La bugia: recensione del film di Welcome to the Blumhouse

Un dramma psicologico a tinte thriller è uno dei primi film per questo progetto della Blumhouse

La Blumhouse è una delle case di produzione americane più di successo degli ultimi anni. Esperta nella realizzazione di horror e thriller a basso budget, ha messo a punto una formula che si è rivelata vincente. Basta nominare titoli come Paranormal Activity, Insidious e Scappa – Get Out per capirne la portata considerevole. Ora Jason Blum, ormai uno dei Re Mida di Hollywood, ha deciso di lanciarsi in un nuovo progetto, in collaborazione con la piattaforma streaming Amazon Prime Video. Il progetto è intitolato Welcome to the Blumhouse e prevede ben otto film. I primi due sono stati da poco rilasciati su Prime Video e uno di questi è La bugia (The Lie), di cui vi presentiamo la recensione.

La bugia, diretto dalla regista Veena Sud, rientra pienamente nel progetto ideato da Blum e Amazon. L’intento è quello di riunire film diretti da giovani e poco noti registi che trattino temi simili. Questi riguardano la famiglia e l’amore, visti sotto un punto di vista diverso dal solito. Infatti i film appartengono al genere del thriller psicologico, fino a sconfinare nei territori dell’horror. La bugia contiene tutte queste caratteristiche: approfondisce il legame familiare in una situazione estrema. Cosa succede quando un figlio compie un terribile atto omicida? Fin dove si spingerebbero i genitori per proteggere il loro figlio? Un tema tanto interessante quanto spinoso, che il film decide di approfondire molto dal punto di vista psicologico, tralasciando di più la componente thriller.

Indice

Trama – La bugia, la recensione

Remake del film tedesco Wir Monster del 2015 e vagamente ispirato all’omicidio di Meredith Kercher, La bugia esplora le conseguenze di un omicidio commesso da un’adolescente all’interno delle dinamiche familiari. Kayla (Joey King) è una ragazza insoddisfatta, infelice per la separazione dei suoi genitori, Jay (Peter Sarsgaard) e Rebecca (Mireille Enos). Una mattina d’inverno suo padre la accompagna a un ritiro di danza a cui non vorrebbe andare. Nel tragitto Kayla vede la sua amica Brittany a una fermata dell’autobus e chiede al padre di poterle dare un passaggio. L’atmosfera in auto si fa tesa, quando Brittany sembra mostrare interesse per Jay. Poco dopo le due ragazze insistono per fermarsi nel bosco per poter andare in bagno.

Gli eventi prendono una piega inaspettata quando Jay sente un grido di Kayla: quando la raggiunge scopre che Brittany è caduta in un fiume ed è scomparsa. Intenzionato a chiamare la polizia, Kayla gli rivela qualcosa di terribile: è stata lei a spingere Brittany e non è stato un incidente. Successivamente anche Rebecca viene a sapere cosa ha fatto la figlia. I due genitori, sconvolti dal comportamento della figlia, decidono di proteggere Kayla. La comparsa del padre di Brittany e lo strano comportamento di Kayla, per lo più indifferente alla situazione generale, complicano non poco la gestione di dinamiche molto delicate.

la bugia recensione

The Lie. Blumhouse Productions, Mad Dog Films, Bitter Boy Productions

What if? – La bugia, la recensione

Con una trama di questa portata, La bugia vuole indurre lo spettatore a riflettere su una domanda: che cosa succederebbe se capitasse anche a me? Un what if decisamente interessante, soprattutto se si osservano le azioni di Jay e Rebecca. I due genitori, con il solo intento di proteggere la figlia, si ritrovano a compiere atti inimmaginabili, persino atroci. Con una rappresentazione assolutamente credibile dei personaggi, il film mostra la trasformazione fisica e mentale di due adulti di fronte a un’atrocità compiuta dalla loro stessa figlia, che sembra comportarsi in un modo a loro sconosciuto. Questo spinge gli spettatori più adulti a riflettere inevitabilmente sulle situazioni mostrate nel film.

