamo a rimuovere; il protagonista invece non ricorda nulla e deve riscoprire tutto non sapendo a cosa potrebbe andare incontro. Però se l’idea di partenza pone ottime basi, il modo in cui è stata sviluppata si allontana molto dall’essere horror. Ritrova te stesso cerca di incutere timore, di inquietare lo spettatore, ma non infonde paura.

La nebulosa morte della moglie, l’incidente che gli ha causato l’amnesia e i ricordi sfocati vanno a creare un’incredibile suspense e curiosità senza però accrescere la componente horror quanto più quella thriller. Il film è incentrato attorno ad un mistero, un viaggio alla scoperta dei segreti nascosti nella propria testa e punta molto di più sull’intrigo che allo spavento. Le scene horror inoltre risultano essere ripetitive dal momento che il protagonista rivive sempre gli stessi ricordi. In sostanza il film non cerca di essere un horror e non vuole spaventare lo spettatore, il suo vero obbiettivo è incuriosirlo, attirarlo al centro di una angosciante e inquietante ricerca della verità. Anche non essendo un film di terrore, Ritrova te stesso mantiene una propria identità e mette in scena un thriller psicologico con buoni spunti narrativi.

ritrova te stesso recensione

Ritrova te stesso, Blumhouse Television, Black Bar Mitzvah.

Un’occasione sprecata – Ritrova te stesso, la recensione

Il subconscio è un tema piuttosto delicato da trattare. Per anni in ambito filosofico si è discusso di quanto e come il nostro cervello incida sulle nostre azioni senza che noi ce ne accorgiamo. Il filosofo Sigmund Freud è arrivato alla conclusione che spesso la mente tende a rimuovere gli eventi più traumatici seppellendoli in profondità. Ritrova te stesso gioca molto con la memoria del protagonista instillando un ambiguità di fondo relativa al cosa non riesce e cosa invece non vuole ricordare. Il problema del film è però che il tutto è poco approfondito. Nolan è tormentato dagli incubi, gli stessi incubi che rivive attraverso la Black Box, ma che cos’è la Black Box? Chi è la Dottoressa Brooks? Questi, insieme a tanti altri interrogativi che sorgono in merito al finale del film non vengono mai approfonditi veramente. Ritrova te stesso dopo una prima buona metà, che per quanto lenta non presenta grossi difetti, si perde nel finale.

Verso la conclusione c’è un plot twist molto impattante che sconvolge le carte in tavola ma genera una marea di domande e problemi che non avranno mai risposta. Tutto il discorso su come la Dottoressa abbia scoperto questa tecnologia e come riesca a fare ciò che fa non è mai affrontato; lasciando una parte importante del film senza spiegazione. Ritrova te stesso è un film discreto che sarebbe potuto essere qualcosa in più. Da apprezzare il carattere introspettivo che la regia dona alla pellicola attraverso riprese ravvicinate e primi piani, quasi a sottolineare l’importanza dell’interiorità dei personaggi, il loro inconscio; così come l’atmosfera thriller creata. Una gestione migliore del colpo di scena e un ritmo più sostenuto avrebbero reso il prodotto finale decisamente migliore, ciò nonostante Ritrova te stesso resta un film godibile.

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Ritrova te stesso

Voto - 6

6

Lati positivi

  • Trama intrigante ed accattivante

Lati negativi

  • Gestione sbagliata del plot twist: il colpo di scena sconvolge lo spettatore ma apre molti interrogativi senza risposta
  • Ritmo lento: il film non è lentissimo, ma un ritmo più sostenuto avrebbe reso il tutto meno pesante

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