La bugia dunque pone domande molto interessanti al suo pubblico, riflettendo su complicate dinamiche familiari. Jay e Rebecca sono divorziati ma si ritroveranno più uniti che mai nel tentare di difendere l’indifendibile azione compiuta da Kayla. Quest’ultima permette anche di riflettere in parte sulla condizione dell’adolescenza: da cosa scaturisce lo strano comportamento della ragazza? È dovuto solo alle mancanze dei genitori? Con tutte questi temi in ballo, il film inevitabilmente giunge a prediligere la componente drammatica della vicenda, relegando la componente thriller in pochi momenti selezionati. Forse troppo pochi, dato che nella parte centrale la narrazione sembra arrancare, nonostante la durata complessiva della pellicola sia poco più di 90 minuti.

la bugia recensione

The Lie. Blumhouse Productions, Mad Dog Films, Bitter Boy Productions

Un dramma psicologico ben recitato – La bugia, la recensione

Il film di Veena Sud si può definire quindi come un dramma psicologico, non privo di difetti, ma con delle componenti da apprezzare. In primo luogo i tre attori protagonisti svolgono un lavoro eccellente con i loro personaggi. Joey King (The Kissing Booth, The Conjuring) dimostra notevoli capacità mostrando il lato quasi inquietante del suo personaggio, che alterna crisi umorali a una sospetta apatia. Veramente ottima la prova di Mireille Enos (Don’t worry, The Killing), la quale mette tutta sé stessa nel mostrare la trasformazione mentale e fisica di Rebecca. Anche Peter Sarsgaard (An Education) dimostra dedizione e impegno nella sua interpretazione di Jay. Da apprezzare è anche l’ambientazione invernale canadese: un trionfo di bianchi e grigi che delinea uno sfondo algido e asettico. Un’ideale ambientazione per una storia a tinte thriller.

Questi elementi sono inseriti in una narrazione leggermente altalenante, che tende a essere stantia soprattutto nella sua parte centrale. L’unione fra la drammaticità della psicologia dei personaggi e coinvolgenti momenti di tensione non è completamente perfetta. Tuttavia non manca un twist finale, che svela le motivazioni che si celano dietro il sospetto atteggiamento di Kayla. Il colpo di scena è abbastanza riuscito, ma anche in questo caso poteva essere gestito in modo migliore.

la bugia recensione

The Lie. Blumhouse Productions, Mad Dog Films, Bitter Boy Productions

Considerazioni finali

La rivelazione finale del film è confinata proprio agli ultimi minuti e potrebbe apparire un po’ affrettata. In realtà è abbastanza prevedibile e intuibile dallo svolgimento della narrazione. L’intento di spiazzare lo spettatore e farlo riflettere però è percepibile, soprattutto perché il twist in questione è preceduto da un gesto di Jay e Rebecca che complica ulteriormente la delicata situazione.

Per concludere questa recensione di La bugia, si può affermare che questo primo film del progetto Welcome to the Blumhouse è interessante e in fin dei conti riuscito. L’intreccio è ben congegnato, i personaggi sono credibili e ottimamente esplorati psicologicamente e l’ambientazione si sposa bene con la storia. La bugia è sicuramente un’opera che fa riflettere e pone domande scomode e spinose. Si sarebbe potuto calibrare meglio l’equilibrio fra dramma e thriller, dato che il film non è classificabile propriamente come un thriller psicologico. Anche lo sviluppo della narrazione avrebbe meritato qualche attenzione in più. Il risultato finale tuttavia sarà in grado di soddisfare anche gli amanti del thriller, che probabilmente dalla Blumhouse si aspettavano qualche brivido in più.

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La bugia

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Il film fa riflettere e pone domande interessanti e spinose
  • Le interpretazioni dei tre attori protagonisti
  • La glaciale ambientazione

Lati negativi

  • Finale affrettato
  • Manca un equilibrio più studiato fra dramma e componente thriller

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